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Il lusso made in Italy vale 23 miliardi di euro
30 Gennaio 2014 16:03

217 e i 230 miliardi di euro. A tanto ammontano le stime, minima (formulata in base ai dati Bain e Fondazione Altagamma, l’associazione che riunisce le eccellenze del lusso made in Italy), e massima (delineata in funzione delle elaborazioni a cura di Boston Consulting Group) delle vendite mondiali dei prodotti di beni esclusivi di alta gamma.
Un settore che, considerando l’indotto, occupa 491.000 persone in Italia, 174 mila delle quali dipendenti diretti. Non solo. Il settore dovrebbe essere riuscito a esportare nel 2013 prodotti per un controvalore complessivo pari a 23 miliardi di euro, cioè il 5% del totale dell’export del nostro paese. Per conseguire questi successi, il made in Italy di alta gamma ha investito molto nelle eccellenze (dagli stilisti agli sviluppatori, dalle sartorie alla qualità dei tessuti).
Una strategia che ha permesso di raggiungere il primato mondiale nella verifica dell’origine dei prodotti acquistati: i consumatori internazionali, e in particolare quelli sempre più numerosi dei paesi in via di sviluppo, mettono al primo posto nelle etichette preferite del capo di abbigliamento o nell’accessorio di moda quella made in Italy.
In questo contesto, anche il turismo svolge un ruolo di rilievo. Milano si consolida al secondo posto, dietro a Parigi, ma precedendo Londra, New York e Hong Kong, nelle destinazioni turistiche per acquisti dei prodotti di lusso. Anche se, come fanno notare i più attenti osservatori del settore, deve stare attenta alla imponente crescita registrata negli ultimi anni da città quali Singapore, Mosca e Macao.
Un settore che, considerando l’indotto, occupa 491.000 persone in Italia, 174 mila delle quali dipendenti diretti. Non solo. Il settore dovrebbe essere riuscito a esportare nel 2013 prodotti per un controvalore complessivo pari a 23 miliardi di euro, cioè il 5% del totale dell’export del nostro paese. Per conseguire questi successi, il made in Italy di alta gamma ha investito molto nelle eccellenze (dagli stilisti agli sviluppatori, dalle sartorie alla qualità dei tessuti).
Una strategia che ha permesso di raggiungere il primato mondiale nella verifica dell’origine dei prodotti acquistati: i consumatori internazionali, e in particolare quelli sempre più numerosi dei paesi in via di sviluppo, mettono al primo posto nelle etichette preferite del capo di abbigliamento o nell’accessorio di moda quella made in Italy.
In questo contesto, anche il turismo svolge un ruolo di rilievo. Milano si consolida al secondo posto, dietro a Parigi, ma precedendo Londra, New York e Hong Kong, nelle destinazioni turistiche per acquisti dei prodotti di lusso. Anche se, come fanno notare i più attenti osservatori del settore, deve stare attenta alla imponente crescita registrata negli ultimi anni da città quali Singapore, Mosca e Macao.
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