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Per Vontobel il reddito fisso trova supporto dal possibile picco di inflazione

George Curtis (Vontobel) riconosce che gli interventi della Fed cominciano a produrre risultati ma suggerisce di evitare qualsiasi ‘esuberanza irrazionale’ dopo un solo dato sull'inflazione

di Leo Campagna 13 Agosto 2022 09:30
financialounge -  George Curtis inflazione Morning News Vontobel Asset Management

C’era molta attesa mercoledi per i dati sull’inflazione statunitense. I risultati, inferiori alle aspettative per la prima volta quest’anno, si sono rivelati piuttosto favorevoli per i mercati. “A luglio l'indice dei prezzi al consumo (CPI) si è attestato all'8,5% su base annua, in calo rispetto al 9,1% di giugno, mentre il dato mensile è risultato leggermente negativo (-0,02%) e ha rappresentato la più ampia perdita rispetto al consenso in più di cinque anni, dal momento che gli economisti stimavano uno 0,2%” fa sapere George Curtis, Portfolio Manager di Vontobel.

ATTENUATE LE PRESSIONI SUI PREZZI NELL’IPC CORE


Il manager ammette che si sarebbe aspettato qualcosa di meglio alla luce del calo delle materie prime registrato nel corso del mese di luglio, tuttavia è incoraggiato nel vedere che le pressioni sui prezzi si sono attenuate nell'IPC core, che esclude le componenti più volatili del carovita come energia e prodotti alimentari. “La corsa di alcune voci era inevitabilmente destinata a rallentare, come le tariffe aeree (in particolare con l'avvicinarsi della fine dell'estate) e le auto usate. In parallelo, però, ha una certa rilevanza un certo ammorbidimento nell’ambito dell'edilizia abitativa, dove gli affitti equivalenti ai proprietari hanno registrato una crescita mensile dello 0,6% rispetto allo 0,7% del mese precedente”, riferisce Curtis.

MEGLIO NON ILLUDERSI TROPPO


Ma nessuno si illuda. La strada che consentirà alla Fed di vincere la guerra all’inflazione  è ancora lunga. E’ vero che, ancora una volta, affiora la speranza che l'inflazione abbia raggiunto il suo picco. Ma è altrettanto sacrosanto non illudersi troppo visto che in passato i mercati hanno già chiamato il picco dell'inflazione, e non è andata molto bene. Non è un caso che i membri della Fed si siano affrettati a temperare, rapidamente dopo il rapporto, qualsiasi reazione troppo entusiastica del mercato.

FAR SCENDERE L’INFLAZIONE AL 2%


“E’ un atto dovuto, in quanto un allentamento delle condizioni finanziarie proprio quando l'inflazione inizia a scendere non è ciò di cui hanno bisogno nella loro battaglia per anticipare la curva e far scendere l'inflazione al loro obiettivo del 2%”, puntualizza il manager di Vontobel. Curtis, tuttavia, riconosce che le iniziative intraprese dalla Fed nel corso degli ultimi nove mesi stiano iniziando a manifestarsi nei dati: una tendenza che dovrebbe continuare nella seconda metà di quest'anno.

EVITARE QUALSIASI ESUBERANZA IRRAZIONALE


Resta il fatto che, se dal fronte della domanda la spinta ai prezzi al consumo si è indebolita, non si può affatto escludere che i fattori esterni possano ancora sorprendere al rialzo nei prossimi mesi. “Il calo dell'inflazione è comunque una buona notizia. Semmai raccomanderei di evitare, come hanno fatto i mercati azionari e creditizi mercoledì subito dopo l’annuncio dei dati del carovita USA, qualsiasi ‘esuberanza irrazionale’ dopo un solo dato sull'inflazione”, ammonisce Curtis.

I MERCATI POTREBBERO IRRIGIDIRSI PER IL RESTO DELL’ESTATE


Il Portfolio Manager di Vontobel ammette però che, alla luce della solida stagione degli utili relativi al secondo trimestre, di un altro rapporto molto positivo sulle retribuzioni dei lavoratori statunitensi di venerdì scorso, di un tasso di insolvenza che rimane vicino ai minimi storici e ora forse di un picco dell'inflazione alle spalle, i mercati possono essere perdonati per aver apprezzato i dati migliori. Ma attenzione perché, dopo aver registrato flussi positivi sul credito, non si può escludere che i mercati possano irrigidirsi per il resto dell'estate.
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