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Politica monetaria

Bce, la fine del Pepp non significa l'esaurimento degli stimoli monetari

Darren Williams, Director—Global Economic Research di AllianceBernstein, ritiene che la Banca centrale europea potrebbe continuare a usare in modo flessibile e modulato al vecchio strumento dell’App, avviato nel 2014 e riattivato nel 2019

di Virgilio Chelli 5 Ottobre 2021 19:00
financialounge -  AllianceBernstein BCE Darren Williams PEPP politica monetaria Scenari

A dicembre la BCE potrebbe annunciare la conclusione, a partire da marzo, del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica, noto come PEPP. Ma mercati e investitori si chiedono come gestirà il processo e cosa significherà per i rendimenti obbligazionari nell’Eurozona. Negli ultimi anni, la BCE ha fatto ampio uso del quantitative easing per sostenere l’economia, le banche e i prezzi degli asset, con due programmi distinti con scopi piuttosto diversi: il Programma di acquisto di asset, introdotto nel 2014 e riavviato a settembre 2019, che mira a mantenere i tassi di interesse negativi e a bilanciare i rischi deflattivi, con acquisti di €20 miliardi al mese, destinato a concludersi “poco prima” che la BCE inizi ad alzare i tassi, e il PEPP, lanciato a marzo 2020 a fronte della pandemia.

LA DIFFERENZA TRA I DUE PROGRAMMI


Darren Williams, Director—Global Economic Research di AllianceBernstein, spiega che il PEPP differisce dall’APP perché il ritmo di acquisti mensili è flessibile e subordinato all’obiettivo di preservare “condizioni di finanziamento favorevoli”, e perché è destinato a durare solo fino a che la pandemia peserà sull’inflazione. Prima della riunione di dicembre la BCE dovrebbe avere dati sufficienti per confermare la chiusura del PEPP a marzo, dopo che le previsioni formulate a settembre indicano minor necessità di stimoli d’emergenza: nei prossimi trimestri la crescita rimbalzerà a un livello vicino a quello pre-pandemia e l’inflazione core dovrebbe l’1,5% nel 2023, lo stesso livello previsto a settembre 2019per il 2021, con la differenza che l’inflazione è ora in salita, non in discesa.

CONDIZIONI FINANZIARIE FAVOREVOLI


Ma l’inflazione resta distante dal target, e un incremento dei tassi rimane un’eventualità lontana, per cui la BCE potrebbe andare avanti con l’APP ancora dopo la conclusione del PEPP. Quando la BCE ha riavviato l’APP nel 2019, l’economia era in rallentamento, e i rischi al ribasso, mentre oggi l’economia sta accelerando, i rischi sono ritenuti bilanciati e le aspettative inflazionistiche sono ben superiori. Ma in due anni molte cose sono cambiate, la BCE ha alzato l’obiettivo d’inflazione e sottolineato la necessità che la politica monetaria sia più “persistente”, modificando anche il focus del PEPP, allontanandolo dal volume di acquisti e portandolo verso il mantenimento di condizioni finanziarie favorevoli.

AGGIUSTAMENTO GRADUALE PER NON SPAVENTARE I MERCATI


Confrontando le condizioni economiche di oggi con quelle di settembre 2019, sottolinea l’esperto di AllianceBernstein, si nota una netta riduzione del ritmo degli acquisti di asset della BCE con un ritorno a €20 miliardi al mese l’anno prossimo. Ma il ritardo dell’inflazione, la necessità di coerenza e il rischio di spaventare i mercati richiedono un aggiustamento più graduale a circa €40-50 miliardi al mese. Altri motivi inducono alla prudenza, come il rischio di ampliamento degli spread nei Paesi non core e il fatto che le aspettative inflazionistiche sono calate rapidamente l’ultima volta che la BCE ha cercato di ridurre gli acquisti di asset.

VERSO UNA VERSIONE FLESSIBILE DELL’APP


Secondo l’esperto di AllianceBernstein ci sono solide giustificazioni per rendere il ritmo degli acquisti dell’APP flessibile e subordinato alle condizioni di finanziamento idonee. Qualunque sia il percorso scelto dalla BCE, il punto chiave secondo Williams è che il contesto economico sta migliorando, mentre dopo molti anni di mancato raggiungimento dell’obiettivo le prospettive inflazionistiche sono ancora troppo deboli. Mentre la BCR diviene più ottimista sulle prospettive economiche, nota in conclusione l’esperto di AllianceBernstein, potrebbe iniziare a guardare con favore a un moderato rialzo dei rendimenti, e prevede che i tassi dei bund decennali continueranno a muoversi in un intervallo compreso tra -0,25% e 0,00% nei prossimi mesi, per poi salire leggermente.
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