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Abenomics

L’Abenomics, un nuovo elemento di rischio

15 Marzo 2013 20:00
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La nomina del Governatore Kuroda e di due altri membri della Banca del Giappone (BOJ) chiude un’importante fase di transizione avvenuta nel paese che ha visto come momento centrale l’ascesa politica di Abe, attuale primo Ministro, leader del LPD.

L’arrivo di Abe ha segnato l’inizio di una nuova era politica, monetaria ed economica, già soprannominata Abenomics, che propone progetti di innovazione, investimenti, stimolo della domanda interna e delle esportazioni, e che si incentra sul varo di una politica monetaria ultra espansiva, che punta a stimolare l’inflazione (al 2%) in un paese che da circa un ventennio soffre di una pesante deflazione.

La designazione di Kuroda dovrebbe accelerare i piani. Il nuovo Governatore, noto per la propria inclinazione verso una aggressiva politica di allentamento quantitativo, potrebbe iniziare un ampio programma di acquisto di asset già ad aprile.

“È ancora difficile dire se questa politica economica sarà un successo. Ma dei risultati importanti sono già stati ottenuti. Infatti l’indice Topix della Borsa di Tokio è salito dal minimo di metà novembre 2012 ad oggi di oltre 40% e lo yen nello stesso periodo si è svalutato di circa il 18% verso l'euro. Le implicazioni di questi movimenti nel contesto economico globale possono essere molto rilevanti e creano un nuovo elemento di rischio da valutare” dichiara a FinanciaLounge Maria Paola Toschi, Executive Director Market Strategist di J.P. Morgan Asset Management che poi aggiunge:

“Sul fronte interno l’economia giapponese è ancora piuttosto debole. I prezzi alla produzione e al consumo restano in un contesto di deflazione. Qualche progresso si è osservato nella produzione industriale e nel mercato del lavoro. Tuttavia l’indice Tankan di febbraio sulla fiducia economica è rimbalzato, evidenziando che l’Abenomics ha già prodotto un miglioramento del sentiment, e come si sa l’aumento della fiducia può influenzare molto positivamente i comportamenti legati a consumi e investimenti”.

L’Abenomics prevede un piano di stimoli alla spesa pubblica molto ampio finalizzato a realizzare investimenti infrastrutturali, in tecnologie avanzate, ricerca e sviluppo, ma anche iniziative a sostegno alle imprese, interventi che secondo le stime del Governo potrebbe portare ad una crescita del 2% del PIL nell’anno in corso. Qualche perplessità riguarda l’impatto di questi interventi sul debito pubblico che in Giappone come noto è già ampiamente superiore al 200%. Se l’inflazione sale e i tassi d’interesse anche, il finanziamento dell’ingente mole di debito potrebbe iniziare a creare qualche preoccupazione.

Per tenere schiacciati i tassi la BOJ si accinge a seguire la serie di banche centrali del mondo sviluppato che in questi anni hanno spinto sull’allentamento quantitatvo per accelerare i tempi di uscita dalla crisi iniettando nel sistema finanziario globale un’ingente quantità di liquidità, ma anche manipolando i tassi d’interesse, i tassi di cambio e determinando una serie di distorsioni sui mercati, e riaccendendo il dibatti su quella che è stata definita la guerra delle valute.

“L’annuncio dell’allentamento quantitativo del Giappone ha infatti già prodotto una forte svalutazione competitiva dello yen. Le implicazioni a livello globale di questa manovra sono rilevanti. Infatti il Giappone è uno dei paesi esportatori più forti del mondo. I principali partner commerciali che assorbono le sue esportazioni sono gli Stati Uniti e la Cina ovvero gli stessi mercati di sbocco dell’Europa".

"Il calo dello yen è tradizionalmente associato con un forte rally dei mercati azionari, e questa volta non ha fatto eccezione, proprio perchè la svalutazione della valuta può avere forti ripercussioni in termini di crescita delle esportazioni e di ripresa economica. Per contro molti produttori ed esportatori europei, tedeschi ma non solo, competono con il Giappone sui mercati internazionali e si contendono i mercati di sbocco emergenti e soprattutto la Cina. Settori come quello automobilistico, della componentistica, tecnologia e chimica farmaceutica sono quelli in cui Europa e Giappone sono diretti concorrenti” sottolinea Maria Paola Toschi.

La Abenomics potrà quindi avere dei riflessi indiretti molto sfavorevoli per l’Europa. La debolezza dello yen e la forza dell’euro potrebbero rallentare quel graduale processo di ripresa della crescita nell’area europea atteso per fine anno. “Non solo, la svalutazione competitiva dello yen rischia di mettere in difficoltà proprio quei paesi europei periferici che hanno fatto grandi sacrifici in termini di austerità e di tagli del costo del lavoro per recuperare competitività sui mercati internazionali e che adesso vedono i propri sforzi resi nulli da un nuovo contesto competitivo creato dalla svolta in Giappone e dal calo dello yen” conclude Maria Paola Toschi.
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