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Mercati e strategie

AB: gli aumenti dei tassi non avranno lo stesso impatto su tutte le azioni

Gli esperti di AllianceBernstein credono che Fed e altre banche centrali cercheranno di limitare l’impatto e raccomandano di andare alla ricerca di aziende di qualità con cash flow stabili e solida generazione di utili

di Virgilio Chelli 16 Febbraio 2022 07:50
financialounge -  AllianceBernstein azioni Dev Chakrabarti Mark Phelps Morning News Tassi d'interesse

Da inizio anno incombono sui mercati cambiamenti imminenti delle condizioni monetarie. Un’evoluzione che rafforza l’importanza strategica di identificare aziende di qualità con chiari punti di forza per fronteggiare periodi insidiosi. A fronte di un’inflazione più forte del previsto, la Fed e altre banche centrali stanno abbandonando le politiche accomodanti, mentre le prospettive globali restano abbastanza incerte per i continui problemi causati dal COVID-19. Per adattarsi a questa situazione, gli investitori azionari dovrebbero iniziare col chiedersi perché i tassi d’interesse sono in aumento, e perché la risposta dovrebbe influenzare l’analisi fondamentale delle aziende. Una volta individuati i fattori alla base dei cambiamenti monetari, si potranno prendere decisioni migliori sulla selezione dei titoli e sul posizionamento di portafoglio.

FASE DELICATA PER LE BANCHE CENTRALI


Sono le indicazioni di Mark Phelps, Chief Investment Officer e Dev Chakrabarti, Portfolio Manager/Senior Research Analyst—Concentrated Global Growth di AllianceBernstein. Nella seconda metà del 2021 sembrava che la Fed fosse orientata a esercitare solo una “leggera pressione” sui freni, ma poi i continui colli di bottiglia dovuti al COVID-19 hanno alimentato la crescita dei prezzi al punto che l’inflazione attesa inizia a diventare persistente. Ora per le banche centrali si prospetta un periodo molto delicato, e gli investitori cominciano a temere che le autorità possano essere costrette ad attuare una stretta troppo aggressiva.

QUATTRO RIALZI DELLA FED NEL 2022


I due esperti di AllianceBernstein ritengono che sia una preoccupazione legittima, ma continuano a credere che la Fed e le altre banche centrali aumenteranno i tassi in modo graduale, evitando dure ripercussioni sull’attività economica. La Fed ha recentemente segnalato la possibilità di attuare una stretta più energica, ma secondo Phelps e Chakrabarti i mercati iniziano progressivamente ad accettare l’eventualità di quattro rialzi dei tassi USA nel 2022, e che la Fed abbia ampi margini per correggere la rotta al mutare del quadro economico ed inflazionistico.

L’IMPORTANZA DEI TASSI REALI


Se inoltre la situazione comincia a cambiare e i tassi statunitensi e britannici si portano in territorio positivo in termini reali, i mercati azionari ne risentiranno. In particolare, i titoli con valutazioni elevate andranno probabilmente incontro a un derating, come accaduto con la correzione di gennaio e il brusco rialzo dei rendimenti dei Treasury USA decennali. Un’altra minaccia, secondo i due esperti di AllianceBernstein, viene dalla stagflazione, che porrebbe un ostacolo pressoché insormontabile alla redditività delle imprese. Uno scenario ritenuto improbabile, ma le imprese che hanno prosperato negli “anni d’oro” dei tassi contenuti e della crescita robusta sarebbero particolarmente vulnerabili.

DIFFERENZE TRA LE AREE GEOGRAFICHE


La relazione tra crescita e inflazione sarà comunque diversa da una regione all’altra. Se la BCE e altre banche centrali tardano ad aumentare i tassi rispetto alla Fed, il dollaro potrebbe inizialmente rafforzarsi, il che potrebbe giovare agli esportatori europei, mentre le imprese che si rivolgono ai consumatori europei potrebbero trovarsi in difficoltà, date le prospettive contrastate di crescita della regione. Con la divergenza delle politiche monetarie, le differenze regionali tra aziende degli stessi settori potrebbero diventare più pronunciate.

RESTARE REDDITIZI IN CONTESTI DIVERSI


Negli ultimi anni gli investitori si sono abituati a condizioni competitive uniformi dal punto di vista delle politiche economiche, con tassi vicini a zero pressoché ovunque. Ora occorre invece identificare le aziende che presentano una maggiore attrattiva rispetto ai concorrenti in virtù della loro attuale redditività e della capacità di restare redditizie in diversi contesti di politica monetaria. I bilanci dovranno essere sottoposti a un esame minuzioso, poiché le società con maggiori esigenze di finanziamento potrebbero diventare più suscettibili a una compressione dei margini.

COMPRENDERE L’IMPATTO SULLE SINGOLE AZIENDE


Mentre molti investitori azionari continuano a interrogarsi sugli effetti che i rialzi dei tassi producono sui rendimenti, gli esperti di AllianceBernstein credono invece che sia più importante comprendere il potenziale impatto sulle singole aziende. Per questo, l’evoluzione del quadro politico e i trend dell’inflazione nel 2022 devono ricevere la massima attenzione. Per superare questa fase di incertezza, è la raccomandazione conclusiva di Phelps e Chakrabarti, vanno privilegiate le aziende di qualità con cash flow stabili che possano spiccare in un contesto nebuloso grazie a una solida e chiara capacità di generare utili.
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