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Bond Bullettin

Obbligazioni: J.P. Morgan resta ottimista sugli asset a rischio

Alcuni fattori hanno giocato a sfavore a inizio del 2021 ma nel Bond Bullettin la grande casa ritiene che la domanda prevarrà e che ci siano ancora ampi margini di movimento al rialzo

di Virgilio Chelli 3 Febbraio 2021 21:00
financialounge -  investimenti JP Morgan AM obbligazioni Scenari

Una parte dei rendimenti attesi dall’investitore in obbligazioni per il 2021 è stata anticipata alla fine del 2020, ed era forse inevitabile che gli attivi a rischio non riuscissero a confermare la corsa al rialzo nel primo mese del nuovo anno. Anche alcuni recenti eventi, come il maggiore livello di offerta, l’orientamento meno accomodante delle banche centrali e nuove ondate e varianti del virus, hanno giocato a sfavore. Ma alla fine la domanda di attivi di rischio prevarrà: le banche centrali continueranno nelle politiche di sostegno mentre le economie dovrebbero migliorare man mano che verranno alleggeriti i lockdown, soprattutto se i vaccini avessero il successo ottenuto finora da Israele.

AMPI MARGINI DI CRESCITA


Nel complesso, scrive nel Bond Bulletin Settimanale il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management, si mantiene un certo ottimismo sugli attivi di rischio, nella convinzione che ci siano tuttora ampi margini. Il Bond Bullettin traccia un primo bilancio dell’avvio del 2021 segnalando che in alcuni casi le cose non sono andate come ci si aspettava, mandando alcuni attivi di rischio in fase di stallo, alla ricerca di un catalizzatore che possa spingerli di nuovo al rialzo. Sul fronte dei fondamentali l’analisi di J. P. Morgan AM si concentra sugli sviluppi del vaccino, dal cui successo dipende prevalentemente la ripresa economica.

BANCHE CENTRALI MENO ACCOMODANTI


Il Bond Bullettin nota anche che i mercati hanno digerito le recenti dichiarazioni meno accomodanti delle banche centrali: ai continui tentativi della Banca del Giappone di irripidire la curva dei rendimenti si sono aggiunte le dichiarazioni della Bce che ha sottolineato come la dotazione del suo programma di acquisti per l’emergenza pandemica non debba essere necessariamente utilizzata appieno, mentre Bank of Canada ha segnalato la sua apertura nei confronti del tapering. A gennaio, inoltre, gli indici dei responsabili degli acquisti hanno confermato il rallentamento nella maggior parte delle economie sviluppate, con gli Stati Uniti che però continuano a fare eccezione.

RALLENTAMENTO DELL’OFFERTA


Gli esperti di J. P. Morgan AM osservano che alcuni mercati obbligazionari non hanno generato i rendimenti attesi, come ad esempio nel debito emergente, dove da inizio anno i titoli di Stato in valuta forte hanno conseguito rendimenti negativi. A gennaio l’offerta di debito sul mercato è scesa 9,2 miliardi di dollari, da una media mensile del quarto trimestre di 13,3 miliardi, senza riuscire a tenere il passo con gli alti livelli di offerta generati da emittenti che continuano a sfruttare le favorevoli condizioni di finanziamento per collocare capitale a costi contenuti. Sempre a gennaio, le società statunitensi Investment Grade hanno già emesso debito per oltre i 110 miliardi di dollari, ma i primi segnali di indigestione cominciano a fare capolino.
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