Affari&Finanza
L'industria del Risparmio - 25 febbraio 2013
26 Febbraio 2013 14:00
La società di gestione di un fondo comune d’investimento o di un comparto di una Sicav ha l’obbligo di dichiarare la principale strategia di asset allocation del prodotto del risparmio gestito e, in seconda battuta, il suo obiettivo di rendimento. Per quanto riguarda, in particolare, il target di performance, è possibile indicare un obiettivo generico piuttosto che uno dettagliato.
Per esempio, nel caso di un fondo azionario globale internazionale, potrebbe essere dichiarato che quello specifico prodotto investirà prevalentemente in ogni tipologia di strumenti finanziari delle Borse di tutto il mondo finalizzando il tutto alla rivalutazione del capitale nel medio lungo termine. Allo stesso tempo, nel caso di un obiettivo di rendimento più preciso, potrebbe essere indicato che, fermo restando l’utilizzo di ogni tipo di titoli azionari quotati nei listini di tutto il mondo, la gestione punterà ad ottenere un rendimento di almeno un punto percentuale in più all’anno dell’indice di riferimento, MSCI World index convertito in euro.
Negli ultimi anni, si sono diffusi sul mercato, fondi comuni flessibili (che possono cioè investire in azioni, obbligazioni, e altri strumenti finanziari da zero fino al 100%, senza alcun vincolo per il team di gestione) con un obiettivo di rendimento.
Un esempio? Il comparto dichiara di mirare a una performance di cinque punti percentuali in più rispetto al tasso Euribor a 3 mesi: se quest’ultimo fosse posizionato a quota 0,200%, il rendimento obiettivo del fondo diventerebbe del 5,2% annuo. Tuttavia, insieme al rendimento obiettivo dichiarato puntualmente, come nel caso appena indicato, devono essere forniti altri due parametri determinanti: la volatilità massima del fondo e l’orizzonte temporale raccomandato.
Per chi decide di investire in quel fondo, infatti, è indispensabile conoscere non soltanto il rendimento obiettivo ma pure l’arco di tempo consigliato (per esempio due, tre o cinque anni) e la volatilità massima (per esempio il 5% o il 10%): solo così la sottoscrizione del fondo può essere effettuata in modo veramente consapevole.
Per esempio, nel caso di un fondo azionario globale internazionale, potrebbe essere dichiarato che quello specifico prodotto investirà prevalentemente in ogni tipologia di strumenti finanziari delle Borse di tutto il mondo finalizzando il tutto alla rivalutazione del capitale nel medio lungo termine. Allo stesso tempo, nel caso di un obiettivo di rendimento più preciso, potrebbe essere indicato che, fermo restando l’utilizzo di ogni tipo di titoli azionari quotati nei listini di tutto il mondo, la gestione punterà ad ottenere un rendimento di almeno un punto percentuale in più all’anno dell’indice di riferimento, MSCI World index convertito in euro.
Negli ultimi anni, si sono diffusi sul mercato, fondi comuni flessibili (che possono cioè investire in azioni, obbligazioni, e altri strumenti finanziari da zero fino al 100%, senza alcun vincolo per il team di gestione) con un obiettivo di rendimento.
Un esempio? Il comparto dichiara di mirare a una performance di cinque punti percentuali in più rispetto al tasso Euribor a 3 mesi: se quest’ultimo fosse posizionato a quota 0,200%, il rendimento obiettivo del fondo diventerebbe del 5,2% annuo. Tuttavia, insieme al rendimento obiettivo dichiarato puntualmente, come nel caso appena indicato, devono essere forniti altri due parametri determinanti: la volatilità massima del fondo e l’orizzonte temporale raccomandato.
Per chi decide di investire in quel fondo, infatti, è indispensabile conoscere non soltanto il rendimento obiettivo ma pure l’arco di tempo consigliato (per esempio due, tre o cinque anni) e la volatilità massima (per esempio il 5% o il 10%): solo così la sottoscrizione del fondo può essere effettuata in modo veramente consapevole.
RICEVI GRATIS LE NOTIZIE IN ANTEPRIMA
