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Investimenti, il regalo di Natale 2019 può arrivare dai bond societari

Holman (Vontobel AM) nota che gli spread di credito risultano ancora del 10-15% più generosi rispetto all'inizio dell'anno: è qui che l’investitore obbligazionario può catturare opportunità

di Redazione 7 Novembre 2019 17:21
financialounge -  obbligazioni Vontobel Am

L’investimento in obbligazioni quest’anno si è rivelato finora molto generoso, sia per chi ha optato per i titoli governativi che per coloro che hanno puntato sulle obbligazioni societarie e sul debito emergente. E, a parte il differenziale del cambio valutario, ha ripagato sia gli investimenti in euro che quelli in dollari. Ma avvicinandoci alla fine dell’anno, le valutazioni appaiono ragionevolmente complete e suscitano più di una riflessione anche tra gli asset manager.

UN ATTEGGIAMENTO MODERATAMENTE COSTRUTTIVO SUL REDDITO FISSO


Tra questi, Mark Holman, CEO di TwentyFour Asset Management, esprime un atteggiamento moderatamente costruttivo sul reddito fisso alla luce dell’evoluzione di alcuni rischi geopolitici nell’ultimo mese. Il manager ammette che la combinazione di tali rischi con un rallentamento economico coordinato a livello globale avevano suscitato non poche preoccupazioni, ma ora il contesto per il mercato obbligazionario sembra meno spinoso. I rischi geopolitici principali cui si riferisce erano una hard Brexit, che ora sembra ragionevolmente improbabile, con la possibilità che si possa insediare un governo più favorevole al mercato dopo le elezioni generali del 12 dicembre, e la guerra commerciale tra Washington e Pechino. Tale disputa ha segnato il passo con entrambe le parti che sono pronte a siglare un accordo di "fase uno", che sembra alla portata.

I POSSIBILI CATALIZZATORI DI UN RISCHIO POSITIVO PER IL 2020


“Già questa intesa avrebbe il merito di scongiurare effetti ancora più negativi. Ma se fosse seguita dal taglio delle tariffe esistenti, ecco che da fonte di rischio la disputa commerciale USA – Cina avrebbe la possibilità di trasformarsi in un catalizzatore di rischio positivo per il 2020 esattamente come la sventata hard Brexit” puntualizza Holman.

GLI UTILI AZIENDALI NON HANNO DELUSO


Il quale non nasconde i propri timori alla viglia della stagione degli utili del terzo trimestre. I dati macro in continuo peggioramento potevano essere anticipatori di situazioni critiche in specifici settori mentre in linea di massima i profitti aziendali non hanno deluso finora le aspettative consentendo ai mercati azionari statunitensi di raggiungere nuovi massimi.

LA FIDUCIA DELLE IMPRESE POTREBBE MIGLIORARE


“Il rallentamento economico coordinato a livello globale resta preoccupante, ma il tasso di rallentamento sta diminuendo e i fattori meno negativi di cui sopra potrebbero migliorare la fiducia delle imprese e gli investimenti in vista del 2020” specifica infatti Holman.

I TRE TAGLI DEI TASSI DELLA FED, COME NEL 1995 E NEL 1998?


La cui attenzione cade poi sui tre tagli dei tassi implementati dalla Federal Reserve segnalandone due importanti aspetti. Si tratta dello stesso numero di interventi che, per pura coincidenza, che ha aiutato la banca centrale statunitense a guidare rari atterraggi morbidi dell’economia nel 1995 e 1998. In tutti i casi, in virtù di questi tagli i mercati hanno ritrovato lo scudo protettivo delle banche centrali – senza il quale avevano sbandato in modo vistoso nel quarto trimestre dello scorso anno – e gli investitori beneficiano di una prospettiva di tassi più stabili invece che in aumento.

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MENO APPEAL PER LA LIQUIDITÀ IN DOLLARI


In secondo luogo, aggiunge poi Holman, i tre tagli operati dalla Fed hanno inviato un messaggio importante agli investitori posizionati sulla liquidità in dollari. In un mondo dove i tassi a zero e negativi crescono a vista d’occhio, i titoli di stato (Treasury) a breve termine che offrivano oltre due punti percentuali a inizio anno attiravano molti investimenti alla ricerca di un parcheggio solido e remunerativo della liquidità. Questi tre tagli dovrebbero essere sufficienti ad invertire questa tendenza a tutto vantaggio del reddito fisso a medio e lungo termine.

UNA PUNTATA CON UN RISCHIO GIUSITIFICATO SUI CORPORATE BOND


Per quanto riguarda le possibili scelte di portafoglio per fine anno, Holman da un lato auspica che la componente obbligazionaria risulti all’interno di un portafoglio bilanciato ben diversificato, la soluzione secondo lui fortemente auspicabile in una fase avanzata del ciclo. Dall’altro a livello di scelte tattiche intravede ancora opportunità nel credito. “Non si può escludere un lieve aumento dei rendimenti tuttavia gli spread di credito – cioè i differenziali di rendimento dei corporate bond rispetto ai governativi – sono in genere ancora del 10-15% al di sopra dell'inizio dell'anno. Riteniamo che in questa area si possa puntare per la fine dell'anno con un rischio giustificato” conclude Holman.
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