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Il crollo del valore del Bitcoin

19 Dicembre 2013 09:20
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Le quotazioni del Bitcoin sono crollate del 42% rispetto al dollaro USA e del 49% nei confronti del renminbi cinese dopo che le autorità di Pechino nei giorni scorsi ne hanno espressamente vietato gli scambi, imponendo a Btc China, la principale piattaforma di negoziazione, di rifiutare depositi in moneta cinese: a incidere sulla forte correzione del Bitcoin anche l’annuncio delle autorità della Danimarca di adeguare le proprie leggi anti-riciclaggio e della Norvegia che non solo non riconoscerà il Bitcoin come moneta in corso legale, ma ne tasserà le plusvalenze.

Bitcoin è una moneta elettronica ideata nel 2008 che, a differenza della maggior parte delle divise tradizionali, non fa uso di una banca centrale, ma utilizza un database articolato tra i nodi del web, ognuno dei quali registra le transazioni e sfrutta programmi di crittografia per garantire il massimo livello di negoziazione a partire dal fatto di permettere di spendere Bitcoin solo al legittimo proprietario e di poterlo fare una volta sola.

Tuttavia, dal momento che il denaro digitale non è controllato dal singolo paese o da un'autorità centrale bancaria, i Bitcoin hanno attirato l'interesse delle autorità finanziarie internazionali dal momento che su di essi possono concentrarsi scambi illeciti o possono essere utilizzati per eludere i controlli finanziari.

L’uso crescente dei Bitcoin hanno così attirato gli speculatori, alimentando un rally che ha spinto in alto il prezzo della moneta virtuale. Basti pensare che nel 2012 un Bitcoin valeva 13,60 dollari, a inizio di dicembre ha registrato il record storico a 1.100 dollari, e adesso quota al di sotto dei 600 dollari.
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