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Focus sulle operazioni delle banche centrali

10 Dicembre 2013 10:00
financialounge -  banche centrali Jim Caron politica monetaria riforme
La politica monetaria delle banche centrali internazionali dovrebbe continuare a dominare la scena anche il prossimo anno. Gli istituti di credito centrali, in vista di una crescita dell’economia destinata ad accelerare, si stanno però preparando a passare da interventi pensati per fronteggiare la crisi a misure mirate a risanare l’economia.

“Questa transizione non comporterà soltanto la fine dei programmi di allentamento straordinari, necessaria per ridurre gli eccessi ed evitare bolle speculative nel dopo crisi, ma dovrà introdurre anche le modifiche strutturali necessarie per creare le condizioni adatte a promuovere una ripresa economica robusta e capace di auto sostenersi” precisa Jim Caron, Managing Director Morgan Stanley Investment Management. Ora serviranno infatti misure monetarie capaci di proteggere la crescita e consentire una ripresa strutturale a medio termine. Negli Stati Uniti ciò significa ridurre gli stimoli monetari, in Europa e in Cina invece introdurre riforme strutturali.

Da sottolineare l’importanza delle modifiche della politica monetaria statunitense, europea e cinese perché nei mesi e trimestri a venire la funzione delle banche centrali di queste regioni consisterà principalmente nel sostenere i prezzi degli attivi. Comprendere questa trasformazione è essenziale per prevedere la performance delle diverse classi di attivi e individuare le opportunità d’investimento che consentiranno di realizzare rendimenti positivi nel 2014.

“Riteniamo che anche nel 2014 i temi d’investimento e l’andamento dei mercati continueranno a dipendere dalle politiche delle banche centrali, ma per la creazione di alfa sarà di cruciale importanza comprendere gli impatti di tali politiche sui prezzi degli attivi” sottolinea Jim Caron che poi aggiunge: “Come già avviene dall’inizio della crisi, le politiche monetarie finalizzate a sostenere i prezzi degli attivi continueranno a condizionare strategie e decisioni d’investimento tramite gli influssi che esercitano sui relativi premi al rischio”.

Prima o poi, quando gli impatti della crisi finanziaria si saranno attenuati, i fattori ciclici acquisiranno maggior peso sull’andamento delle valutazioni. Per ora, tuttavia, siamo ancora lontani da questo momento e il livello dei premi al rischio è ancora il fattore più importante.

“È proprio per questo motivo che i nostri modelli macroeconomici e parametri di valutazione sono calibrati in funzione della predominanza delle politiche monetarie e misurano i premi al rischio relativi di tutti i mercati globali. Incorporando i risultati di tali modelli nel nostro processo di investimento, nei prossimi mesi e trimestri dovremmo essere in grado di individuare numerose opportunità per accrescere i rendimenti” conclude Jim Caron.
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