Le propsettive

Man Group svela perché Wall Street sarà vulnerabile nei prossimi due mesi

Tra i fattori che potrebbero far scendere le azioni ci sono l'aumento dei rendimenti obbligazionari, le delusioni sugli utili, i dazi, l’indipendenza della Fed e un possibile shutdown del governo Usa alla fine di settembre

di Leo Campagna 6 Settembre 2025 09:30

financialounge -  azionario FED MAN Group Wall Street
Il mese appena iniziato e il prossimo sono notoriamente difficili per il Wall Street e per il mercato azionario. Se a questo incrocio statistico sfavorevole aggiungiamo le implicazioni dei dazi, l’attacco della Casa Bianca all’indipendenza della Federal Reserve statunitense e un possibile shutdown del governo Usa alla fine di settembre, allora sono davvero molteplici i motivi che potrebbero provocare incertezza e destabilizzazione nei prossimi due mesi.

LISTINI SEMPRE PIÙ VULNERABILI


“Il rialzo continuo delle quotazioni azionarie rende i listini sempre più vulnerabili, specialmente a Wall Street, le cui valutazioni hanno raggiunto picchi altissimi. Qualsiasi fattore potrebbe far scendere le azioni, non soltanto l'aumento dei rendimenti obbligazionari o le delusioni sugli utili aziendali” fa sapere Kristina Hooper, chief market strategist di Man Group.

ALL’ORIZZONTE UN AUMENTO DEI RENDIMENTI A LUNGO TERMINE


C'è all’orizzonte un aumento dei rendimenti a lungo termine, in particolare nei paesi con livelli di debito relativamente elevati come Francia, Regno Unito, Giappone e Stati Uniti. Oltre ai bond vigilantes, che hanno già indirizzato il sentiment degli investitori a reddito fisso, altri operatori di mercato sono pronti a fare pressione dal momento che i governi sono alle prese con i negoziati sul bilancio per il prossimo anno. Il problema è che con i rendimenti più elevati sarà ancora più complicato per i governi cercare di ridurre i propri deficit fiscali.

IL RAPPORTO SULL’OCCUPAZIONE NEGLI STATI UNITI


Nel frattempo, il mercato attende con attenzione il rapporto sull'occupazione negli Stati Uniti di venerdì. “Non credo tuttavia che, per quanto si tratti di un report importante, possano emergere dati in grado di impedire alla Fed di tagliare i tassi di 25 punti base nella riunione di metà settembre” riferisce Hooper. La manager nota infatti come la campagna di pressione dell’amministrazione Trump sulla Fed stia già avendo l’effetto di orientare la banca centrale USA a concentrarsi sul quadro di crescita in rallentamento piuttosto che sulla possibile pressione al rialzo sull'inflazione.

INDEBOLIMENTO DELL’ECONOMIA


“In ogni caso, la Fed farebbe bene a preoccuparsi maggiormente dell'indebolimento della crescita economica e dell'aumento della disoccupazione. Temo infatti che l'economia possa subire un rapido deterioramento sotto la pressione dei tagli alla spesa pubblica, della politica migratoria aggressiva e dei dazi elevati. Per contro, sebbene a luglio sia emersa una certa pressione sui prezzi dell'indice PCE core, in linea con le aspettative, l’incremento del carovita non sembra sufficiente a distogliere l'attenzione della Fed dall'indebolimento dell'economia” spiega la chief market strategist di Man Group.

LA FED TAGLIERÀ I TASSI DI 25 PUNTI BASE A SETTEMBRE


Per tutte queste ragioni Hooper resta convinta che la Fed taglierà i tassi di 25 punti base a settembre. “A luglio la spesa dei consumatori si è dimostrata sostenuta ma forse più per un effetto di un anticipo della spesa. Molti rivenditori, infatti, per la maggior parte del mese di luglio non hanno trasferito i dazi doganali sui listini di Wall Street  ma penso che presto la situazione sia destinata a cambiare” conclude la manager di Man Group.

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