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Mercato in evoluzione

Neuberger Berman promuove a pieni voti le obbligazioni corporate ibride

Il mercato di questi titoli, che sono appunto un ‘ibrido’ tra capitale e debito, ha raggiunto la dimensione di quasi 200 miliardi di euro anche sulla spinta della mega-emissione lanciata a giugno dal colosso energetico BP

di Virgilio Chelli 10 Novembre 2020 17:45
financialounge -  Bond ibridi Julian Marks Neuberger Berman obbligazioni Scenari

Il mercato delle obbligazioni corporate ibride di emittenti non finanziari ha segnato un prepotente ritorno superando a pieni voti l’esame degli investitori. Lo sottolinea Julian Marks, Senior Portfolio Manager – Investment Grade di Neuberger Berman, nelle “Prospettive settimanali del CIO”, registrando che il mercato di questi titoli ha raggiunto ormai quasi 200 miliardi di euro, accelerando in un processo di crescita iniziato solo nel 2013, e prevedendo che il 2020 si rivelerà un ‘anno epocale’ per questa asset class. Nel 2020 infatti, secondo l’esperto di Neuberger Berman, le obbligazioni corporate ibride potrebbero far registrare un record di nuove emissioni lorde, mentre di sicuro hanno già battuto le emissioni nette dal 2015 a oggi.

SPINTA DALLA MEGA EMISSIONE DI BP


Una spinta è sicuramente arrivata dall’emissione di obbligazioni ibride più grande della storia, avvenuta nel giugno di quest’anno, per l’equivalente di 12 miliardi di dollari/euro/sterline da parte del colosso dell’energia BP, ad una prima assoluta in questa particolare asset class. Neuberger Berman prevede che a fine anno questo mercato raggiungerà per dimensioni il mercato dei “CoCo bond”, i contingent convertible bancari, attestandosi a un livello pari a quasi la metà dell’intero mercato high yield europeo. Secondo Marks, un simile voto di fiducia da parte di emittenti e investitori suggella un periodo nel quale il mercato ha esibito andamento e prezzi attesi, nonostante l’elevata volatilità e le dislocazioni nell’universo obbligazionario.

RATING DI SOLITO INVESTMENT GRADE


Neuberger Berman ricorda che gli emittenti di obbligazioni ibride hanno solitamente un rating investment grade, pari a BBB+ o BBB, a conferma del fatto che presentano un rischio di ribasso inferiore rispetto alle high yield. Le obbligazioni corporate ibride, pur avendo spesso durata perpetua, tendono a essere scambiate come se fossero destinate a essere riscattate alla prima data di richiamo. Gli emittenti possono sospendere il pagamento delle cedole senza diventare insolventi, ma secondo Neuberger Berman gli incentivi a pagare le cedole e a rimborsare l’obbligazione alla prima data di scadenza sono molto forti.

VANTAGGI RISPETTO AI COCO BANCARI


Le banche che emettono CoCo possono invece essere costrette a convertirli in azioni o subire il divieto dei regolatori di pagare le cedole. Per questo secondo Neuberger Berman paragonare i CoCo alle obbligazioni corporate ibride è fuorviante, e l’andamento dei prezzi sembra indicare che il mercato condivide questo parere. Per alcuni emittenti inoltre le obbligazioni ibride rappresentano un metodo di rifinanziamento economico ed efficiente, per altri un modo per finanziare acquisizioni.

RESILIENZA IN UN CONTESTO PROBANTE


Neuberger Berman sottolinea inoltre che le emissioni dei settori più colpiti dalla pandemia, come viaggi, tempo libero, trasporto aereo e alberghi, costituiscono una percentuale minima nell’universo delle obbligazioni ibride, dominato soprattutto dalle utility, dalle telecom e dai colossi dell’energia. Inoltre, lo spread offerto dalle obbligazioni ibride rispetto al debito senior dello stesso emittente è più attraente per l’investitore. In conclusione, Neuberger Berman crede nel potenziale dell’asset class delle obbligazioni ibride dopo averne osservato la resilienza in un contesto veramente probante.
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