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Goldman Sachs: le prime mosse di Biden possono far salire il prezzo del petrolio

Goldman Sachs sottolinea che le restrizioni all’estrazione e alla produzione, insieme al mantenimento delle sanzioni all’Iran, dovrebbero sostenere i prezzi del greggio

di Virgilio Chelli 23 Gennaio 2021 09:30
financialounge -  investimenti Morning News petrolio Scenari

Tra i primi provvedimenti esecutivi dell’amministrazione Biden spiccano le restrizioni all’industria petrolifera in Nord America, dalle estrazioni alla costruzione di oleodotti. Sembra anche che Biden non abbia fretta di ritirare le sanzioni contro l’Iran. Il tutto, combinato con la spinta all’espansione della spesa pubblica di stimolo, che di per sé induce a un aumento della domanda di energia, dovrebbe spingere al rialzo i prezzi delle fonti tradizionali, visto anche che la domanda che arriva oggi dall’alimentazione elettrica delle auto è ancora una frazione minima del totale. Lo sostiene in un commento Goldman Sachs Commodity Research a rafforzamento della visione ‘costruttiva’ sui prezzi di oil & gas che la grande casa americana sostiene da tempo, sottolineando anche le implicazioni inflazionistiche di questo scenario.

LE RESTRIZIONI FARANNO SALIRE I COSTI


A supporto della tesi Goldman Sachs cita una serie di fattori, a cominciare dalla moratoria di 60 giorni introdotta da Biden per il rilascio di licenze federali di esplorazione e estrazione di oil&gas, che indica la volontà di bloccare in prospettiva nuove attività in questo campo, con tutte le implicazioni in termini di costi, e quindi prezzi finali, molto più elevati nei prossimi anni. Poi lo stimolo finanziato in deficit e una politica estera entrambi destinati a determinare un aumento della domanda di energia ma anche una stretta della produzione da fonti tradizionali.

RIPRESA AD ALTA INTENSITÀ ENERGETICA


Gli economisti di Goldman stimano che l’aumento del support anti-Covid da $750 mld a $1.100 mld genererà una ripresa economica a forte intensità energetica e calcolano che uno stimolo da $2.000 mld nel 2021-22 causerà un forte aumento della domanda Usa di combustibili fossili indebolendo allo stesso tempo il dollaro, che ha una correlazione inversa con il prezzo del petrolio. Anche una vaccinazione di massa accelerata contribuirà, con il prevedibile aumento del consumo di carburanti aerei, che rappresentano oltre la metà della domanda di combustibili persa causa Covid.

SCENARIO SIMILE AL 2018


Infine l’attesa che le sanzioni all’Iran restino per ora in vigore, che faranno mancare al mercato un produttore importante di greggio e spingeranno al rialzo le prospettive dei prezzi lo shale nord americano, con un effetto amplificato dalle restrizioni a esplorazioni e sfruttamento dei giacimenti. Secondo Goldman lo scenario per il petrolio è simile a quello del 2018, quando i prezzi vennero spinti in forte rialzo con il Brent arrivato a $80 al barile, per la combinazione di un’Iran tagliato fuori e di una crescita economica robusta.
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