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Italia penalizzata dal Brevetto Unico Europeo

28 Giugno 2013 10:00
financialounge -  brevetti Europa francia germania innovazione italia PMI Regno Unito
Una riduzione dei costi complessivi di circa l’80%. Spese per la registrazione abbattute dagli attuali 36 mila euro a poco più di 4 mila euro. Norme più leggere per rilanciare la ricerca e l’innovazione del Vecchio Continente aumentandone a concorrenza verso i colossi asiatici e nordamericani.

Numeri e obiettivi che farebbero pensare che l’imminente varo del Brevetto Unico Europeo possa rappresentare un valido sostegno alle piccole e medie imprese anche italiane. Non è così però, per alcuni tra i massimi giuristi del nostro paese e esperti in proprietà intellettuali secondo i quali Gran Bretagna, Francia e Germania, sono d’accordo per accaparrarsi le Corti centrali a Londra, Parigi e Monaco di Baviera: nessuna sede sarebbe invece assegnata al nostro Paese.

Le nostre imprese, per far valere i propri diritti per proteggere i marchi, i modelli e le invenzioni negli Stati dell’Unione, non avrebbero quindi una Corte nazionale e sarebbero esposte ai verdetti di giudici di altri paesi. Un ulteriore ostacolo alla già limitata vocazione italiana alle domande di brevetto: basti pensare che nell’ultimo anno censito le domande in tal senso sono diminuite del 5,9% (passando da 4.200 a 3.953), e risultano essere meno della metà di quelle francesi (9.094) e circa un quarto di quelle tedesche (23.572).
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