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Abenomics

In Giappone la vittoria per la crescita economica

25 Luglio 2013 12:00
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I giapponesi hanno premiato il lavoro fin qui fatto dal primo ministro Shinzo Abe.
La coalizione alla guida del Giappone, composta dal Partito Liberal-democratico (LDP) e da New Komeito ha infatti vinto le elezioni dello scorso 21 luglio della Camera Alta, assicurandosi 135 seggi su un totale di 242 e andando oltre la soglia di maggioranza (129 seggi) con la quale la coalizione può portare avanti le sue azioni politiche.
In questo momento la coalizione ha la maggioranza in entrambe le camere (vedi grafici 1 e 2 nella gallery), mettendo così fine alla situazione di “immobilismo parlamentare” che attanagliava il paese da tre anni: Abe dovrebbe quindi continuare a portare avanti la sua strategia di crescita e le riforme economiche.


La rinascita economica: la priorità di Abe
L’obiettivo finale di Abe è la revisione della costituzione giapponese che però al momento non sembra semplice sia perché per apportare delle modifiche alla Carta Costituzionale richiede i due terzi delle Camere (e i numeri della coalizione che lo sostiene non arrivano al quorum) e sia perché l’opinione pubblica giapponese è divisa in merito alle riforme costituzionali. Per queste ragioni Abe considera la ripresa economica come la migliore strategia per generare sufficiente momentum e supporto dell’opinione pubblica per poi proporre le riforme costituzionali per il futuro.


Conoscere la fonte dei propri problemi
Per superare i motivi del lungo ristagno economico del Paese, Abe sa che deve aggredire diversi fattori in interazione tra loro come la deflazione, lo yen debole, l’alto debito e la popolazione in calo; tutti fattori che, presi nel loro insieme, scoraggiano i consumi privati e gli investimenti, e penalizzano ulteriormente le aspettative future. Per questo motivo, la cosiddetta “Abenomics” dovrebbe essere considerata soprattutto come una politica di cambio aspettative.
Il PM Abe conosce l’importanza delle aspettative nel mondo reale, e la sua politica in questo momento vuole cambiare le aspettative dell’opinione pubblica, per poter allontanare finalmente il Giappone da questo circolo vizioso deflazionistico. Questo progetto sta iniziando a funzionare, grazie anche allo yen debole che da un lato aiuta l’export e dall’altro importa inflazione con l’aumento delle merci acquistate all’estero.


Come tessere la tela
Una delle chiavi del successo di Abe è la sua struttura decisionale di tipo top-down. Egli ha infatti lavorato come segretario generale del Partito (LDP) e come Capo di Gabinetto durante l’era Koizumi e pertanto sa bene come implementare queste riforme andando a ridurre i privilegi e lavorando in sintonia con i burocrati.
Il PM Abe ha messo in piedi un Consiglio per la Competitività Industriale e un Consiglio per le Riforme Regolamentari, coinvolgendo i CEO delle aziende e gli esperti accademici, per coinvolgere tutti nella “strategia di rilancio del Giappone”. Gli indicatori chiave di tendenza (KPI) di questa strategia sono:
1) crescita media del PIL reale al 2% e nominale al 3% nei prossimi 10 anni
2) 70 mila miliardi di yen di investimenti annuali privati domestici nei prossimi 3 anni (+10% dal livello attuale)
3) un tasso di copertura del libero scambio al 70% entro il 2018 (attualmente è al 18%)
4) un aumento dell’occupazione femminile nell’età 25-44 al 73% entro il 2020 (attualmente è al 68%)

Ma c’è di più, il PM Abe sta adottando un approccio alle riforme realistico e per tappe successive, mettendo in piedi distretti economici speciali per provare come la effettiva deregolamentazione economica possa essere efficace per spingere la produttività e gli utili delle aziende. Egli sta cercando di fare leva sul supporto degli investitori internazionali, attualmente la forza dominante nel mercato azionario domestico, che si attendono riforme strutturali e di consolidamento fiscale.


Conclusioni
Gli investitori hanno comprato azioni giapponesi grazie alle aspettative di “Abeconomics” e hanno reagito positivamente al lancio delle prime due “frecce” (stimolo fiscale e espansione monetaria) dall’arco del PM Abe, come si può evincere dal movimento al rialzo nei mercati fin dalla sua rielezione alla fine del 2012.
Le valutazioni e il momentum degli utili restano a supporto di ulteriore rialzo delle azioni giapponesi, secondo la nostra visione. Se confrontati con la loro storia, i livelli di valutazione delle azioni non sono a livelli estremi.
Detto questo, le riforme economiche sono necessarie per sostenere questo rally nel medio periodo. Sebbene nessuno debba sottostimare le difficoltà e la potenziale resistenza a questi cruciali cambiamenti che possono venire dall’interno della nazione, l’amministrazione del PM Abe offre la migliore opportunità al Giappone per dare una svolta rispetto alla fase di stagnazione economica dall’era di Koizumi.
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