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Idee di investimento – Azioni – 6 agosto 2018

I numeri della disoccupazione dicono che i robot non distruggono posti di lavoro. Mentre forse è iniziata una rotazione settoriale dall’hi tech ai finanziari, i mercati emergenti appaiono di nuovo attraenti.

6 Agosto 2018 09:08

La differenza tra un investimento e la speculazione può essere riassunta in tre punti. In primo luogo, prima di qualsiasi tipo di investimento sono indispensabili accurate analisi e valutazioni. In secondo luogo le prospettive di rendimento devono essere ragionevoli. In terzo luogo, l’investimento non promette a nessuno di arricchirsi velocemente. “Se manca uno di questi tre criteri non si tratta di investimento ma di speculazione” puntualizza Carlo Benetti, Market Specialist di GAM (Italia) SGR, nell’articolo I tre criteri che distinguono l’investimento dalla speculazione.

ROBOT, UN TEMA D’INVESTIMENTO NON OSTILE ALL’OCCUPAZIONE


Tra i temi di investimento che potrebbero essere velati di speculazione potrebbe figurare quello sul settore della robotica. Nel senso che si teme che i robot possano, nel medio termine, distruggere posti di lavoro. In realtà, come dimostra numeri alla mano nell’articolo I robot ci rubano il lavoro? I numeri sulla disoccupazione dicono altro Luca Tobagi, CFA Investment Strategist di Invesco, sembra vero il contrario. Il riferimento specifico dell’esperto è al tasso di disoccupazione e alla presenza di robot rispetto alla forza lavoro che vede più contenuto il primo al crescere della seconda e viceversa. Per esempio, in Corea del Sud, a fronte di un 6,31% di presenza di robot rispetto alla forza lavoro, la disoccupazione è al 4%, e lo stesso in Giappone (robot al 3,03% e disoccupazione al 2,50%) e in Germania (robot al 3,09% e disoccupazione al 3,50%), In Italia e in Francia, invece, a fronte di una presenza di robot rispetto alla forza lavoro del, rispettivamente, 1,85% e 1,32%, la disoccupazione è tra l’11% (Italia) e l’8,9% (Francia).

AZIONI, DAI FAANG AI MAAG


La mano della speculazione si è fatta sentire senz’altro nell’ascesa in Borsa del settore tecnologico USA. Tuttavia i dati trimestrali hanno messo a nudo le differenze importanti tra i tanti big hi tech a stelle e strisce. Per esempio, mentre Facebook ha registrato il tonfo più grande di sempre, Apple ha chiuso la trimestrale migliore della storia. La differenza, come viene argomentato nell’articolo Titoli tecnologici: se invece dei FAANG guardassimo i MAAG? sta nei servizi high-tech, a cominciare dal cloud, e nel modello di business.

ROTAZIONE SETTORIALE


In ogni caso la delusione provocata dai risultati trimestrali presentati da alcuni big dell’alta tecnologia statunitense (primo fra tutti, come accennato sopra, Facebook) ha comportato una vistosa battuta d’arresto per l’intero settore con l’indice Nasdaq composite che ha registrato un -2% in euro nelle ultime due settimane rispetto al +0,5% dell’S&P500. “Tuttavia, più che un movimento capace di far deragliare il movimento rialzista dei listini azionari, potrebbe trattarsi dell’inizio di una fase di rotazione in favore di temi d’investimento finora penalizzati come i finanziari”, fanno presente nell’articolo Mercati azionari, a luglio forse è partita la rotazione settoriale gli esperti di Euromobiliare AM. Il loro convincimento si basa anche sulla risalita dei rendimenti dei titoli di stato dei paesi core (Stati Uniti e Germania in primis) registrata nelle ultime settimane: un elemento di supporto ai margini operativi dei titoli finanziari che potrebbero quindi giovarsene per riprendere quota sui mercati.

UN SUPPORTO AI TITOLI FINANZIARI E DELL’AUTO


Se poi, come comincia a trapelare, i rendimenti obbligazionari in Giappone divenissero leggermente più elevati potrebbero essere un’ancora meno pesante per altri mercati e potrebbero riflettersi in un movimento al rialzo dei rendimenti francesi e tedeschi.
“Un cambio di regime che risulterebbe in linea con il nostro orientamento che privilegia le duration (scadenza media dei titoli obbligazionari che determina la sensibilità del portafoglio alle variazioni dei tassi di interesse, ndr) più brevi nel reddito fisso. Potrebbe anche porre fine a un periodo di appiattimento della curva dei rendimenti e, a sua volta, aiutare i titoli finanziari che, come quelli automobilistici, appaiono ipervenduti” sostiene nell’articolo Se anche la Bank of Japan entra nel club della ‘fine dell’accomodamento’ monetario Michael O’Sullivan, Chief Investment Officer, International Wealth Management, Credit Suisse.

AZIONI EUROPA, DISCO VERDE A FRANCOFORTE E PARIGI


Restando nell’ambito dell’azionario Europa, nell’articolo Azioni Europa: Francoforte e Parigi sì, Piazza Affari no Harald Berres, lead portfolio manager del fondo bilanciato Ethna-DYNAMISCH, che ha portato oltre il 60% l’esposizione all’equity, reputa che ci siano opportunità di guadagno nelle Borse europee. Ma con dei precisi distinguo. Il suo fondo è infatti esposto principalmente a Wall Street, Francoforte e Parigi mentre non ha azioni italiane: la debolezza di Piazza Affari si è riverberata sul valore delle partecipazioni in portafoglio soltanto in modo indiretto.

L’APPEAL DELLE AZIONI DEI MERCATI EMERGENTI


Infine una segnalazione riguardante i paesi in via di sviluppo.  “La correzione dell’azionario mercati emergenti da gennaio in poi ha creato valore in un mondo in cui le azioni di valore e di buona qualità sono scarse” sostiene, nell’articolo Mercati emergenti, valutazioni convenienti e utili in crescita spingono le azioni, Richard Turnill, BlackRock’s Global Chief Investment Strategist. “Si tratta di un’asset class che non dipende soltanto dal dollaro. L’appeal dell’azionario dei mercati emergenti si basa su solidi fondamentali: valutazioni interessanti, una robusta crescita degli utili e il più alto rendimento del capitale netto in quattro anni. Qualsiasi allentamento delle tensioni commerciali accrescerebbe l’attrattiva di questa asset class eccessivamente penalizzata da gennaio” illustra Richard Turnill rivelando, infine che, all’interno delle azioni dei mercati emergenti, la preferenza è per l’Asia.
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