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Domanda in crescita

Perché tirano i Btp di Ferragosto

Il Tesoro fa il pieno di emissioni a tassi in discesa mentre salgono i prezzi. Il mercato premia la svolta europea e vede ancora margini, grazie agli acquisti della Bce, ma anche al T-bond e al dollaro

di Virgilio Chelli 14 Agosto 2020 09:57
financialounge -

Tra mercoledì e giovedì il Tesoro italiano ha messo nuovo fieno in cascina pagando tassi sempre più bassi sulle emissioni di nuovo debito su tutte le scadenze, con un impatto positivo su tutta la curva dei rendimenti, che ha portato per la prima volta quello del titolo a 30 anni sotto il livello del 2%. E nonostante rendimenti praticamente dimezzati da maggio, quando Merkel e Macron hanno lanciato il Recovery Fund poi fatto proprio dalla Commissione UE, l’appetito degli investitori per i titoli di Stato italiani non viene a mancare, visto che la domanda ha continuato a superare del 50% l’offerta.

RENDIMENTI DIMEZZATI RISPETTO A MAGGIO


Ricapitolando, il rendimento in asta del BTP a 7 anni da metà maggio si è più che dimezzato dall’1,53% allo 0,75% di giovedì 13 agosto, ma sul secondario subito prima la storica svolta franco-tedesca sul nuovo corso europeo era salito anche oltre il 2%. Quello del decennale, il benchmark del debito italiano che però nella settimana di Ferragosto non è andato in asta, sempre sul secondario è sceso da oltre il 2% di metà maggio a poco sopra l’1% di questi giorni, mentre a marzo in pieno panico da Covid aveva sfiorato il 2,5%. Evidentemente il mercato sta riconoscendo all’Italia un ‘premio Europa’, che forse nei prossimi mesi potrebbe aumentare ancora, nonostante i timori di tensioni in arrivo a settembre.

FORMIDABILE UNO-DUE DI BCE E UE


Sicuramente la Bce ha dato una mano sostanziale, acquistando da inizio anno circa 120 miliardi di titoli italiani tra QE e PEPP, sferrando insieme al Recovery Fund, i cui fondi devono ancora arrivare, un formidabile uno-due a sostegno dei conti italiani. Per gli investitori che ci hanno creduto, il tutto si è tradotto non solo in acquisti di titoli che continuano comunque a offrire rendimenti che non hanno riscontro nell’area dei paesi sviluppati, ma anche se non soprattutto in consistenti capital gain, perché a ogni calo dei tassi corrisponde un sensibile rialzo dei prezzi, visto che sul mercato dei bond i due valori si muovono in direzioni opposte.

T-BOND E DOLLARO GIOCANO A FAVORE


Con un T-bond a 10 anni che rende neanche lo 0,7%, pochissimo ma anche molto di più rispetto al debito dei principali paesi dell’area sviluppata, un BTP di uguale scadenza sopra l’1% rappresenta un’alternativa molto interessante. Oltretutto il BTP è denominato in euro, valuta che continua ad apprezzarsi contro dollaro, e quindi offre una triplice prospettiva positiva: tassi interessanti, spazio per ulteriori capital gain se scendono ancora, ulteriore possibile apprezzamento di cambio se l’euro continua a salire. Aver tolto dal tavolo il rischio Europa, vale a dire di pericolose fughe in avanti che abbiamo visto negli ultimi anni, ha sbloccato la situazione e il rischio Europa è diventato un premio.
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