Più selezione negli emerging markets

L’investimento in fondi azionari è stato nei primi dieci mesi di quest’anno quello di gran lunga più redditizio. Infatti, se in media l’indice generale dei fondi segnava un +2,84% da inizio anno (al 28 ottobre), quello in fondi azionari registrava un apprezzamento del 9,68% quello in fondi bilanciati un +5,96% e quello in prodotti obbligazionari un +1,57%. Tra le sotto categorie di fondi azionari, sta facendo eccezione quella dei fondi azionari Paesi emergenti che infatti lascia sul terreno il 5,24% da inizio anno.

Non è la prima volta che la performance annuale degli emerging markets equity fund è inferiore a quella dell’indice generale dei fondi: nel 2000, nel 2008 e nel 2011, il rendimento annuo è stato molto più negativo di quello dei fondi azionari. Ma quest’anno la differenza è che mentre tutte le altre categorie di fondi azionari sono in territorio positivo, quella degli azionari Paesi emergenti è l’unica in rosso.

E sono in molti, tra analisti, economisti e gestori, a ritenere che qualcosa di strutturale possa essere cambiato rispetto al passato: sarà difficile assistere nei prossimi anni ad un rialzo generalizzato degli emerging markets. In pratica, le opportunità transiteranno ancora nei mercati più dinamici in via di sviluppo ma la differenza la farà la capacità di selezione delle Borse, dei settori e dei titoli.

Una specializzazione che non si improvvisa ma che, al contrario, è il frutto di un lavoro di esperienze acquisite in decenni di attività sul campo come quelle che possono vantare i team di gestione di alcuni fondi di categoria quali Emerging Markets Equity di Vontobel, FF Emerging Markets Fund di Fidelity Worldwide Investment, JPM Emerging Markets Opportunities di J.P. Morgan, ISF Emerging Markets di Schroders, Emerging Market Quantitative Equity Fund di Invesco.