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Idee di investimento - Obbligazioni - 23 marzo 2020

Mentre i bond cinesi hanno mostrato una buona resilienza in questa crisi, cominciano a esserci tensioni anche sui bond Usa di alta qualità. Intanto si intravedono opportunità sui mercati emergenti

di Leo Campagna 23 Marzo 2020 09:42

ASSICURATO UN ELEVATO LIVELLO DI FIDUCIA PER I RISPARMIATORI


Iniziamo da una informazione di servizio molto importante per gli investitori, soprattutto per i piccoli risparmiatori. I servizi bancari, finanziari, assicurativi, all’interno dei quali rientrano i fondi comuni d’investimento, “restano garantiti, nel rispetto delle norme igienico sanitarie”. A stabilirlo, come specificato nell’articolo Fondi comuni, garantita l’operatività anche con l’emergenza coronavirus, è il decreto dei presidente del Consiglio dei Ministri dell’11 marzo 2020, già pubblicato in Gazzetta Ufficiale, nel quale sono prescritte nuove norme di comportamento da attuare sull’intero territorio nazionale per prevenire e limitare i rischi del contagio da coronavirus. I fondi di investimento, pur in una grave situazione di emergenza sanitaria, possono pertanto procedere al calcolo giornaliero del NAV (quota), e garantire tutte le operazioni giornaliere necessarie per investire e disinvestire i titoli in portafoglio sui mercati finanziari in modo da mantenere la parità competitiva per tutti gli organismi di investimento collettivo. La garanzia della continuità operativa alle SGR è un fattore essenziale per l’ordinato funzionamento dei mercati finanziari e, oltre ad essere un elemento cruciale di competitività del nostro sistema finanziario, assicura un elevato livello di fiducia per i risparmiatori in un momento di particolare tensione emotiva per la situazione che si sta delineando.

UN OCCHIO ATTENTO AI MERCATI EMERGENTI


Precisato questo, l’emergenza coronavirus sta continuando a contagiare i mercati. Una altissima volatilità sui listini per il diffondersi del Covid-19 in tutta Europa ma anche il crollo delle quotazioni del petrolio fa aumentare il nervosismo. “La flessione del prezzo del greggio aggiunge disinflazione all’impatto del virus, già di per sé deflazionistico”, commenta nell’articolo GAM: il debito emergente tra epidemie e petrolio Paul McNamara, direttore degli investimenti per le strategie valutarie e obbligazionarie Emerging Markets di GAM Investments, che nella sua analisi fa il punto sui mercati obbligazionari emergenti. Il calo del prezzo del petrolio e il diffondersi del coronavirus ha ripercussioni anche sui mercati emergenti. “Tuttavia, anche se in questo caso ci sono chiaramente rischi significativi per le valute di questi mercati, siamo sostanzialmente più positivi sulle obbligazioni”, spiega Paul McNamara. “I fondamentali degli emergenti sono in uno stato di forma ragionevole, anche se non spettacolare”. La prospettiva di un dollaro più debole potrebbe diventare fonte di sollievo. Il dollaro è sceso del 6% rispetto all’euro dai minimo del 20 febbraio. “Riteniamo che i fattori tecnici abbiano un ruolo importante, anche se la debole risposta degli Stai Uniti all’epidemia e le carenze strutturali del sistema sanitario statunitense avranno probabilmente un ruolo importante”, precisa Paul McNamara. “Crediamo che una crescita più debole degli Stati Uniti sia positiva per le obbligazioni emergenti, ma molto eterogenea per le valute”.

LA FORZA DEI BOND CINESI ON-SHORE


A proposito di valute dei paesi emergenti, Cary Yeung, gestore del fondo Pictet-Chinese Local CurrencyDebt di Pictet AM, rileva che la relativa stabilità mostrata dalla yuan cinese durante l’ultimo mese di crisi, ha fornito supporto ai bond on-shore del paese. Lo yuan per quanto impattato dalla crisi del virus è riuscito a bilanciare l’effetto grazie al crescente surplus delle partite correnti, dovuto al calo delle importazioni e della contrazione dei viaggi all’estero. Il trend positivo è supportato anche dalla progressiva apertura del mercato finanziario cinese agli investitori esteri, che continua ad attirare flussi di investimento. Per tutti questi fattori, come illustrato nell’articolo Ci sono bond cinesi immuni al coronavirus: ecco quali, Pictet AM guarda alle obbligazioni onshore cinesi come ad un’asset class particolarmente interessante nel contesto attuale di incertezza, ancor più se si considera che, a parità del merito creditizio espresso dal rating A+, queste obbligazioni offrono un rendimento a scadenza introvabile altrove, in un mondo in cui 1 obbligazione su 4 in circolazione presenta rendimenti negativi, e con il 55% delle obbligazioni dell’indice Bloomberg Barclays Global Aggregate Bond che offre un rendimento inferiore all’1% annuo.

MESSA ALLA PROVA ANCHE LA RESILIENZA DEL CREDITO DI ELEVATA QUALITÀ


Intanto l’avversione al rischio alimentata dalla diffusione del virus sta cambiando le carte in tavola sui mercati e perfino porti considerati ultra-sicuri come i titoli del Tesoro americano non sono più considerati tali dagli investitori che si muovono sempre più verso il cash. E’ la fotografia della situazione scattata nell’articolo “Il coronavirus fa diventare a rischio anche le obbligazioni di qualità” dal team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management. Secondo il quale il quadro delle valutazioni è cambiato, con la resilienza del credito di alta qualità messa alla prova. I titoli Investment Grade statunitensi hanno visto un aumento degli spread e stanno iniziando a denotare un comportamento più simile a quello degli attivi più rischiosi, mentre il calo del prezzo del petrolio ha comportato una brusca reazione nei prezzi degli spread dell’High Yield e del debito dei Mercati Emergenti. Inoltre, l’importante rally del debito sovrano core, con conseguente caduta dei rendimenti, spinge a chiedersi se i titoli di Stato possano ancora offrire una copertura ai livelli attuali.

ALLA RICERCA DI FONTI DI RENDIMENTO PIÙ RESILIENTI


Resta il fatto che generare reddito con gli attuali livelli di rendimento è una grande sfida. In AllianceBernstein ritengono che occorra ampliare i nostri orizzonti e in ambito obbligazionario questo significa adottare un approccio multisettoriale globale. Ma, spiegano, è anche necessario guardare oltre l’investimento obbligazionario e puntare su una strategia multi-asset in grado di scovare opportunità ad esempio nei real-estate investment trust (REIT), nelle master limited partnership (MLP) o negli asset cartolarizzati. Rivolgendosi a diverse aree dei mercati dei capitali, gli investitori possono attingere a fonti di rendimento più resilienti, è il suggerimento di AllianceBernstein nell’articolo “Ampliare la gamma di strumenti utilizzati nell’approccio multi-asset”, la cui gamma di prodotti comprende AB All Market Income Portfolio, un fondo multi-asset che si pone l’obiettivo di generare reddito e crescita nel lungo termine, investendo in un ampio universo di titoli obbligazionari globali e azionari globali, nonché in asset e strategie non tradizionali, con una correzione dinamica della sua esposizione al mercato, mediante un’allocazione tra le diverse classi di attività, a seconda delle condizioni di mercato.
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