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Idee di investimento - Obbligazioni - 23 dicembre 2019

Per il 2020 occorre combinare una gestione attiva con la flessibilità di portafoglio. Tra le opportunità figurano la sterlina, i titoli di stato UK e il debito emergente facendo però attenzione ai bond cinesi

di Redazione 23 Dicembre 2019 09:52

ATTENZIONE AL DEBITO E AI PRESTITI BANCARI


Secondo Jessica Ground, global head of stewardship di Schroders, i rischi legati ai cambiamenti climatici non sono confinati soltanto ai titoli azionari. Investire nei cambiamenti climatici va ben oltre la semplice esclusione dei titoli dei combustibili fossili. “Ci aspettiamo quindi che si presterà attenzione anche alle partecipazioni nei mercati del debito e ai portafogli dei prestiti bancari” specifica nell’articolo Cambiamento climatico, per gli investimenti siamo solo alla punta dell’iceberg Ground. Il tutto aprirà una serie di opportunità per i gestori attivi. “Il cambiamento climatico è noto a molti ma poco compreso, soprattutto per quanto riguarda gli effetti a catena”, rimarca l’esperta. “Tra dieci anni, quando guarderemo indietro, considereremo il rischio legato agli investimenti in cambiamenti climatici come qualcosa con cui avremo imparato a convivere, così come negli ultimi dieci anni abbiamo imparato a convivere con un contesto di bassi tassi di interesse”. “Non abbiamo raggiunto il picco quest’anno con Greta Thunberg e il cambiamento climatico non è stato solo un tema del 2019. Al contrario, la mia previsione audace per il 2020 è che abbiamo raggiunto soltanto la punta dell’iceberg degli investimenti nei cambiamenti climatici, ed è un iceberg in rapido scioglimento”, conclude nell’articolo” conclude Ground.

LA SFIDA DELLA RICERCA DEL RENDIMENTO


Resta il fatto che, in un mondo caratterizzato da tassi ai minimi storici, la ricerca di rendimento rimane una vera sfida. Che, secondo Andrea Ghidoni, amministratore delegato e direttore generale di Pramerica SGR, va affrontata con strategie altamente specializzate, nonché affidandosi ai professionisti degli investimenti. “In questa fase, le strategie a ritorno assoluto consentono agli investitori di accedere più facilmente a fonti di alpha diversificate. Cruciale diventa però, l’expertise del team di gestione e il processo di risk managemen”. E in questo senso, il comparto Pramerica Sicav Global Absolute Bond Euro Hedged, che si avvale di un’altra strategia obbligazionaria globale di PGIM Fixed Income, vanta un team altamente qualificato, in grado di controllare i rischi con un monitoraggio sull’intero portafoglio su base giornaliera. Parola d’ordine flessibilità. Il comparto, infatti, utilizza una strategia flessibile, non vincolata a benchmark, che può comprendere una gestione attiva della duration, della qualità del credito e del posizionamento della curva di rendimento, nonché una selezione dei settori e dei titoli al fine di individuare le realtà che offrono il miglior profilo di rischio/rendimento, secondo le valutazioni del gestore. Il comparto presenta, inoltre, come argomentato nell’articolo Obbligazioni e flessibilità, il nuovo comparto di Pramerica SGR due fonti di extra-rendimento: l’allocazione in sub asset class obbligazionarie come ABS, Emerging Market bond, o high yield – asset class con potenzialità di rendimento interessanti a fronte di un incremento del livello di rischio – e la possibilità di sfruttare, anche tatticamente, le mutevoli opportunità di rendimento dell’universo fixed income, attraverso un portafoglio con duration complessiva contenuta.

BUONE NOTIZIE PER IL MERCATO DEL DEBITO IN STERLINE


Intanto sembra proprio che due macigni siano stati rimossi o in via di rimozione dall’orizzonte dei rischi che preoccupano gli investitori, l’escalation della guerra dei dazi tra Usa e Cina e il rischio di un avvitamento senza fine della Brexit, dopo che Donald Trump ha dichiarato partita la ‘fase uno’ della tregua commerciale e il trionfo elettorale di Boris Johnson. L’economia britannica in particolare sembra sulla via d’uscita dal vicolo cieco in cui si trova da maggio del 2016 dopo il voto referendario a favore dell’abbandono dell’Unione Europea, un ottimismo che dovrebbe pervadere il mercato britannico del credito, soprattutto se denominato in sterline. In ogni caso, come spiegano gli esperti di TwentyFour AM nell’articolo Il trionfo di Johnson apre occasioni ghiotte per i bond in sterline, mentre ci si può aspettare in quel che resta a fine anno un’offerta limitata, è sicuramente prevedibile che da gennaio gli investitori si debbano preparare a ricevere un’ondata di emissioni denominate in sterline, guidata da banche e società finanziarie, che dovrebbero essere le più pronte e preparate a cavalcare da subito il nuovo trend.

PREFERENZA PER IL DEBITO DEI MERCATI EMERGENTI IN VALUTA LOCALE


Pictet Asset Management, che non considera l’economia mondiale ancora fuori dal tunnel, vede buone prospettive per i mercati emergenti. Le preferenze nella componente obbligazionaria vanno alle emissioni in valuta locale dei mercati emergenti che dovrebbero beneficiare della stabilizzazione dell’attività manifatturiera globale e delle migliorate relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, elementi che dovrebbe anche favorire un apprezzamento delle valute emergenti nei confronti del dollaro Usa. Altro elemento a favore: anche se l’economia globale ha trovato un ritmo più stabile, le banche centrali dei paesi in via di sviluppo non paiono disposte ad assumersi alcun rischio e la loro politica monetaria rimarrà accomodante, il che significa che il rendimento superiore al 5% attualmente offerto dalla classe di attivi rimane interessante. “Il nostro ottimismo verso gli attivi dei mercati emergenti tuttavia non implica compiacenza”, si legge nell’articolo “Investimenti, perché privilegiare i mercati emergenti”. Le condizioni economiche sono in miglioramento, viene osservato, ma non si può escludere un’improvvisa inversione delle dinamiche del commercio mondiale. Per questo motivo la decisone è di sovrappesare i titoli di Stato Usa a lunga scadenza, che offrono una valutazione interessante, e l’oro.

FOCUS SUI BOND ONSHORE CINESI


Attenzione poi all’obbligazionario in yuan cinesi. Secondo Mark Zandi, Chief Economist di Moody’s le società private cinesi sono più vulnerabili rispetto a quelle possedute dallo Stato. L’avvertimento di Zandi, come riportato nell’articolo Nel 2020 la grande minaccia per i mercati arriverà dai bond cinesi, arriva dopo quello di Fitch, altra agenzia di rating di primo piano. Secondo l’economista di Moody’s le obbligazioni societarie nel loro complesso rappresentano un rischio per il sistema finanziario e per l’intera economia, anche se i titoli di debito emessi dalle aziende cinesi preoccupano di più. La causa va ricercata nel rallentamento dell’economia della Cina, causato dalla guerra dei dazi e da altri fattori, che ha indebolito la produzione delle aziende. A risentire di più dell’aumento dei default sono principalmente le obbligazioni cinesi onshore, ovvero i bond denominati in yuan. Secondo un recente report di Fitch, le obbligazioni emesse dalle società private risultano essere più vulnerabili rispetto a quelle emesse dalle società di proprietà statale. Le prime, infatti, sono più esposte a rischi dovuti a mancanza di liquidità.
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