ETF
Oro e S&P500, andamenti divergenti
26 Giugno 2013 11:00

allo giallo continua a perdere colpi. Ieri, sul mercato di Londra, la quotazione dell’oro ha toccato un nuovo minimo triennale a quota 1.272 dollari l’oncia, segnando una perdita del 23,2% da inizio anno. Era dal settembre 2010 che il prezzo dei preziosi auriferi non scendevano a questi livelli e le prospettive sembrano volgere al peggio.
Da un lato, infatti, le banche centrali dei Paesi in via di sviluppo, che avevano incrementato negli ultimi anni gli acquisti di oro per arricchire le proprie riserve aurifere, stanno rallentando il passo. In alcuni casi, come per l’India, le autorità hanno adottato misure per contrastare il boom di importazioni aumentando dal 6% all’8% i dazi sull’import di metallo giallo.
Dall’altro, gli etf auriferi che avevano contribuito a sostenere i rialzi del prezzo dell’oro stanno soffrendo i flussi di disinvestimento che ne hanno fatto scendere del 20% il controvalore in portafoglio con riscatti per 55 miliardi di dollari da inizio anno.
Ma un fattore che desta ancora più preoccupazione tra gli analisti più attenti, è la divergenza di andamento nel 2013 tra la quotazione dell’oro (scesa come detto del 23,2%) e il rialzo dell’S&P500 di Wall Street (che, nonostante la correzione in atto vanta comunque un +11,35% da inizio anno): dal 2004 al 2012, invece, la correlazione positiva (cioè l’andamento in parallelo tra prezzo dell’ oro e S&P500) ha oscillato tra un minimo dello 0,6 (60%) e un massimo dello 0,9 (90%).
Da un lato, infatti, le banche centrali dei Paesi in via di sviluppo, che avevano incrementato negli ultimi anni gli acquisti di oro per arricchire le proprie riserve aurifere, stanno rallentando il passo. In alcuni casi, come per l’India, le autorità hanno adottato misure per contrastare il boom di importazioni aumentando dal 6% all’8% i dazi sull’import di metallo giallo.
Dall’altro, gli etf auriferi che avevano contribuito a sostenere i rialzi del prezzo dell’oro stanno soffrendo i flussi di disinvestimento che ne hanno fatto scendere del 20% il controvalore in portafoglio con riscatti per 55 miliardi di dollari da inizio anno.
Ma un fattore che desta ancora più preoccupazione tra gli analisti più attenti, è la divergenza di andamento nel 2013 tra la quotazione dell’oro (scesa come detto del 23,2%) e il rialzo dell’S&P500 di Wall Street (che, nonostante la correzione in atto vanta comunque un +11,35% da inizio anno): dal 2004 al 2012, invece, la correlazione positiva (cioè l’andamento in parallelo tra prezzo dell’ oro e S&P500) ha oscillato tra un minimo dello 0,6 (60%) e un massimo dello 0,9 (90%).
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