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C'è ancora tempo

Pubblicati i verbali Fed: nessuna stretta in vista. E Wall Street festeggia con nuovi record

Dai verbali del FOMC di metà giugno esce una Fed ancora insoddisfatta dei progressi, soprattutto sul fronte dell’occupazione, ma pronta ad agire se si materializzano rischi, di inflazione o di instabilità finanziaria

di Virgilio Chelli 8 Luglio 2021 08:23
financialounge -  Federal Reserve politica monetaria Wall Street

La Federal Reserve non è ancora pronta a ridurre lo stimolo monetario, perchè i progressi sul fronte della ripresa sono ancora insufficienti, soprattutto in termini di aumento dell’occupazione, ma resta pronta ad intervenire se si materializzano rischi, a cominciare dall’inflazione, ma anche di altra natura, che possano mettere a repentaglio la stabilità finanziaria. E’ il quadro che emerge dalla lettura dei verbali della riunione del FOMC di metà giugno, resi noti mercoledì 7 luglio a mercati americani ancora aperti, che Wall Street ha segnalato di apprezzare, visto che S&P 500 e Nasdaq sono andati a ritoccare i massimi, a livello intraday per il secondo, e che i rendimenti dei Treasury hanno puntato al ribasso avvicinandosi all’area 1,3%.


UNA FED SOSTANZIALMENTE DIVISA MA CAUTA


I verbali hanno fotografato una Fed sostanzialmente divisa, tra timori per l’inflazione e la stabilità finanziaria e preoccupazioni sulla necessità di un approccio ‘paziente’ per dare alla ripresa il fiato necessario per proseguire, soprattutto in termini di creazione di occupazione. In ogni caso, sempre dalla lettura dei verbali, emerge un certo consenso sulla possibilità che la riduzione degli acquisti da parte della banca centrale possa partire un po’ prima di quanto anticipato. Certamente non una linea da falchi aggressive, e infatti l’azionario ha proseguito nella traiettoria al rialzo mentre i rendimenti dei Trasury sono scesi ai minimi da molti mesi.


TIMORI DA UN ESTREMO ALL’ALTRO


Per alcuni osservatori non è un buon segnale. Fino a poco fa il timore diffuso era che tassi a lunga elevate stessero segnalando forte inflazione in arrivo che avrebbe costretto la Fed a una stretta monetaria anticipata. Ora invece gli stessi market watcher parlando di tassi in caduta che potrebbero anticipare un forte rallentamento dell’economia. In realtà, i capitali vanno a parcheggiarsi su asset ultra sicuri, come I Treasury, che rendono ancora qualcosa rispetto a quelo che si trova in giro per il mondo sviluppato, con l’effetto di far salire i prezzi e far scendere i rendimenti dei Treasury, che comunque a livello di nominale restano largamente positivi rispetto a quello che offre, ad esempio, il Bund corrispondente tedesco, il cui rendimento viaggia a -0,3% nonostante un’Eurozona in piena ripartenza.


MESSAGGIO CERTAMENTE NON DA FALCHI


I verbali del FOMC di metà giugno raccontano che "i partecipanti, in generale, hanno giudicato che, nella prospettiva di una pianificazione prudente, sia importante pensare di cominciare a posizionarsi per una rallentamento del ritmo degli acquisti di titoli, se si rivelasse appropriato, in risposta a inattesi sviluppi economici, come progressi più veloci di quanto anticipato nel conseguimento degli obiettivi (di inflazione) o l’emersione di rischi che possano impedire il conseguimento degli stessi obiettivi”. Chi volesse leggerci toni da falco pronto a alzare aggressivamente i tassi dovrebbe fare un notevole sforzo di semantica.
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