L'analisi
Allianz Global Investors: “Un bicchiere sempre più pieno per l'Europa”
Nonostante le tensioni geopolitiche e i dazi, l'area euro ha retto l'urto delle tempeste meglio di quanto temuto. Improbabile un taglio dei tassi nella prossima riunione della Bce del 18 dicembre
di Silvia Longo 13 Dicembre 2025 12:00
Gli ultimi dati suggeriscono che il bicchiere dell'Europa si sta riempendo in modo incoraggiante. Lo afferma Allianz Global Investors. “Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? è la domanda che, infatti, viene solitamente posta per mettere in evidenza come i pregiudizi di chi osserva influenzino la percezione anche di situazioni oggettivamente neutre. Cercando di evitare di imporre i nostri bias, fa sapere Sean Shepley, Senior Economist di Allianz Global Investors, l’Europa ha buone ragioni per guardare al 2025 con più motivi di conforto che di insoddisfazione.
Il 2025 si prospettava come un anno complesso per l'Europa. Il conflitto in Ucraina e i dazi imposti dal Presidente Trump sono stati uno shock notevole per le relazioni commerciali internazionali, da cui dipendono molti Paesi dell'area euro. Secondo l'analisi di Shepley, dagli ultimi dati sul PIL del terzo trimestre, appare sempre più evidente come l'area euro abbia retto l'urto di queste tempeste meglio di quanto temuto. La crescita nel terzo trimestre ha sorpreso al rialzo, pur non essendo eccezionale, rafforzando la sensazione che gli shock passati si stiano attenuando. Il PIL è cresciuto dello 0,3% su base trimestrale, in modesta accelerazione rispetto allo 0,1% del secondo trimestre. In particolare contribuiscono alla crescita gli investimenti fissi lordi (+0,9%), la spesa pubblica (+0,7%) e, in misura più modesta, i consumi delle famiglie (+0,2%). La domanda interna, per lungo tempo fonte di grande delusione, è ora il motore principale dell'espansione. L’export netto, di contro, ha sottratto 0,2 punti percentuali alla crescita nel terzo trimestre.
La crescita è trainata da Spagna (+0,6%) e Francia (+0,5%), sebbene la forza di quest'ultima sia difficilmente sostenibile. Al contrario, l’Italia (+0,1%) è cresciuta a stento e la Germania (0,0%) è rimasta stagnante. Quest’ultima è stata una zavorra per l’intera area euro per tanto tempo. L’espansione fiscale prevista per l’anno prossimo, però, dovrebbe offrire una gradita boccata d’ossigeno.
In questo scenario di crescita la Banca Centrale Europea ha un contesto chiaro per la riunione della prossima settimana. L’inflazione ha oscillato vicino al target del 2% mentre la crescita è vicina al potenziale e il mercato del lavoro rimane stabile. Questo quadro rende improbabile un taglio dei tassi immediato. Il Consiglio Direttivo, comunque, può mantenere aperta l'opzione per un taglio di aggiustamento all'inizio del 2026 anche se il miglioramento delle previsioni sta riducendo questa possibilità.
La sorpresa positiva del Pil nel terzo trimestre potrebbe portare a una revisione al rialzo delle stime di crescita della Bce per il 2025 all'1,4%, dall'1,2% e a un ritocco di quelle per il 2026 all'1,2%. Le proiezioni sull’inflazione per il 2026 potrebbero salire leggermente all’1,8%. I responsabili della politica monetaria segnalano, comunque, che piccole deviazioni dal target non giustificano un intervento. Ci si aspetta che la Presidente della Bce Christine Lagarde riconosca il miglioramento della crescita e la diminuzione dei rischi al ribasso, evitando di contrastare le aspettative di mercato che prezzano un rialzo come prossima mossa.
Nella prossima settimana ci saranno una fitta serie di pubblicazioni di dati e riunioni delle banche centrali. Questo per recuperare il ritardo per lo shutdown Usa e per anticipare le pubblicazioni prima delle festività natalizie. Ad esempio la pubblicazione dei dati flash PMI (Purchasing Manager Index) mostrerà se il settore manifatturiero continua a subire l’effetto dell’aumento dei dazi, restando quindi indietro rispetto a un settore servizi più solido.
Negli Stati Uniti si aspetta il dato sull'occupazione per i mesi di ottobre e novembre. La prossima settimana vedrà anche la pubblicazione delle vendite al dettaglio di ottobre. Quest'ultime dovrebbero riprendere slancio dopo un settembre debole, oltre ai dati sul mercato immobiliare e al CPI e al PCE core, la misura dell’inflazione di riferimento per la Fed.
