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ClearBridge Investments

Il doppio shock coronavirus-petrolio ha spento sul nascere l'accelerazione Usa

ClearBridge, affiliata Legg Mason, vede aumentate le possibilità di recessione americana ma non a livello di allarme, e prevede che se la situazione peggiora la Fed tagli ancora di un altro mezzo punto

di Virgilio Chelli 13 Marzo 2020 19:00

Con la crisi del coronavirus alla fine della scorsa settimana si è realizzato uno dei tre peggiori shock possibili per i mercati, e nei giorni successivi se ne sono visti gli effetti su Wall Street e sulla altre Borse globali. Lo shock è stato lo scoppio della guerra sul prezzo del petrolio tra sauditi e russi, che ha fatto crollare il prezzo del petrolio aggiungendosi allo stress da virus. E’ questa l’analisi di Jeffrey Schulze, director e investment strategist di ClearBridge Investments, affiliata di Legg Mason, che individua gli altri due shock possibili e fortunatamente non diventati reali in un ipotetico blocco di alcuni settori dell’economia statunitense e in una seconda ondata di contagi proveniente dalla Cina.

SE LA SITUAZIONE CONTINUA A PEGGIORARE LA FED ABBASSA DI NUOVO I TASSI DI MEZZO PUNTO


In questo contesto, secondo l’esperto di Legg Mason, le probabilità di una recessione Usa sono aumentate ma non ancora a livello di allarme, e questo per la combinazione del calo della produzione di shaleoil americano, proprio a seguito della guerra dei prezzi, di Boeing che ha interrotto la produzione del 737 Max, del calo della fiducia di consumatori e imprese americane a causa del virus, che si è tradotto in una riduzione di consumi e investimenti, e infine degli utili stressati delle società. Schulze prevede che, se la situazione economica continuerà a peggiorare, nel prossimo meeting del 17-18 marzo la Fed abbasserà di nuovo i tassi e anche questa volta di altri 50 punti base.

LA MATRICE SUL RISCHIO RECESSIONE PER ORA SEGNA SOLO GIALLO, MA IL MERCATO PUO’ DIVENTARE PIU’ PESSIMISTA


La matrice sul rischio recessione elaborata dalla casa d’investimento, come si vede nel grafico riportato qui sotto, continua tuttavia a indicare un segnale giallo di cautela, ma il mercato potrà diventare anche più pessimista fino a quando non saranno chiari il decorso dell’epidemia e la reazione da parte degli Usa.

LA MATRICE DELL’ECONOMIA USA SEGNALA CAUTELA MA NON RECESSIONE



La matrice aveva registrato un trend positivo negli ultimi mesi e, nelle ultime settimane, il segnale complessivo era in procinto di passare da giallo a verde, ossia a un ritorno all’espansione economica.

DAGLI INDICATORI SEGNALI CHE PUNTANO IN DIREZIONI DIVERSE, MA GLI UTILI RESTANO VULNERABILI


Ma non appena si è iniziata a capire la gravità dell’epidemia, la dashboard ha iniziato a mostrare i primi sintomi di deterioramento e il segnale generale resta giallo. Tre indicatori hanno registrato dei peggioramenti -- l’ISM New Orders, gli spread creditizi e la curva dei rendimenti-- ma non tanto da cambiare il segnale. L’esperto di Legg Mason osserva che nonostante il miglioramento di commodities e offerta di moneta, sono state le variazioni di due indicatori non legati al virus che hanno mantenuto “giallo” il segnale complessivo: i margini di profitto delle aziende e il sentiment del mercato del lavoro. E anche se il miglioramento di commodity e salari dovrebbe allentare la pressione sui margini nel corso del tempo, in questo momento i profitti delle aziende restano vulnerabili.
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