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Calcio in crisi

Il Torino mette i dipendenti in cassa integrazione

Il club di Urbano Cairo ha chiesto la cassa integrazione per 42 dipendenti della società, prevalentemente impiegati nel settore giovanile e nell’Academy

di Antonio Cardarelli 18 Giugno 2020 12:15
financialounge -  calcio cassa integrazione crisi Urbano Cairo

Dopo il Napoli, anche il Torino di Urbano Cairo decide di mettere in cassa integrazione buona parte dei suoi dipendenti, ad eccezione, ovviamente, dei calciatori. L’accordo è stato raggiunto nei giorni scorsi tra la società e il sindacato Slc-Cgil e coinvolge 42 dipendenti che da tre mesi sono senza stipendio.

SETTORE GIOVANILE


Si tratta, nel dettaglio, di dipendenti con contratti di prestazione sportiva e con compensi annui lordi compresi tra 7.500 e 50.000 euro, principalmente impiegati nel settore giovanile o nell’Academy. Sarà dunque l’Inps a pagare gli stipendi dei dipendenti per il periodo dal primo maggio al 3 luglio 2020. Inoltre, è stato firmato un accordo per il pagamento degli stipendi arretrati dei dipendenti del settore giovanile, che non hanno ancora ricevuto i pagamenti di marzo e aprile.

PAGAMENTO DIRETTO DALL’INPS


“In questo periodo saranno preservati i livelli occupazionali, salvo i contratti a naturale scadenza, e sarà garantita la maturazione del Tfr laddove previsto. Gli importi spettanti saranno erogati direttamente dall’Inps”, spiega la Cgil in una nota.

CHIESTA LA CASSA INTEGRAZIONE ANCHE PER CORRIERE E GAZZETTA


Il Torino Football Club non è l’unica azienda di proprietà di Urbano Cairo ad aver chiesto l’accesso alla cassa integrazione. In questi giorni, infatti, è in corso una trattativa con i comitati di redazione del Corriere della Sera, della Gazzetta dello Sport e dei periodici Rcs che hanno rifiutato la proposta di cassa integrazione avanzata dall’editore.
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