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I prossimi quattro anni

Sostenibilità e infrastrutture le priorità nell’agenda di Biden

Il Team Investimenti di Fineco Asset Management ha provato a identificare le tematiche di investimento vincenti nel nuovo contesto politico del Stati Uniti

di Matia Venini 4 Dicembre 2020 15:31
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Dopo che la General Services Administration ha riconosciuto formalmente Joe Biden come vincitore delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti e aperto il processo di transizione dei poteri che Donald Trump stava ostacolando, il Team Investimenti di Fineco Asset Management ha provato a ipotizzare quale potrebbe essere l’impatto del nuovo Presidente per i mercati globali e a identificare tematiche di investimento vincenti nel nuovo contesto politico.

LA SOSTENIBILITÀ È UNA PRIORITÀ


Il megatrend della sostenibilità è già ampiamente riconosciuto e sotto Biden può solo crescere. Promettendo di riportare il più velocemente possibile gli Stati Uniti nell’Accordo di Parigi, il neo Presidente ha già segnalato che le tematiche ambientali e la lotta al cambiamento climatico saranno saldamente in cima alla sua agenda. Biden ha anche affermato di voler portare il Paese sul sentiero della carbon neutrality entro il 2050, convogliando così un’ondata di investimenti “green”.

IL RILANCIO “GREEN”


Quindi se è vero che a oggi gli Stati Uniti sono in ritardo rispetto a Europa e Cina nello sviluppo e nell’implementazione di tecnologie ecosostenibili, come le auto elettriche, l’energia pulita e l’economia circolare, è altrettanto corretto affermare che sotto il Governo Biden potrebbero rilanciarsi. Molte società a stelle e strisce hanno già contribuito significativamente alla crescita e all’innovazione di tecnologie sostenibili senza alcun supporto pubblico e Fineco AM prevede che, con la possibilità di ricevere sussidi e altri tipi di investimenti, si potrebbe vedere presto un grande passo in avanti nella rivoluzione “green” del Paese.

LE INFRASTRUTTURE


Joe Biden ha già parlato chiaramente della necessità di investire sulle infrastrutture, inquinanti e ormai obsolete. Il prossimo Governo prevede di spendere 2mila miliardi di dollari per la diffusione delle stazioni di ricarica elettrica e altri supporti fondamentali per l’elettrificazione. Secondo gli esperti di Fineco AM, questa considerevole pioggia di liquidità sarà probabilmente supportata da nuove regolamentazioni più eco-friendly, che incentiveranno il settore privato a espandere e migliorare i propri asset, spingendo su un’ulteriore crescita delle infrastrutture sostenibili.

IL DESTINO DELLE BIG TECH


Per quanto riguarda le aziende Big Tech, per Fineco AM sono due i temi politici che rappresentano un rischio per i loro profitti: le politiche sulla concorrenza e la moderazione dei contenuti. Sotto l’amministrazione Biden potrebbero essere approvate importanti riforme e, a prescindere dal successo o meno del neo Presidente nel far approvare regole più punitive, probabilmente ci sarà una maggiore pressione su operatori come Amazon, Alphabet (Google) e Facebook affinchè moderino i loro contenuti e implementino politiche meno monopolistiche. Inoltre il piano di Biden di aumentare le tasse per le aziende dal 21% al 28% potrebbe rappresentare un ulteriore sfida per le grandi aziende tecnologiche. Fineco osserva però come esistano anche aree del settore tech non influenzate dalle tematiche citate finora, come il fintech, l’automazione industriale e i trend emergenti, come le infrastrutture 5G o il cloud computing.

GRANDI CAMBIAMENTI IN ARRIVO


In conclusione, il Team Investimenti di Fineco durante l’amministrazione Biden si aspetta di assistere a grandi cambiamenti nei trend tematici globali: le opportunità di investimento sostenibili e le infrastrutture dovrebbero beneficiare del cambio di Governo, mentre sulle Big Tech è necessario che gli investitori adottino un atteggiamento selettivo, favorendo settori specifici come il fintech o il cloud computing, che difficilmente subiranno pressioni dalla politica del Presidente eletto. Anche se molto dipenderà, naturalmente, dall’abilità di Biden nel far approvare le leggi necessarie anche in caso di un Senato repubblicano, scenario che si delineerà chiaramente a gennaio.
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