La giornata dei mercati
Le Borse europee recuperano dopo calo su dato USA, Wall Street sopra i minimi
Dopo la violenta sbandata seguita al nuovo dato sull’inflazione USA più forte del previsto Wall Street recupera qualcosa e scambia sopra i minimi, le Borse europee annullano le perdite e finiscono in positivo
di Virgilio Chelli Aggiornato al 13/10/2022 17:10
13/10/2022 17:10
Il dato sull’inflazione USA di settembre, di nuovo superiore alle attese, questa volta non sembra aver provocato gli effetti devastanti di un mese fa, quando lo S&P 500 aveva chiuso la peggior seduta dell’anno. Gli indici di Wall Street viaggiano ben sopra i minimi a quattro ore dalla chiusura mentre le Borse europee hanno recuperato tutte le perdite riagguantando il territorio positivo nel finale con Milano meglio delle altre, forse incoraggiata anche da un avvio di legislatura senza incidenti che ha visto eletto presidente del Senato al primo voto Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia.
Il rialzo annuo dell’inflazione si è cifrato all’8,2% contro un consensus dell’8.1% e quello mensile nel +0,4% contro stime dello 0,2%. Il tasso ‘core, particolarmente seguito dalla Fed, che esclude alimentari e energia, ha accelerato al 6,6% annuo e allo 0,6% sul mese, contro il 6,5% del consensus, portandosi ai massimi dal 1982. Inizialmente i futures di Wall Street e le Borse hanno reagito con un netto calo azzerando i rialzi della mattinata con Parigi e Milano sotto di oltre l’un per cento e Francoforte perdita più contenuta.
Con il dato di oggi diventa praticamente una certezza un nuovo importante rialzo della Fed alla riunione dell’1-2 novembre, ma a differenza di un mese fa forse il mercato era più preparato e forse nutre anche qualche speranza di una conversione di Fed e BCE a più miti consigli dopo l’allarme recessione globale lanciato dal FMI. Anche il mercato obbligazionario prende due strade diverse sulle due sponde dell’Atlantico con il Treasury che ormai sfiora il 4% mentre Bund e Btp limano leggermente i rendimenti. Dollaro sempre forte contro tutte le principali valute.
13/10/2022 15:00
I futures sui principali indici di Wall Street, dopo una prima reazione in leggero rialzo, puntano pesantemente in ribasso dopo un dato più forte delle attese sull’inflazione USA a settembre. Il rialzo anno si è cifrato all’8,2% contro un consensus dell’8.1% e quello mensile nel +0,4% contro stime dello 0,2%. Il tasso core, particolarmente seguito dalla Fed, che esclude alimentari e energia, ha accelerato al 6,6% annuo e allo 0,6% sul mese, contro il 6,5% del consensus, portandosi ai massimi dal 1982.
Anche le Borse europee passano bruscamente in netto calo azzerando i rialzi della mattinata con Parigi e Milano che si portano in rosso di oltre l’un per cento mentre Francoforte limita i danni se pure in perdita. L’euro arretra su dollaro mentre il rendimento del Treasury cede sotto i recenti massimi.
Va così in scena la replica di quanto successo un mese fa con il dato sull’inflazione di agosto, anche in quel caso più forte del previsto che spedì in calo del 4,3% lo S&P che andò a chiudere la peggior seduta dell’anno. Ieri i prezzi alla produzione USA erano usciti più alti del previsto ma senza provocare sconquassi sull’azionario. Dopo i recenti dati sul lavoro, quello di oggi sull’inflazione dà agli investitori e ai mercati la certezza che devono prepararsi a un altro rialzo importante dei tassi della Fed alla prossima riunione dell’1-2 novembre.
13/10/2022 11:45
Dopo una chiusura asiatica in ribasso contenuto ma generalizzato, l’azionario europeo nella mattinata si tiene a galla in territorio positivo, con Milano in rialzo più sensibile nel giorno di apertura della legislatura, con le due Camere riunite per eleggere i rispettivi presidenti. I mercati europei non sembrano particolarmente scossi dai verbali della Fed pubblicati ieri sera, che hanno confermato la determinazione a contrastare l’inflazione continuando ad alzare i tassi, dopo che nel pomeriggio anche i prezzi alla produzione USA avevano mostrato resilienza con un dato superiore alle attese.
Ora gli occhi di mercati e investitori sono tutti concentrate sul dato sull’inflazione USA di settembre, in uscita un’ora esatta prima dell’apertura degli scambi a Wall Street. Le attese puntano a un tasso annual in rallentamento per il terzo mese consecutivo ma sempre elevato all’8,1%, che sarebbe comunque la lettura più bassa da sette mesi, facendo seguito all’ 8,3% segnato ad agosto. Il tasso mensile dovrebbe invece uscire allo 0,2%, leggermente sopra lo 0,1% di agosto, con i costi residenziali, educazione, tariffe aeree e assicurazioni auto in maggior crescita, mentre i prezzi della benzina sono attesi in forte caduta, insieme a quelli di auto e camion usati e dele cure mediche. Il tasso core, che esclude alimentari e energia ed è particolarmente monitorato dalla Fed, è atteso in aumento dello 0,5% sul mese portando il tasso anno su anno al 6,5%, tornando ai massimi di 40 anni segnati a marzo.
Il quadro della mattinata vede un dollaro stabile e un rendimento del Treasury USA attestato vicino ai massimi da 14 anni, mentre i tassi dei principali governativi europei cedono qualcosa.
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