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-9,6% di valore aggiunto

Confcommercio: nel 2020 il terziario ha perso 1,5 milioni di posti di lavoro

Dei 130 miliardi di spesa persa, 107 riguardano trasporti, spettacoli, abbigliamento e alberghi. "La prima grande crisi del settore in Italia"

di Gaia Terzulli 3 Maggio 2021 12:14
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È il primo grande crollo del settore terziario nella storia d’Italia quello che, secondo Confcommercio, ha segnato l’anno della pandemia mondiale.

L'83% DI SPESA PERSA RIGUARDA IL TERZIARIO


Dopo 25 anni di crescita ininterrotta, il virus con cui lottiamo da 15 mesi ha ridotto la quota di valore aggiunto del terziario di quasi il 10% nel 2020 (-9,6% rispetto al 2019). Dei quasi 130 miliardi di spesa persa a causa delle restrizioni dovute all’emergenza, l’83%, pari a circa 107 miliardi, è spalmato su quattro settori: abbigliamento e calzature, trasporti, ricreazione, spettacoli e cultura e alberghi ed esercizi pubblici.

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È il quadro che emerge dal rapporto dell’Ufficio studi Confcommercio “La prima grande crisi del terziario di mercato”, che registra una perdita di 1,5 milioni di posti di lavoro nei servizi di mercato. “Per la prima volta nella storia economica del nostro Paese questo settore subisce una flessione drammaticamente pesante”, denuncia il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. “Occorre, quindi, che il Piano nazionale di ripresa e resilienza dedichi più attenzione e risorse a sostegno del terziario, perché senza queste imprese non c’è ricostruzione, non c’è rilancio”.

IL TRACOLLO DEI SERVIZI DI ALLOGGIO, RISTORAZIONE E INTRATTENIMENTO


Una crisi che ha atrofizzato la vitalità di un settore da sempre essenziale per il Paese. Prima dello scoppio della pandemia, erano i servizi di mercato a dare il maggior contributo al Pil italiano, davanti a manifattura e agricoltura, sottolinea Confcommercio. Il prolungato arresto delle attività di commercio, trasporto e turismo pesa drammaticamente sul bilancio, con i servizi di alloggio e ristorazione che nel 2020 perdono il 40,1% e il settore di attività artistiche e intrattenimento che segna un -27%. Leggermente meglio i trasporti (-17,1%) e il commercio, che grazie alla tenuta del dettaglio alimentare ha in qualche modo contenuto le perdite, attestandosi a -7,3%.

PERSE 1,5 MILIONI DI UNITÀ LAVORATIVE


Il riflesso del tracollo sull’occupazione non è meno allarmante. Nel 2020 sono 1,5 milioni i posti di lavoro persi nei servizi di mercato, che tra il 1995 e il 2019 hanno contribuito a crearne quasi tre milioni. In quell’arco di tempo, si legge nel report, l’area Confcommercio “ha determinato l’intera crescita dell’occupazione del sistema economico (+1,5 milioni circa)”. L’anno scorso, rispetto al 2019, dei 2,5 milioni di unità di lavoro complessivamente perse, 1,5 milioni riguardano i servizi di mercato.

COM'È CAMBIATO L'ASSETTO GIURIDICO DELLE IMPRESE


L’ultimo dato evidenziato dal report di Confcommercio riguarda l’evoluzione dell’assetto giuridico delle imprese. Negli ultimi 10 anni, fanno notare gli esperti, si è registrato un costante spostamento dal modello di ditta individuale a quello di società di capitali. Fenomeno “che rivela una trasformazione del terziario di mercato da grande comparto di piccole e piccolissime imprese a grande comparto costituito sempre più da imprese piccole e medie”.
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