Politiche monetarie e rischio recessione
Natixis IM: Fed e Bce verso la normalizzazione monetaria, ma senza strappi improvvisi
Mabrouk Chetouane e Nicolas Malagardis, Global Market Strategy di NIM Solutions, sottolineano il rischio di un "atterraggio duro" dell’economia, soprattutto in Europa, che potrebbe indurre a stringere con prudenza
di Virgilio Chelli 12 Aprile 2022 12:09
Nell’attuale scenario, qualsiasi previsione economica andrebbe considerata con prudenza, poiché la situazione rimane molto fluida e lo spettro degli esiti possibili è ampio. Nel breve termine, Natixis IM Solutions prevede una decelerazione della crescita globale, specialmente in Europa, dove le pressioni stagflazionistiche sono aumentate a seguito dello shock dell’offerta di commodity, della perdita di potere d’acquisto delle famiglie e del possibile rinvio della spesa privata.
Ma Mabrouk Chetouane e Nicolas Malagardis - Global Market Strategy di NIM Solutions, anche se i rischi di recessione appaiano orientati al rialzo, credono che questo timore sia fuori luogo, almeno nel breve termine, e prevedono che la crescita globale rimarrà superiore al potenziale a lungo termine per gran parte del 2022. In effetti, le ultime previsioni di Natixis IM Solutions indicano una crescita del PIL reale dell’Area Euro al 3,0% nel 2022, rivista al ribasso di 0,4 punti percentuali rispetto alle stime di gennaio 2022.
Secondo i due esperti di NIM Solutions è probabile che i Paesi europei utilizzino eventuali margini di manovra residui nei bilanci pubblici per attutire l’impatto sui consumi ed in particolare sulla spesa energetica delle famiglie a basso reddito. Ci saranno probabilmente discussioni politiche sulle opzioni disponibili per affrontare la duplice crisi energetica e di difesa, con emissione di nuovo debito comune da parte della UE.
Questo contesto potrebbe incidere sul percorso di normalizzazione delle politiche monetarie delle principali banche centrali, che potrebbero essere indotte a tirare il freno a causa di un deterioramento più rapido del previsto delle condizioni finanziarie. Ma Chetouane e Malagardis osservano che la BCE ha già cambiato passo, adottando un tono meno accomodante. Sebbene la presidente Lagarde abbia annunciato un’accelerazione del tapering, non prevedono comunque che la BCE aumenterà i tassi nel 2022, e si aspettano che un eventuale rialzo nel 2023 dipenda in ultima analisi dal grado di distruzione della domanda causata dal conflitto.
Allo stesso modo, secondo gli esperti di Natixis IM Solutions, è improbabile che la Fed implementi il numero di rialzi dei tassi scontato nelle attuali quotazioni dei future sui Fed Funds. Anche se gli Stati Uniti potrebbero rimanere relativamente immuni all’impatto della crisi nel breve termine, Chetouane e Malagardis continuano a ritenere che la Fed intenda procedere con prudenza, consapevole delle possibili ricadute di un eccessivo rallentamento dell’economia europea.
Nel complesso, i due esperti di Natixis IM Solutions formulano in conclusione la previsione che la banca centrale americana implementerà 3-4 rialzi dei tassi in modo graduale, al fine di monitorare attentamente l’inasprimento già in corso delle condizioni finanziarie.
TIMORI ECCESSIVI DI RECESSIONE
Ma Mabrouk Chetouane e Nicolas Malagardis - Global Market Strategy di NIM Solutions, anche se i rischi di recessione appaiano orientati al rialzo, credono che questo timore sia fuori luogo, almeno nel breve termine, e prevedono che la crescita globale rimarrà superiore al potenziale a lungo termine per gran parte del 2022. In effetti, le ultime previsioni di Natixis IM Solutions indicano una crescita del PIL reale dell’Area Euro al 3,0% nel 2022, rivista al ribasso di 0,4 punti percentuali rispetto alle stime di gennaio 2022.
USARE I MARGINI DI BILANCIO
Secondo i due esperti di NIM Solutions è probabile che i Paesi europei utilizzino eventuali margini di manovra residui nei bilanci pubblici per attutire l’impatto sui consumi ed in particolare sulla spesa energetica delle famiglie a basso reddito. Ci saranno probabilmente discussioni politiche sulle opzioni disponibili per affrontare la duplice crisi energetica e di difesa, con emissione di nuovo debito comune da parte della UE.
LA BCE NON DOVREBBE ALZARE NEL 2022
Questo contesto potrebbe incidere sul percorso di normalizzazione delle politiche monetarie delle principali banche centrali, che potrebbero essere indotte a tirare il freno a causa di un deterioramento più rapido del previsto delle condizioni finanziarie. Ma Chetouane e Malagardis osservano che la BCE ha già cambiato passo, adottando un tono meno accomodante. Sebbene la presidente Lagarde abbia annunciato un’accelerazione del tapering, non prevedono comunque che la BCE aumenterà i tassi nel 2022, e si aspettano che un eventuale rialzo nel 2023 dipenda in ultima analisi dal grado di distruzione della domanda causata dal conflitto.
LA FED INTENDE PROCEDERE CON PRUDENZA
Allo stesso modo, secondo gli esperti di Natixis IM Solutions, è improbabile che la Fed implementi il numero di rialzi dei tassi scontato nelle attuali quotazioni dei future sui Fed Funds. Anche se gli Stati Uniti potrebbero rimanere relativamente immuni all’impatto della crisi nel breve termine, Chetouane e Malagardis continuano a ritenere che la Fed intenda procedere con prudenza, consapevole delle possibili ricadute di un eccessivo rallentamento dell’economia europea.
IN USA 3-4 RIALZI IN MODO GRADUALE
Nel complesso, i due esperti di Natixis IM Solutions formulano in conclusione la previsione che la banca centrale americana implementerà 3-4 rialzi dei tassi in modo graduale, al fine di monitorare attentamente l’inasprimento già in corso delle condizioni finanziarie.