Dopo UniCredit, tocca a
Intesa. La banca guidata da Carlo Messina, con una nota diffusa in mattinata, ha precisato l’
esposizione verso controparti russe oggetto di sanzioni. “L’ammontare dell’esposizione verso Russia e Ucraina - precisa la nota - corrisponde ai crediti a clientela e banche delle controllate locali pari a circa
1,1 miliardi e del resto del gruppo pari a circa
4 miliardi”.
I CREDITI A CLIENTELA RUSSA
Sono pari a circa l’1% dei crediti a clientela totali del
Gruppo Intesa Sanpaolo quelli riferiti a clientela russa. Oltre due terzi dei crediti a clientela russa, prosegue la nota, riguardano primari
gruppi industriali, contraddistinti da consolidati rapporti commerciali con clienti appartenenti alle principali filiere internazionali e da una quota rilevante dei proventi derivante da
export di materie prime, con scadenze per la quasi totalità dentro il 2027.
AMMONTARE IN CORSO DI VALUTAZIONE
Intesa precisa che questo a ammontare resta comunque “in corso di valutazione analitica ai fini del miglior presidio dell’evoluzione prospettica del profilo di rischio e nel contesto previsto da
REPowerEU della Commissione europea e dalla recente dichiarazione di Versailles con riferimento alla riduzione della
dipendenza energetica dell’Unione europea ben prima del 2030”.
ANCHE UNICREDIT VALUTA DI LASCIARE LA RUSSIA
Ieri il ceo di
UniCredit, Andrea Orcel ha detto che un’
uscita dal mercato della Russia “non sarà semplice” perché c’è bisogno di “considerare seriamente l’impatto e le conseguenze e la complessità del distacco di una banca completa dal Paese”. L’istituto di piazza Gae Aulenti è tra le banche più esposte sul
mercato russo, dove è presente con
UniCredit Bank Russia, con un’esposizione diretta di circa
1,9 miliardi di euro. Inoltre, la controllata russa ha una posizione autofinanziata di
7,8 miliardi di euro (dati a fine 2021).