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Tra le "vittime" Jack Ma

Pechino contro i capi superstar delle Big Tech, si dimette il fondatore di TikTok

L'uscita di scena di Zhang Yiming, presidente del gruppo che controlla TikTok, è solo l'ultima di una serie di dimissioni che hanno riguardato le più importanti società tech del Paese

di Maurizio Nicola 3 Novembre 2021 16:32
financialounge -  ByteDance cina TikTok Xi Jinping Zhang Yiming

Si è dimesso Zhang Yiming, il celebre fondatore e presidente di ByteDance, la società di controllo del social media TikTok, dopo aver annunciato la propria rinuncia all'incarico già lo scorso maggio per “avere un ruolo più strategico”, in quella che è stata vista come una diretta conseguenza delle politiche di Xi Jinping contro i giganti del tech. A prendere il posto di Zhang sarà Lian Rubo, co-fondatore del social ed ex compagno di stanza del presidente uscente, che guiderà il cda composto da General Atlantic, Sequoia Capital, Coatue Management e Sushquehanna International Group.

RIVOLUZIONE TIKTOK


L'uscita di scena di Zhang arriva dopo un'importante piano di ristrutturazione annunciato questa settimana dalla società che vedrà il gruppo diviso in sei business units, con il Ceo di TikTok Shou Zi Chew che lascerà il ruolo di Cfo di ByteDance per concentrarsi “esclusivamente” sul social. Tuttavia, secondo quanto riportato da Reuters, non è ancora chiaro se l'ex chairman abbia rinunciato o ceduto parte dei suoi diritti di voto, che ammontano a circa il 50%, e non è altrettanto chiaro cosa abbia voluto dire ByteDance con “ruolo più strategico” quando ha annunciato alcuni mesi fa le dimissioni di Zhang. Quello che è certo, è che l'uscita di scena di Zhang fa eco al rapido susseguirsi di importanti Ceo che hanno lasciato il proprio ruolo negli ultimi anni, messi all'angolo dalle nuove regolamentazioni di Pechino su settori strategici per il Paese come il tech, la finanza, il gaming e l'educazione.

XI CONTRO LE STAR DEL CAPITALISMO


Ne è la prova Jack Ma, famoso tycoon fondatore di Alibaba dimessosi nel 2019 dopo la stretta di Pechino su quella che è considerata come l'Amazon cinese. Oppure Huang Zheng, founder della società di e-commerce Pinduoduo colpita da, e ancora Su Hua, il fondatore dell'app Kuaishou anch'esso dimessosi per “focalizzarsi sulla strategia a lungo termine” della società. I diretti interessati hanno negato che la recente ondata di dimissioni sia in qualche modo legata alle nuove regole di Pechino contro le società private, ma i due fatti sono difficili da separare.

PROSPERITÀ COMUNE


L'idea di Pechino, infatti, è quella di concentrare il settore privato all'interno della sfera pubblica, l'unica in grado di portare avanti il concetto di “prosperità comune” tanto caro a Xi, e di negare gli eccessi del capitalismo “sfrenato” che la Cina ha portato avanti negli ultimi anni. Una stretta che ha portato le società interessate a destinare una parte degli utili all'obiettivo di prosperità del governo e che, secondo uno studio Goldman Sach, è costata 1 trilione di dollari persi sul mercato in termini di market cap. Un esempio simbolico (ma neanche tanto) è la scelta di poche settimane fa raccontata su Financialounge.com di concentrare a Pechino l'unica stock exchange del Paese, a pochi passi dai palazzi del potere politico. La prosperità comune, ha scritto lo stesso Xi in un articolo pubblicato sul giornale del partito comunista cinese, “è la prosperità di tutte persone, non solo quella di pochi”, e lo Stato “deve dividere la torta per raggiungere quest'obiettivo entro la metà del secolo”.
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