Zecche a pieno ritmo grazie ai mercati orso

La zecca dell’Austria è in funzione 24 ore al giorno per soddisfare le ordinazioni di monete d'oro, provenienti dagli Stati Uniti al Regno Unito fino all’Australia per cercare di stare al passo dell’accelerazione della domanda di lingotti incentivata dal mercato orso.

La zecca d’Austria Muenze Oesterreich AG ha infatti assunto nuovi dipendenti ed ha aggiunto un terzo turno di otto ore al giorno nel tentativo di riuscire a soddisfare le ingenti richieste extra. Gli acquisti di monete d'oro presso la zecca Australia Perth Mint, una zecca australiana che ha anche lavoratori che producono monete in tre turni al giorno, sono invece aumentate del 20 per cento su base annua al 20 gennaio rispetto alla stessa date dell’anno precedente. Le vendite della zecca per i clienti degli Stati Uniti sono arrivare al livello massimo dall’aprile 2012, quando le quotazioni dell’oro avevano cominciato a entrare nel trend ribassista.

Le zecche globali stanno lavorando più velocemente possibile, dopo un calo del 28 per cento nei prezzi di oro l'anno scorso, dopo che la più grande crisi del metallo giallo dal 1981 ha attirato gli acquirenti di metallo fisico. L’aumento della domanda ha contribuito a far salire il prezzo dei lingotti per cinque settimane consecutive, la striscia di rialzo più lunga dal settembre 2012.

"I compratori a lungo termine di oro fisico vedono queste diminuzioni dei prezzi come una opportunità per accumulare più risorse", ha sottolineato Michael Haynes, l'amministratore delegato di American Precious Metals Exchange, un rivenditore online di lingotti che poi ha confermato il trend: "Da qualche giorno stiamo assistendo alle vendite più sostenute delle ultime settimane".

I vertici della UK Royal Mint, la zecca britannica, che vanta 1.000 anni di storia, hanno ammesso di essere rimasti senza sterline d’oro a causa di una domanda eccezionale: le monete saranno rese disponibili ai clienti fino a sei giorni dopo l’ordinativo. Le vendite della Australia Perth Mint, secondo le stime di Ron Currie, direttore marketing, dovrebbe riuscire probabilmente battere il record dello scorso anno. Uno scenario nel quale il futures sull'oro a New York è balzato all’insù del 5,2% questo mese a testandosi a 1.267 dollari l'oncia.