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Fase propizia per l’high yield ma PGIM Fixed Income privilegia i settori difensivi

Il 2023 dovrebbe essere un anno di soddisfazione per chi investe nell'high yield ma gli esperti di PGIM Fixed Income prediligono i settori utility, telecom e salute e una strategia con investimenti graduali e ripetuti

di Redazione 3 Aprile 2023 11:24
financialounge -  High Yield jonathan butler PGIM Fixed Income robert cignarella utility

L’anno scorso gli investitori obbligazionari, compresi quelli in titoli high yield, hanno accusato perdite significative. A penalizzarli la combinazione micidiale di inflazione persistente e aggressivi rialzi dei tassi mirati a contenerla, gli impatti della guerra in Ucraina, e le implicazioni delle condizioni monetarie restrittive sull'economia. Ma quest’anno la musica dovrebbe cambiare anche perché il picco dei rialzi dei tassi è atteso nel corso del 2023.

PREFERITO UN PROFILO DI CAUTELA


Ne sono convinti Jonathan Butler, Head of European Leveraged Finance, e Robert Cignarella, CFA, Head of U.S. High Yield di PGIM Fixed Income. I due manager, pur guardando con ottimismo ai tassi attuali dell’high yield, preferiscono un profilo di cautela in attesa di una maggiore visibilità sulla politica monetaria e l'economia. Non si può infatti escludere una recessione né negli Stati Uniti e neppure in Europa.

POSSIBILITÀ DI GUADAGNI PROMETTENTI NELL’HIGH YIELD


Per Butler e Cignarella le prospettive sull’inflazione europea continuano ad essere incerte sia per le interruzioni lungo le catene di approvvigionamento causate dalla guerra e sia per la maggiore dipendenza dai prezzi energetici. “La Bce potrebbe proseguire nel suo percorso restrittivo più a lungo della Fed sebbene l’istituto centrale statunitense possa finire per spingersi troppo oltre con la contrazione” riferiscono i due manager di PGIM Fixed Income. Secondo i quali, se la recessione negli USA fosse scongiurata da un mercato del lavoro solido e dalla crescita dei salari reali, è possibile ipotizzare un margine di guadagno promettente per l'high yield.

UNA RIGOROSA SELEZIONE DEI SINGOLI EMITTENTI


L’attenzione di Butler e Cignarella è sul possibile incremento dei default - al momento quasi sui minimi storici - a causa dei fondamentali societari in indebolimento. Se poi a questo si aggiungono le pressioni sugli utili aziendali ecco che non si può prescindere da una rigorosa selezione dei singoli emittenti. “La buona notizia è che i rendimenti elevati forniscono una riserva di reddito abbastanza consistente in grado di attutire buona parte dell'impatto di una recessione. In uno scenario recessivo, se è probabile un ampliamento degli spread (differenziali di rendimento rispetto ai titoli di stato) è altrettanto possibile aspettarsi cospicui ritorni in conto capitale grazie al declino dei tassi di interesse” spiegano i due manager.

FOCUS SUL CREDITO DI QUALITÀ SUPERIORE


E nel caso di atterraggio morbido dell’economia USA? In quel caso Butler e Cignarella intravedono un punto di ingresso attraente nell'high yield statunitense nei prossimi sei mesi perché la potenziale contrazione degli spread (circa 100-125 punti base) garantirebbe ai prezzi attuali ritorni interessanti. Detto questo, i due manager di PGIM Fixed Income, consigliano il credito di qualità superiore con un’esposizione meno ciclica e più difensiva, privilegiamo settori quali le telecom, le utility e la salute, che offrono flussi di cassa stabili.

STRATEGIA CON INCREMENTI GRADUALI NEL TEMPO


I due manager di PGIM Fixed Income concludono la loro analisi con una raccomandazione: “Si potranno presentare nel corso dell’anno possibili punti di ingresso ideale. Tuttavia meglio non farsi prendere troppo dall’entusiasmo perché le attuali condizioni economiche e finanziarie giustificano un'esposizione moderata all'high yield. Semmai si può adottare una strategia con incrementi graduali e in linea con la crescita della conferma di una svolta duratura a livello di sentiment di mercato”.
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