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Invesco: azioni, dopo un brutto gennaio si può recuperare approfittando delle debolezze

L’esperto di Invesco Luca Tobagi invita a non ‘fasciarsi la testa’ e sottolinea che una partenza negativa non anticipa la performance del resto dell’anno. Un’occasione per accumulare posizioni con disciplina

di Virgilio Chelli 10 Febbraio 2022 12:26
financialounge -  azioni daily news Invesco Luca Tobagi

Gli investitori in azioni devono affrontare il percorso del 2022, dopo un inizio accidentato, con un portafoglio ben diversificato e corroborato da un processo di investimento e di analisi dei macro regimi articolato. Ma devono evitare di fasciarsi la testa prima che sia necessario. Da un brutto voto in pagella, come quello registrato dai mercati azionari a gennaio, si può imparare e recuperare. E nelle fasi di debolezza dei mercati azionari si possono accumulare posizioni con disciplina, soprattutto per gli investitori con un orizzonte temporale lungo e una tolleranza del rischio elevata.

BRUTTA PARTENZA DOPO UN BIENNIO ROBOANTE


Sono le conclusioni dell’analisi di Luca Tobagi, CFA – Investment Strategist, Invesco Investment Solutions, Product Director, che ricorda come già quattro anni fa Invesco aveva osservato che storicamente le probabilità di rendimento positivo per l’intero anno dopo un gennaio positivo fossero elevate. Inoltre, l’“effetto gennaio” che vede il mese spesso positivo soprattutto in Usa è ben noto, nell’ambito di una stagionalità ottobre-aprile tendenzialmente favorevole. Dopo il roboante recupero post pandemico del 2020-2021, il 2022 è iniziato con ribassi dei listini nella maggior parte del mondo.

PIÙ PROBABILE GUADAGNARE ANCHE CON UN GENNAIO NEGATIVO


Tobagi si chiede quanto in passato un gennaio negativo abbia indicato la performance futura, per osservare che storicamente è associato ad una performance negativa dell’intero anno molto meno frequentemente che il contrario. Osservando i principali indici globali, storicamente un gennaio negativo è stato seguito da performance negativa per l’intero anno in meno della metà dei casi, il 45%. Anche con un gennaio negativo, nota Tobagi, è stato più probabile guadagnare che perdere a fine anno, mentre gennaio positivo è stato seguito da un intero anno positivo mediamente nel 74% dei casi.

NUMERO LIMITATO DI CASI


Inoltre, prosegue l’esperto di Invesco, soprattutto negli Usa ma tutto sommato in generale, non sembra esserci una relazione chiara fra la dimensione dei cali di gennaio e quelli eventuali dell’intero anno. Un numero limitato di casi osservabili, nel campione di Invesco, sembra essere accaduto solo con l’MSCI World e l’MSCI Emerging Markets. Gennaio è tempo di pagelle, e sulla base dell’esperienza storica un voto negativo sembra non pregiudichi affatto le possibilità di recuperare, soprattutto quando il regime macro non è sfavorevole agli investimenti, come quello in cui ci troviamo oggi, secondo Tobagi.

VOLATILITÀ LEGATA ALLE ELEZIONI USA


Invece l’esperto di Invesco nota che la relazione fra un gennaio negativo e l’intero anno è stata più stretta in anni in cui l’economia è andata in contrazione: dal secondo dopoguerra per l’S&P 500 è accaduto in 10 casi su 15. Infine, Tobagi ricorda che il 2022 è un anno di elezioni di medio termine negli Stati Uniti e, storicamente si è trattato di annate particolarmente volatili. La media della correzione massima fra picco e minimo in tali anni è stata del -17,57%, rispetto a un -13,61% per il campione di tutti gli anni dal secondo dopoguerra e -11,49% per gli anni non interessati da contrazione.
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