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Debito sovrano

Vontobel: “Toccato il picco del pessimismo nei mercati emergenti”

Analizzando gli ultimi tre cicli di rialzo della Fed e l’andamento degli spread del debito emergente, Carlos de Sousa (Vontobel) illustra come sia improbabile che i mercati emergenti soffrano l’inasprimento monetario

di Leo Campagna 24 Gennaio 2022 19:30
financialounge -  Carlos De Sousa debito Paesi emergenti Vontobel

Tra i movimenti di un certo rilievo registrati all’inizio del 2022 si segnala l’aggressivo sell-off (vendita sul mercato di titoli senza limitazione di prezzo e di quantità) sul debito sovrano dei mercati emergenti in valuta forte. “Le condizioni finanziarie globali tendano ad irrigidirsi nel momento in cui la Fed aumenta i tassi e gli investitori sono convinti che i più fragili tra i mercati emergenti siano i più esposti alle difficoltà a rifinanziare il proprio debito estero” fa sapere Carlos de Sousa, Emerging Markets Strategist and Portfolio Manager di Vontobel

LE PRECEDENTI SERIE STORICHE DI RIALZO DEI TASSI DELLA FED


Una tesi che sembra non reggere all’esame delle precedenti serie storiche. Infatti, nel corso degli ultimi tre cicli di rialzo della Fed (1999-2000, il 2004-06, e i cicli di escursioni del 2015-18) gli spread e i tassi di rendimento dei titoli del debito emergente si sono contratti. “Gli spread dei Paesi in via di sviluppo” riferisce de Sousa “tendono infatti ad allargarsi prima dei cicli di rialzo della Fed, per poi restringersi gradualmente durante il ciclo di rialzo stesso”.

GLI SPREAD DEGLI EMITTENTI HIGH YIELD EMERGENTI


Gli spread degli emittenti high yield emergenti non erano così ampi rispetto alle loro controparti investment grade dall'inizio del 2003. Questa constatazione porta al manager di Vontobel ad affermare che, “siamo probabilmente al picco del pessimismo di mercato nei mercati emergenti”. Certo, ammette de Sousa, i paesi che si trovano nella scomoda situazione di avere assoluto bisogno dell'accesso al mercato per rinnovare il debito con tassi di rendimento a una sola cifra o vicini al 10% in dollari USA restano esposti a rischi.

EGITTO E GHANA


Tra questi, figura l'Egitto che, pur soffrendo sui mercati finanziari negli ultimi mesi, vanta prestiti sindacati dalle banche del Golfo per 3 miliardi di dollari e un prestito bilaterale dalla Corea del Sud per 1 miliardo di dollari: risorse sufficienti a coprire le proprie esigenze di finanziamento esterno per almeno sei mesi. Esposto a rischi anche il Ghana che, dopo aver perso l'accesso al mercato, ha avviato un percorso per centrare i suoi obiettivi di consolidamento fiscale quest'anno. “Il paese, in ogni caso, non ha scadenze significative di debito a breve termine e, inoltre, dispone di sufficienti riserve internazionali che gli consentono di rimanere fuori dai mercati di eurobond per qualche tempo senza soffrire” spiega il manager di Vontobel.

RISCHIO DEFAULT O RISTRUTTURAZIONE


Allargando l’orizzonte, de Sousa stima una minoranza di paesi emergenti a rischio di default o ristrutturazione a breve termine nel 2022. Infatti, sia gli stati che le società dei Paesi in via di sviluppo tendono a ristrutturare i debiti all'inizio di una crisi (e alcuni lo hanno fatto nel 2020) perché è quello il momento in cui le loro entrate sono al punto più basso mentre è maggiore la necessità di sostenere l’economia.

SRI LANKA ED ETIOPIA


“Ci troviamo nella fase finale di una ripresa abbastanza solida e per la grande maggioranza dei paesi non è necessario ristrutturare. Tra le poche eccezioni lo Sri Lanka e l'Etiopia. Tuttavia i prezzi attuali dei loro titoli incorporano già la possibile ristrutturazione e si collocano probabilmente, in entrambi i casi, al di sotto del valore di recupero” conclude l’Emerging Markets Strategist and Portfolio Manager di Vontobel.
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