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Geopolitica e portafoglio

AllianceBernstein: dalla guerra in Ucraina implicazioni durature per gli investimenti

Chris Hogbin, Scott DiMaggio e Gershon Distenfeld, rispettivamente Head di Equities e Co-Head di Fixed Income, analizzano le principali implicazioni per Europa, materie prime, globalizzazione e fattori ESG

di Virgilio Chelli 28 Marzo 2022 15:24
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Con l’attacco all’Ucraina, Putin ha annullato decenni di sforzi per cementare la pace in Europa dopo la Guerra fredda, mentre per gli investitori il nuovo ordine mondiale solleva diversi temi che condizionano l’analisi di asset class e titoli. Gli investitori azionari e obbligazionari devono ripensare gli effetti della guerra sul quadro macroeconomico globale e ragionare su come queste tendenze influiscono su singole imprese e paesi e sulla selezione dei titoli.

L’EUROPA DEVE RIPENSARE LE STRATEGIE ENERGETICHE


AllianceBernstein, in un commento firmato da Chris Hogbin, Scott DiMaggio e Gershon Distenfeld, rispettivamente Head di Equities e Co-Head di Fixed Income, analizza le principali implicazioni per l’Europa, per le materie prime e per la globalizzazione, indicando anche le strategie più appropriate di gestione del rischio. I paesi europei sono costretti a ripensare le loro strategie energetiche, accelerando la transizione verso le rinnovabili, ma ricorrendo anche a fonti alternative fossili a breve termine. Intanto la Russia potrebbe cercare di reindirizzare le sue forniture verso la Cina e altri paesi asiatici.

LA DIFESA DIVENTATA UNA PRIORITÀ


Anche la difesa è diventata improvvisamente una priorità per l’Europa, la Germania ha raddoppiato la spesa militare, mentre i titoli di alcuni gruppi europei della difesa hanno guadagnato terreno. Il fabbisogno di energia e le esigenze della difesa stanno galvanizzando la regione, l’Ue potrebbe emettere eurobond per finanziare il fabbisogno di energia, con sviluppi che rappresentano un cambiamento epocale dell’integrazione europea, con grandi ricadute per gli investitori in tutte le asset class.

MATERIE PRIME E SHOCK DELL’OFFERTA


Per quanto riguarda le materie prime, secondo gli esperti di AllianceBernstein questa volta siamo in presenza di uno shock dell’offerta, che oltre ai prodotti energetici investe fertilizzanti e materie prime alimentari. I paesi emergenti potrebbero essere vulnerabili a problemi economici, disordini sociali e ritardi nel consolidamento fiscale. Ci vorrà tempo perché nuove fonti di approvvigionamento energetico emergano e fino ad allora l’unico modo per bilanciare domanda e offerta potrebbe essere un rialzo dei prezzi talmente pronunciato da erodere la domanda, innescando potenzialmente una recessione.

ACCELERAZIONE DELLA DEGLOBALIZZAZIONE


Un altro effetto segnalato da AllianceBernstein è l’accelerazione della deglobalizzazione. È presto per dirlo, ma i dati sulle esportazioni e sugli investimenti indicano la possibilità di un re-shoring che potrebbe a sua volta spingere l’inflazione, ma il trend potrebbe anche alimentare investimenti interni e a potenziali aumenti dei salari, che potrebbero dare impulso alla domanda

GESTIONE DEL RISCHIO GEOPOLITICO


L’insieme di questi fattori pone il problema della gestione del rischio geopolitico nei portafogli. La guerra e le sanzioni hanno rammentato la possibilità di eventi altamente improbabili con enormi conseguenze per imprese e mercati dei capitali. Per questo potrebbe essere necessario ripensare il modo in cui si applicano i premi al rischio. Infine l’impatto sui fattori ESG, con l’esigenza di bilanciare i bisogni sociali di cibo a prezzi accessibili con i bisogni ambientali. La guerra potrebbe anche cambiare il modo in cui gli investitori focalizzati sui temi ESG considerano le imprese del settore difesa,

IMPATTO ANCHE SUI FATTORI ESG


Gli investitori attenti ai temi ESG le hanno finora evitate, ma se sono considerate cruciali per assicurare libertà e democrazia anche questo approccio potrebbe cambiare. Nella nebbia della guerra, sottolineano in conclusione gli esperti di AllianceBernstein, è difficile capire come il conflitto cambierà il mondo. Ma non è troppo presto per iniziare a inquadrare le questioni che influiranno sull’analisi di imprese e paesi nella costruzione dei portafogli per anni a venire.
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