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Le turbolenze non sono finite, ma PGIM Fixed Income esclude un’altra crisi finanziaria

Per Gerwin Bell (PGIM Fixed Income) è comunque importante che gli investitori non confondano una tregua nelle preoccupazioni e nella volatilità di mercato con il via libera a una nuova indiscriminata assunzione di rischio

di Leo Campagna 19 Aprile 2023 07:55
financialounge -  bond Gerwin Bell mercati PGIM Fixed Income

Lo stress del settore finanziario, emerso in tutta la sua evidenza con il collasso della Silicon Valley Bank, dimostra sia che gli aggressivi aumenti dei tassi dello scorso anno hanno creato conseguenze indesiderate e sia che il settore finanziario rappresenta un
importante veicolo per le recessioni.

UNA PROFONDA DIFFERENZA CON LA GRANDE CRISI FINANZIARIA DEL 2008


Ma, con una profonda differenza rispetto a quanto accaduto con la grande crisi finanziaria del 2008. “La causa scatenante non sono stati i prodotti finanziari tossici di cui le banche erano piene nel 2008, ma gli asset più sicuri che esistano, i Treasury statunitensi e gli agency bond, proprio gli asset che le banche erano state incoraggiate a detenere con le normative post-2008. Naturalmente, il valore di queste obbligazioni, molte delle quali acquistate durante il periodo di tassi d’interesse ai minimi, è crollato con i loro rialzi” tiene a sottolineare Gerwin Bell, Lead Economist per l’Asia del team Global Macroeconomic Research di PGIM Fixed Income.

INTERVENTI CHE HANNO INNESCATO ULTERIORE INCERTEZZA


Negli Stati Uniti è stata rapidamente dichiarata dalle autorità una "esenzione dal rischio sistemico" per le banche più piccole e tutti i depositi sono stati garantiti retroattivamente. In Svizzera, le regole di prelazione dei creditori sono state accantonate e alcuni titoli azionari sono stati rimborsati, mentre le obbligazioni AT1 junior non lo sono state. Interventi che hanno inevitabilmente innescato ulteriore incertezza.

CURVA DEI RENDIMENTI INVERTITA


I governi e le autorità di regolamentazione hanno cercato di rispondere a queste preoccupazioni sottolineando ripetutamente la sicurezza delle banche. Nel frattempo la curva dei rendimenti è ancora più invertita – succede quando i tassi di interesse a breve superano quelli a lungo termine – rispetto a prima del 2008 e c'è il rischio concreto che, continuando ad aumentare i tassi, le banche centrali siano pronte a innescare una contrazione del credito e una conseguente recessione prima di tagliare i tassi.

CRITICITA’ IN ALTRI AMBITI DEI MERCATI FINANZIARI


“Riteniamo che tutto questo non sia un nuovo 2008. È improbabile che le banche siano l'epicentro di una nuova crisi, dati i livelli generalmente elevati di capitalizzazione e le misure di sicurezza ufficiali” riferisce Bell che, tuttavia, ammette criticità in altri ambiti dei mercati finanziari: dall'implosione di gran parte dell'ecosistema delle criptovalute alla correzione delle valutazioni del settore tecnologico nel momento in cui l'aumento dei tassi di interesse ha incrinato i loro fondamentali, dai mercati privati cresciuti negli anni scorsi grazie i tassi ai minimi storici alle preoccupazioni per gli immobili commerciali.

L’ASIA PUO’ SEMBRARE UN PORTO SICURO MA….


In questo contesto l’Asia può sembrare un porto sicuro in caso di tempesta alla luce dei problemi del sistema bancario negli Stati Uniti e in Europa. E’ vero che la crisi finanziaria asiatica della fine degli anni '90 sembra aver dato vita a sistemi più resilienti rispetto alla crisi del 2008 nei Paesi occidentali. Tuttavia, i sistemi finanziari dei Paesi nord-asiatici in surplus hanno investito in modo massiccio in obbligazioni quando i rendimenti erano bassi e stanno registrando perdite mark-to-market simili: una grave perturbazione finanziaria negli Stati Uniti e in Europa minerebbe anche l'Asia.

LE TURBOLENZE FINANZIARIE NON SONO FINITE


E’ improbabile secondo Bell che le turbolenze finanziarie siano finite e gli investitori farebbero bene a non confondere una tregua nelle preoccupazioni e nella volatilità di mercato con il via libera a una nuova indiscriminata assunzione di rischio. Inoltre, anche la fiducia nella competenza normativa è inficiata. “I rialzi aggressivi delle politiche monetarie dovranno probabilmente essere allentati, anche a costo di accettare un carovita più elevato a medio termine. Non è certo augurabile un mondo di shock finanziari continui e di stretta creditizia senza sosta” conclude il manager di PGIM Fixed Income.
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