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Italiani poco ottimisti sulle prospettive dei mercati

24 Giugno 2013 20:00
financialounge -  America Latina Asia crescita economica francia germania High Yield italia livello di rischio Luca Tenani orizzonte temporale portogallo Regno Unito Schroders svizzera titoli di stato volatilità
Solo il 28% vede rosa sui prossimi dodici mesi. Prevale la prudenza nelle scelte, ma si guarda con attenzione agli investimenti azionari nelle aree geografiche che crescono di più.

Gli investitori italiani sono tra i più pessimisti in Europa sulle prospettive dei mercati finanziari, confermano l’abituale orientamento verso prodotti a basso rischio/rendimento ma guardano con attenzione agli strumenti azionari. È quanto emerge dall’ultimo Schroders Global Investment Trends Report (1) che ha intervistato in 20 Paesi di Europa, Asia e Stati Uniti 14.800 investitori (mille in Italia) intenzionati a investire almeno 10.000 Euro nei prossimi dodici mesi.

In Italia solo il 28% degli intervistati si dice più fiducioso, rispetto all’anno scorso, nelle opportunità d’investimento per il 2013. Prevale (38%) chi invece si aspetta un andamento negativo. La graduatoria europea degli ottimisti sulle prospettive dei mercati è guidata da svedesi (50%), svizzeri e tedeschi (44%). Solo in Portogallo (22%) la percentuale degli ottimisti è inferiore a quella italiana.

Quanto s’investirà nei prossimi dodici mesi
La ricerca ha rilevato che, nei prossimi dodici mesi, il 37% degli intervistati italiani pensa di diminuire (in media del 6%) il risparmio investito, il 27% prevede di aumentarlo, il 36% non cambierà l’ammontare. Diversa la media degli altri Paesi europei: il 35% aumenterà l’ammontare del risparmio investito, il 21% lo diminuirà.

Gli italiani interpellati investiranno, mediamente, 44.500 Euro. Oltre la metà (54%) investirà importi minori, compresi tra 10 e 30.000 Euro, in linea con la media europea. Solo l’8% pensa d’investire 100.000 Euro o più.

Che cosa frena gli investimenti
Rispetto all’indagine 2012, la propensione all’investimento in Italia sembra ancora frenata da fattori macro economici. La crisi del debito nell’Eurozona è ovunque in Europa la principale preoccupazione per il 2013 (45% per gli italiani, 55% in media nel resto d’Europa). Diminuisce invece (dal 63 al 44%) la preoccupazione degli italiani su un possibile aumento della pressione fiscale, che resta un timore sentito anche in altri Paesi, particolarmente in Portogallo (53%) e Francia (50%).

Regno Unito (19%), Svizzera (16%) e Svezia (14%) sono i Paesi dove l'ansia per una stretta fiscale è meno forte. In Germania, il rischio è avvertito dal 25% ed è collegato agli effetti di una possibile crisi europea più che a problemi interni.

Tra le maggiori preoccupazioni degli intervistati italiani per i prossimi dodici mesi figurano anche l’instabilità politica (43%) e la lentezza della ripresa economica nel proprio Paese (35%). Preoccupa meno la volatilità dei mercati (29%).

Le attese sull’andamento dei mercati e gli orientamenti d’investimento
Dalle opinioni degli intervistati italiani sulle aree con le migliori prospettive per l’anno emerge la seguente graduatoria: il 41% ritiene l’Asia Pacifico, inclusa la Cina, la regione con le maggiori potenzialità di crescita, seguita da Italia (31%), America Latina (24%), Asia Centrale inclusa India e Corea del Sud (24%).

Di seguito le principali evidenze riguardo alle asset class ritenute più promettenti per i prossimi dodici mesi:
- il 59% è orientato a investire nei mercati azionari con preferenza per Cina (16%), BRICs (14%), mercati emergenti (13%), Stati Uniti (12%);
- il 38% investirà nei mercati obbligazionari con preferenza per Titoli di Stato (26%), corporate bond incluso High Yield (11%).

Gli orientamenti espressi sulle scelte dei prossimi dodici mesi evidenziano contraddizioni solo apparenti: da una parte, gli intervistati italiani sono consapevoli delle opportunità offerte dalla crescita economica asiatica e, in generale, delle economie emergenti; dall’altra confermano l’indirizzo verso scelte prudenti.

Il 56% degli investitori ha dichiarato che indirizzerà il nuovo risparmio verso investimenti con basso rischio/rendimento, il 29% verso investimenti a medio rischio e il 15% verso investimenti con rischio elevato. I conti di deposito presentano un’elevata popolarità essendo preferiti dal 33%.

In termini di obiettivo d’investimento la preferenza (32%) va verso prodotti che garantiscono una protezione del capitale, mentre la crescita del capitale è un’esigenza perseguita dal 21%. Il 31% è orientato verso strumenti che generano un reddito a lungo (16%) o breve (15%) termine.

“Gli investitori italiani sono ancora frenati dalla situazione dell’Eurozona e dall’incertezza del quadro politico, ma si sta facendo strada una nuova propensione all’investimento finanziario”, ha dichiarato Luca Tenani, Responsabile Distribuzione per l’Italia di Schroders. “Le attese di crescita dell’area asiatica stanno alimentando una crescente fiducia verso gli strumenti azionari, che convive con una marcata attenzione al contenimento del rischio. L’attenzione per i prodotti in grado di generare un reddito costante riflette inoltre il successo che le cosiddette soluzioni “Income-oriented” stanno riscontrando ultimamente”.

(1) Schroders ha commissionato a Research Plus Ltd un sondaggio indipendente condotto online su un campione di 14.800 individui di 20 Paesi tra Asia, Stati Uniti e Europa.

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