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AllianzGI: alte aspettative da COP28, ma i temi importanti potrebbero finire in secondo piano

Il finanziamento dei combustibili fossili e la capacità di riorganizzare il commercio globale saranno oggetto di un attento esame. A finire in ombra potrebbero essere le discussioni su biodiversità, cibo e transizione giusta

di Davide Lentini 29 Novembre 2023 10:19
financialounge -  AllianzGI cop28 dubai Matt Christensen transizione energetica

Non sarà un vertice facile, quello di COP28 che si apre domani a Dubai. Un’agenda ricca di temi da affrontare, che rischiano di essere messi in chiaroscuro da polemiche, aspetti economici e fattori esterni. "C'è molto da aspettarsi", sottolinea Matt Christensen, Global Head of Sustainable and Impact Investing di AllianzGI, che spiega come ad oggi ci siano ancora contrasti ad esempio sulla decisione di organizzare l’evento a Dubai e di farlo sotto la presidenza del sultano Al Jaber, amministratore delegato della compagnia petrolifera nazionale di Abu Dhabi.

STRATEGIE PIÙ ESPLICITE


“Tra i potenziali punti salienti di COP28 - scrive Christensen - speriamo di vedere le strategie di transizione rese più esplicite. Ma il rischio è che la cooptazione dell’agenda da parte degli interessi legati ai combustibili fossili generi ulteriore scetticismo sul fatto che COP sia troppo allineato agli interessi economici tradizionali dei paesi sovrani e delle imprese”.

LO SCETTICISMO DOPO COP 27


A generare scetticismo è anche quanto successo a novembre dell’anno scorso a Parigi quando a COP27 sono stati compiuti progressi nella lotta al cambiamento climatico, nonostante alcune battute d’arresto. "C’erano motivi per essere ottimisti - spiega ancora Christensen - Sembrava che COP27 avesse dato una svolta, ma il 2023 si confermerà l’anno più caldo mai registrato, l’incidenza e l’impatto degli eventi meteorologici gravi sono peggiorati e il tema del clima rimane altamente politicizzato”. Dall’altro lato, comunque, “stiamo assistendo a progressi tecnologici significativi nell’efficienza energetica e nelle soluzioni climatiche - spiega sempre l’analista di AllianzGI - il capitale destinato alla sostenibilità è in aumento e sono state varate politiche climatiche globali e mirate (come l’Inflation Reduction Act degli Stati Uniti) che stanno cambiando la visione”.

LA DOPPIA SPESA PER I COMBUSTIBILI FOSSILI


In questa situazione, e nonostante gli sforzi fatti per il passaggio alle energie rinnovabili, nel 2022 i Governi hanno continuato a sovvenzionare il costo dei combustibili fossili per 7 trilioni di dollari, il 7,1 del Pil globale, per oltre il 75% alle emissioni di gas serra. “L’economia globale, quindi, sta pagando due volte - spiega Matt Christensen - una volta per finanziare la causa delle emissioni e l’altra per finanziare i danni derivanti dalle stesse emissioni. Non ci aspettiamo sviluppi importanti riguardo all’eliminazione o alla riduzione graduale dei combustibili fossili, ma la pressione per reindirizzare i sussidi potrebbe avere un impatto significativo sulle nuove tecnologie di rimozione o stoccaggio del carbonio. Sono molto probabili anche progressi sulle emissioni di metano e sulle energie rinnovabili”.

CLIMA E SALUTE


Cop 28 sarà anche la prima conferenza a discutere esplicitamente il legame tra cambiamento climatico e tendenze sanitarie, in collaborazione con l’Oms. Oggi i paesi Ocse spendono in media circa il 10% del loro Pil per l’assistenza sanitaria e proprio il cambiamento climatico sta aumentando la portata e l’ampiezza delle condizioni sanitarie, con un impatto particolarmente acuto per le popolazioni a basso reddito.

I RISCHI COMMERCIALI DELLA TRANSIZIONE


“Il tema di chi e come viene finanziato il clima è sempre attuale in questi eventi - sottolinea l’analista di AllianzGI - ma ci aspettiamo che l'aspetto commerciale rappresenti una nuova dimensione nelle discussioni sulla trasformazione del sistema di finanziamento. Il trade è stato volontariamente escluso dall’Accordo di Parigi, ma prevediamo che a Dubai costituirà uno dei temi principali della giornata tematica della Finanza. Le politiche climatiche rischiano di essere inefficaci - mette in guardia Christensen - a causa delle sfide legali e delle tensioni commerciali causate dal Meccanismo di Adeguamento al Confine per il Carbonio, il Cbam, una sorta di tassa sui prodotti a alta intensità di carbonio importato dall’Unione europea”. Per Matt Christensen anche le politiche climatiche divergenti e la resistenza da parte dell’Organizzazione Mondiale del Commercio costituiscono un fattore determinante. “Questo argomento potrebbe creare più polemiche che progresso - spiega - ma è importante se le economie globali vogliono allinearsi allo zero netto attraverso un nuovo quadro globale per finanziare la transizione climatica”.

AMBIENTE E SICUREZZA ALIMENTARE


A COP28 si parlerà anche di sicurezza alimentare. Il 10 dicembre sarà infatti  la giornata dedicata al cibo, all’agricoltura e all’acqua, con discussioni incentrate su investimenti, meccanismi di finanziamento, sistemi alimentari resilienti all’acqua e all’agricoltura rigenerativa. La Banca Mondiale ha evidenziato la crescente insicurezza alimentare nel contesto degli eventi geopolitici in corso, dei diversi impatti del ritorno di El Niño e di restrizioni come il recente divieto dell’India sull’esportazione di riso non basmati. “Ci aspettiamo una bozza di testo sulla realizzazione di una trasformazione del sistema alimentare mirata a una transizione giusta verso una sicurezza alimentare sostenibile”, spiega Christensen.

LA "JUST TRANSICTION"


Le Nazioni Unite hanno recentemente ribadito l’obiettivo del sostegno finanziario e tecnico per consentire proprio la transizione giusta, la cosiddetta "just transiction", in cui il passaggio a un’economia più sostenibile sia equo per tutti. "La transizione giusta - osserva l'analista di AllianzGI - è stata discussa nelle precedenti COP, ma la crescente incidenza e gravità degli impatti climatici ha colpito più duramente le comunità più vulnerabili. La Giornata dell’energia, dell’industria e della transizione giusta esaminerà le opportunità per decarbonizzare rapidamente l’energia e le catene del valore industriale, accelerando al contempo la crescita economica e proteggendo il benessere sociale. Aspettiamo di vedere quanti altri paesi aderiranno ai partenariati congiunti per la transizione energetica - conclude Matt Christensen, Global Head of Sustainable and Impact Investing di AllianzGI - mentre si prevede ulteriore chiarezza sulla struttura e sulla governance del Fondo per le perdite e i danni annunciato lo scorso anno. In sintesi, c’è molto da aspettarsi".
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