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Fondamentali e dollaro debole aumentano l’appeal del debito emergente

Si intensificano i segnali di un dollaro debole mentre i fondamentali delle economie emergenti sono in accelerazione. Opportunità su high yield, CLO (Collateralized Loan Obligations) e bond cinesi

di Leo Campagna 25 Gennaio 2021 10:46
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FONDAMENTALI DEL DOLLARO DEBOLI


Nonostante le chiusure dovute ai contagi, negli Stati Uniti i livelli di attività economica sono più elevati. Come si legge nell’articolo “JP Morgan: segnali di debolezza per il dollaro” secondo il team di J.P. Morgan Asset Management questi fattori potrebbero innescare un periodo di eccezionalità statunitense, soprattutto se la campagna vaccinale continuerà a ritmi più elevati rispetto ad altri Paesi. L’irripidimento della curva e i maggiori rendimenti che ne risultano sostengono in qualche misura il dollaro, contraddicendo le previsioni negative di consenso. Tuttavia, prosegue l’analisi di J.P. Morgan Asset Management, i fondamentali del biglietto verde sono deboli. Lo status di valuta di riserva principale è sempre più in discussione, come si evince dalla banca dati del Currency Composition of Official Foreign Exchange Reserves del Fondo Monetario Internazionale, che evidenzia una minore allocazione al Dollaro statunitense. Inoltre, a novembre il disavanzo commerciale degli Stati Uniti ha sfiorato un nuovo record, mentre le nuove misure fiscali verosimilmente allargheranno il deficit delle partite correnti.

MOLTE VALUTE ASIATICHE VANTANO SOLIDI FONDAMENTALI


Un dollaro debole favorisce i paesi in via di sviluppo, in particolare quelli che si sono più indebitati nella valuta di Washington negli scorsi anni. Ma c’è di più: rispetto al passato, i mercati emergenti risultano oggi meno dipendenti dai settori più ciclici della vecchia economia, come l’energia e i materiali. Infatti le economie caratterizzate da una spiccata inclinazione all’innovazione tecnologica, quali Cina, Corea del Sud e Taiwan, costituiscono oggi i due terzi del principale indice MSCI. “Molte valute asiatiche vantano solidi fondamentali. Le monete più deboli, invece, rendono le esportazioni più competitive, fattore che ha aiutato queste economie ad assorbire alcuni degli shock dovuti all’emergenza sanitaria. Ha inoltre irrobustito i saldi commerciali, il che storicamente è un fattore positivo per le future performance valutarie. Tuttavia, il rischio permane in paesi con fondamentali più deboli e ampi deficit fiscali come la Turchia, il Sudafrica e il Brasile: in questi casi la performance resta volatile”, fa sapere nell’articolo “Il 2021 può essere l’anno della consacrazione per i mercati emergenti” il Team Investimenti di Fineco Asset Management.

FOCUS SUI CORPORATE BOND DEI MERCATI EMERGENTI


Più in generale, a premiare le obbligazioni societarie emerging markets sono i fondamentali macroeconomici. Le economie emergenti sono state in generale protagoniste di recuperi più robusti e rapidi dalla crisi economica scatenata dalla pandemia come dimostrano tutti i principali indicatori dell’attività cinesi che, a dicembre, risultavano al di sopra dei livelli di un anno prima. Per tutte queste ragioni gli investitori non possono non restare attratti dagli interessanti rendimenti che le obbligazioni societarie dei Paesi emergenti offrono: a metà dicembre i corporate bond investment grade dei paesi in via di sviluppo offrivano il 2,8%, rispetto all’1,8% e allo 0,2% rispettivamente del debito investment grade statunitense ed europeo. Le emissioni high yield, invece, pagavano il 5,5% rispetto al 4,5% delle omologhe statunitensi e al 2,9% di quelle europee. “Attualmente, a parità di rating creditizio, lo spread sul credito high yield dei Paesi emergenti è ancora più ampio di quello sull’high yield statunitense: questo ci fa prevedere un ulteriore restringimento del gap a vantaggio del credito dei mercati emergenti”, concludono nell’articolo “Rendimenti e fondamentali spingono i corporate bond dei mercati emergentiAlain-Nsiona Defise, Head of Emerging Corporates e Qian Zhang, Senior Client Portfolio Manager di Pictet Asset Management.

BOND CINESI, VALUTAZIONI E RENDIMENTI ATTRAENTI


Restando nell’ambito del debito emergente, secondo David Cheng, Investment Director, Fixed Income di Schroders, sono sei i motivi che rendono attraente il fixed income cinese. Al primo posto le valutazioni e i rendimenti assoluti dei bond onshore cinesi ai massimi storici rispetto agli altri bond sovrani dei mercati sviluppati, grazie alla solidità della ripresa economica cinese. Inoltre, come sottolineato nell’articolo “Schroders: ecco i buoni motivi per investire in obbligazioni cinesi”, il ruolo tradizionale difensivo dei titoli di Stato potrebbe essere limitato nella prossima fase di rallentamento, con rendimenti allo 0%. Anche questo rende il debito cinese un’alternativa difensiva di alta qualità. Il secondo motivo sono i fondamentali solidi della Cina, unica economia mondiale ad aver generato una crescita del Pil nel 2020, con bassa inflazione, che ha permesso alla banca centrale di essere più flessibile, supportando in modo più efficace le imprese. Quindi la composizione del mercato del credito cinese, che lo rende più resiliente al Covid-19, grazie anche a un’esposizione limitata a settori come oil & gas e hospitality, e maggior esposizione alle imprese pubbliche supportate dal governo, così come ai settori focalizzati sul mercato domestico. E poi il fatto che gran parte del debito cinese è detenuto in Cina, differenziando Pechino dagli altri mercati emergenti e rendendola meno vulnerabile alla volatilità dei flussi globali.

IL TEMA CHIAVE DEL REDDITO SENZA DURATION


In ogni caso, per guadagnare con le obbligazioni societarie investment grade dei paesi sviluppati, che offrono bassi rendimenti, è necessario allungare la duration (scadenza media dei titoli in portafoglio). Ma questo, secondo Brad Tank, Chief Investment Officer – Fixed Income di Neuberger Berman, espone ad un rischio di ribasso. La sua soluzione, per ricercare reddito consiste infatti nel concentrarsi su high yield, loan, CLO (Collateralized Loan Obligations) e altri settori che tuttora offrono rendimento con un’esposizione minima ai tassi d’interesse. “Il recente rimbalzo dei tassi USA non ha scatenato il panico sui mercati. E questo rafforza la nostra tesi secondo la quale anche quest’anno le banche centrali continueranno a tranquillizzare i mercati anziché turbarli. Consideriamo le recenti variazioni un adattamento piuttosto ordinato dei prezzi obbligazionari al miglioramento delle aspettative di crescita e inflazione”, puntualizza nell’articolo “Trovare rendimento nelle obbligazioni è ancora possibile” il Chief Investment Officer – Fixed Income di Neuberger Berman, che poi aggiunge: “Questo da un lato rafforza le prospettive per i segmenti a maggiore rendimento dei mercati delle obbligazioni societarie e, dall’altro, sconsiglia un aumento del rischio di tasso nei portafogli. È probabile che ci attendano giorni e settimane volatili ma, sui dodici mesi, continuiamo a sottolineare il tema chiave del reddito senza duration”.
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