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Goldman Sachs: i dieci motivi per cui la corsa del Toro continuerà

Secondo l’analisi strategica di Goldman Sachs siamo solo nella prima fase di un nuovo ciclo di investimenti destinato a proseguire, sostenuto da stimoli fiscali e monetari e dalla rivoluzione digitale

di Virgilio Chelli 8 Settembre 2020 07:45
financialounge -  azioni Morning News Peter Oppenheimer Scenari

Il forte rimbalzo a V del mercato azionario americano partito dai minimi toccati durante il panico da virus a marzo, in seguito alla combinazione con posizionamenti rialzisti sulle opzioni, rende plausibile una frenata nel breve termine, ma ci sono 10 ragioni molto forti perché la corsa del Toro non si arresti ma prosegua. È la conclusione cui giunge un’analisi strategica di Goldman Sachs International firmata da Peter Oppenheimer e pubblicata dopo la sbandata dei tecnologici alla fine della prima settimana di settembre.

ANCORA NELLA PRIMA FASE


La prima ragione citata dall’esperto di Goldman Sachs è che il mercato si trova ancora nella prima fase di un nuovo ciclo di investimenti, che fa seguito a una profonda recessione. Oppenheimer la chiama la ‘fase della speranza’, che di solito inizia quando l’economia è ancora in recessione e gli investitori cominciano ad anticipare la ripresa, che tipicamente di solito è la parte più forte del nuovo ciclo, ed è quello che si è visto quest’anno. Poi c’è il fatto che la ripresa economica si profila più duratura man mano che si avvicina l’arrivo di un vaccino contro il virus.

RISCHIO ORSO PIÙ BASSO CHE NEL 2019


Gli economisti di Goldman Sachs, ed è il terzo motivo, recentemente hanno rivisto al rialzo le previsioni economiche, ed è probabile che anche le aspettative degli analisti seguano la stessa strada. Inoltre l’indicatore del Mercato Orso, elaborato dalla stessa Goldman Sachs e che era a livelli molto elevati nel 2019, ora punta a un rischio relativamente basso di una nuova fase di ribasso, nonostante le valutazioni delle azioni siano particolarmente elevate.

LA DOPPIA PUT FISCALE E MONETARIA


Al quinto posto c’è la doppia ‘put’, fiscale e monetaria, messa sul tavolo da governi e banche centrali, che fornisce un supporto molto forte per gli asset a rischio, perché gli investitori sanno che le autorità monetarie riforniranno i mercati di tutta la liquidità necessaria mentre le politiche di bilancio sono fortemente motivate a sostenere la crescita. Poi c’è il premio di rischio sull’azionario che ha spazio per ridursi, mentre la recente svolta della Fed sull’inflazione ha creato le condizioni ancora più favorevoli a tassi di interesse reali negativi.

RIVOLUZIONE DIGITALE SEMPRE PROTAGONISTA


Le ultime tre ragioni citate dall’esperto di Goldman Sachs sono il fatto che l’investimento in azioni offre una ragionevole protezione nei confronti di aspettative di un rialzo dell’inflazione, che l’azionario resta comunque più a buon mercato del debito corporate, soprattutto per le aziende con bilanci solidi, e infine, ma non certo ultima, il fatto che la rivoluzione digitale continua ad accelerare. Una trasformazione che sta cambiando l’economia e i cui protagonisti continueranno a guidare la corsa del Toro.
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