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L'analisi

Amundi: fondamentali delle banche europee solidi, ma non è il momento di rischi eccessivi

Consigliato un approccio equilibrato incentrato su oro, titoli di Stato e azioni di qualità ed essere pronti a cogliere opportunità di ingresso nel corso dell’anno nei settori ciclici, come banche, energia e materiali di base

di Leo Campagna 29 Marzo 2023 11:55
financialounge -  Amundi Matteo Germano Monica Defend sistema bancario Vincent Mortier

Dopo il collasso di Silicon Valley Bank (SVB) e l’acquisizione del Credit Suisse da parte di
UBS, la scorsa settimana è continuata l'incertezza nei mercati, con un'ulteriore aumento della volatilità sul settore bancario e, in particolare, sul titolo Deutsche Bank. La presidente della BCE Christine Lagarde si è mossa per raffreddare la tensione ribadendo la solidità del settore bancario europeo, mentre il cancelliere tedesco Scholz ha affermato che Deutsche Bank appare redditizio e che non c'è motivo di preoccuparsi.

TIMORI CRESCENTI DI RECESSIONE


Dopo un inizio d’anno in cui i mercati apparivano guidati da un eccessivo compiacimento sui possibili tagli dei tassi, adesso sembrano essere governati soprattutto dai crescenti timori di recessione. Tuttavia, Monica Defend, Head of Amundi Institute, Vincent Mortier, Group Chief Investment Officer, e Matteo Germano, Deputy Group Chief Investment Officer, di Amundi non notano significativi cambiamenti in termini di fondamentali rispetto alle settimane precedenti. Tra l’altro, oltre ai titoli bancari hanno subito un forte impatto in Borsa anche i titoli dell'energia, delle materie prime e i prezzi del petrolio. Nel frattempo i flussi degli investitori si sono orientati verso asset ritenuti più sicuri come l'oro, i mercati monetari e i titoli di Stato.

NESSUNA CONTRAZIONE DEL CREDITO IN EUROPA


“E’ vero che è in atto una decelerazione della crescita del mercato del credito in Europa ma non ci aspettiamo una contrazione. I fondamentali degli istituti europei sono solidi e le banche, compresa Deutsche Bank, hanno livelli di capitale e liquidità superiori ai requisiti normativi e dovrebbero continuare a concedere prestiti a clienti meritevoli di credito. Altrettanto importante, inoltre, il fatto che sia le imprese e che le famiglie europee non evidenzino una leva finanziaria eccessiva” spiegano i tre manager di Amundi.

L’EPISODIO SUI BOND AT1 DI CREDIT SUISSE E’ STATO UN’ECCEZIONE


La BCE e le altre banche centrali hanno rassicurato sulla loro disponibilità a far fronte a eventuali carenze di liquidità nel sistema. E, aspetto di assoluto rilievo, è stato chiarito da tutti i regolatori europei che sarà rispettata la gerarchia del capitale in caso di risoluzione o fusione, confermando che l'episodio del Credit Suisse è stato un'eccezione: in pratica il valore delle obbligazioni subordinate AT1 non potrà essere azzerato se non solo dopo che sia stato azzerato il capitale azionario della banca.

PREFERENZA ALLE BANCHE RETAIL CON UTILI SOSTENIBILI


“All'interno del settore” sottolineano i tre professionisti di Amundi “la preferenza va alle banche retail con fonti di deposito stabili e diversificate, in grado di generare elevati livelli di redditività e di coprire il costo del capitale, e quelle in grado di generare utili sostenibili”. In questo contesto di incertezza, la raccomandazione è di mantenere un atteggiamento di cautela negli investimenti.

OPPORTUNITA’ DI INGRESSO NEL CORSO DELL’ANNO NEI SETTORI CICLICI


“Meglio adottare un approccio equilibrato incentrato sull’oro e sui titoli di Stato, che tornano a svolgere una funzione di diversificazione rispetto al mercato azionario. All’interno di quest’ultimo, nell'attuale contesto è fondamentale avere un orientamento verso la qualità, cioè i titoli azionari che presentano una bassa leva finanziaria, utili affidabili e stabili e un bilancio solido” specificano i tre esperti di Amundi. Secondo i quali potrebbero esserci opportunità di ingresso nel corso dell’anno nei settori ciclici. Questo perché settori come banche, energia e materiali di base dovrebbero rimanere esposti alla congiuntura economica debole e quindi a rimanere sotto pressione fino a quando non saranno più chiare le dinamiche relative a tassi, inflazione e andamento dell’economia.
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