Se nell'area euro ci aspettiamo che la Bce lasci i tassi d'interesse invariati, Sean Shepley, Senior Economist di Allianz Global Investors ritiene che nel Regno Unito è atteso un taglio dei tassi della Bank of England. In Giappone, al contrario, la Bank of Japan dovrebbe procedere con un rialzo di 25 punti base.
2025: UN ANNO COMPLESSO SECONDO ALLIANZ GLOBAL INVESTORS
Il 2025 si prospettava come un anno complesso per l'Europa. Il conflitto in Ucraina e i dazi imposti dal Presidente Trump sono stati uno shock notevole per le relazioni commerciali internazionali, da cui dipendono molti Paesi dell'area euro. Secondo l'analisi di Shepley, dagli ultimi dati sul PIL del terzo trimestre, appare sempre più evidente come l'area euro abbia retto l'urto di queste tempeste meglio di quanto temuto. La crescita nel terzo trimestre ha sorpreso al rialzo, pur non essendo eccezionale, rafforzando la sensazione che gli shock passati si stiano attenuando. Il PIL è cresciuto dello 0,3% su base trimestrale, in modesta accelerazione rispetto allo 0,1% del secondo trimestre. In particolare contribuiscono alla crescita gli investimenti fissi lordi (+0,9%), la spesa pubblica (+0,7%) e, in misura più modesta, i consumi delle famiglie (+0,2%). La domanda interna, per lungo tempo fonte di grande delusione, è ora il motore principale dell'espansione. L’export netto, di contro, ha sottratto 0,2 punti percentuali alla crescita nel terzo trimestre.
CRESCITA DELL'EUROPA TRAINATA DALLA SPAGNA
La crescita è trainata da Spagna (+0,6%) e Francia (+0,5%), sebbene la forza di quest'ultima sia difficilmente sostenibile. Al contrario, l’Italia (+0,1%) è cresciuta a stento e la Germania (0,0%) è rimasta stagnante. Quest’ultima è stata una zavorra per l’intera area euro per tanto tempo. L’espansione fiscale prevista per l’anno prossimo, però, dovrebbe offrire una gradita boccata d’ossigeno.
LA RIUNIONE DELLA BCE
In questo scenario di crescita la Banca Centrale Europea ha un contesto chiaro per la riunione della prossima settimana. L’inflazione ha oscillato vicino al target del 2% mentre la crescita è vicina al potenziale e il mercato del lavoro rimane stabile. Questo quadro rende improbabile un taglio dei tassi immediato. Il Consiglio Direttivo, comunque, può mantenere aperta l'opzione per un taglio di aggiustamento all'inizio del 2026 anche se il miglioramento delle previsioni sta riducendo questa possibilità.
LE PROIEZIONI SU CRESCITA E INFLAZIONE PER L'EUROPA
La sorpresa positiva del Pil nel terzo trimestre potrebbe portare a una revisione al rialzo delle stime di crescita della Bce per il 2025 all'1,4%, dall'1,2% e a un ritocco di quelle per il 2026 all'1,2%. Le proiezioni sull’inflazione per il 2026 potrebbero salire leggermente all’1,8%. I responsabili della politica monetaria segnalano, comunque, che piccole deviazioni dal target non giustificano un intervento. Ci si aspetta che la Presidente della Bce Christine Lagarde riconosca il miglioramento della crescita e la diminuzione dei rischi al ribasso, evitando di contrastare le aspettative di mercato che prezzano un rialzo come prossima mossa.
I DATI DELLA PROSSIMA SETTIMANA
Nella prossima settimana ci saranno una fitta serie di pubblicazioni di dati e riunioni delle banche centrali. Questo per recuperare il ritardo per lo shutdown Usa e per anticipare le pubblicazioni prima delle festività natalizie. Ad esempio la pubblicazione dei dati flash PMI (Purchasing Manager Index) mostrerà se il settore manifatturiero continua a subire l’effetto dell’aumento dei dazi, restando quindi indietro rispetto a un settore servizi più solido.
USA: DATI DEL MERCATO DEL LAVORO E INFLAZIONE
Negli Stati Uniti si aspetta il dato sull'occupazione per i mesi di ottobre e novembre. La prossima settimana vedrà anche la pubblicazione delle vendite al dettaglio di ottobre. Quest'ultime dovrebbero riprendere slancio dopo un settembre debole, oltre ai dati sul mercato immobiliare e al CPI e al PCE core, la misura dell’inflazione di riferimento per la Fed.
REGNO UNITO E GIAPPONE SUL TAGLIO DEI TASSI
Se nell'area euro ci aspettiamo che la Bce lasci i tassi d'interesse invariati, Sean Shepley, Senior Economist di Allianz Global Investors ritiene che nel Regno Unito è atteso un taglio dei tassi della Bank of England. In Giappone, al contrario, la Bank of Japan dovrebbe procedere con un rialzo di 25 punti base.
