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Mercati finanziari in tempi di crisi: mai perdere la razionalità

Comprare ai minimi per poi vendere ai massimi: non sempre si riesce a seguire questa regola sui mercati che, come insegna la storia, è sempre stata in grado di generare profitti in un orizzonte di medio-lungo termine. L’opinione degli esperti di Invesco

di Redazione 15 Giugno 2020 10:43
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Comprare quando i mercati scendono e vendere quando salgono. È questa la regola d’oro per guadagnare in Borsa? A sostenerlo sono molti analisti, ma spesso non è facile seguire l’assioma. Sì perché anche gli investitori sono esseri umani che hanno una parte di razionalità ma pure un’altra di pancia. “Può capitare che, quando il mal di pancia di-venta troppo forte, seguire la testa sia difficile”, si legge nell’analisi di Luca Tobagi, Investment Strategist di Invesco Italia. Eppure la storia dice proprio il contrario.

LA STORIA DEGLI INDICI AZIONARI


L’effetto gregge, spesso spinge erroneamente a emulare il comportamento della massa, e quando si tratta di investimenti significa investire nei mercati quando salgono da tempo invece che farlo quando stanno sprofondando. È molto più semplice, anche se poco redditizio. Nell’analisi di Invesco Italia, si analizza la storia di tutti i principali indici azionari per capire quali risultati abbiano ottenuto “investitori coraggiosi e razionali, che abbiano comprato in ogni occasione in cui gli indici hanno perso almeno il 5%, in una finestra temporale di tre, sei o dodici mesi, e abbiano tenuto l’investimento per uno, due, tre, cinque o dieci anni”.

QUANTO SPESSO SI È GUADAGNATO


Il coraggio, a guardare la storia, paga. “Per la grande maggioranza degli indici e su tutti gli orizzonti temporali”, continua l’analisi di Invesco Italia, “il numero dei casi in cui si è guadagnato investendo è nettamente superiore a quello in cui si è perso”. Prendiamo come esempio qualche numero: la percentuale dei casi favorevoli a chi ha acquistato si assesta in aggregato al di sopra del 70%. I risultati migliori si sono registrati quando le discese sono rimaste comprese tra il 5 e il 10% sullo S&P 500, e con discese superiori al 20% sull’indice MSCI Emerging Markets.

QUANTO SI È GUADAGNATO


Non solo si guadagna più spesso di quando si perde, ma si guadagna molto di più di quanto si perde. “In aggregato, considerando tutti gli indici e tutti gli orizzonti temporali, il guadagno medio è stato del 58% circa, dividendi esclusi”, è quanto emerge dall’analisi di Invesco Italia. “Quando è andata male, le perdite si sono assestate in media intorno al -20%”. Su orizzonti temporali di tre, cinque o dieci anni, è stato possibile raddoppiare o triplicare il capitale investito, dividendi esclusi, in particolar modo con correzioni attorno al -15%, con arco temporale di tre e sei mesi, e di -25% in dodici mesi.

POSSIBILITÀ DI MIGLIORARE L’INVESTIMENTO


L’analisi di Invesco Italia prende in considerazione l’intera storia di alcuni fra i più importanti indici azionari globali e tiene conto solo dei movimenti di mercato. Non è stato considerato il contesto storico e politico. “Questo offre la possibilità di estendere l’analisi e migliorare il profilo di rischio/rendimento dell’investimento, in attività finanziarie che, co-me le azioni, sono rischiose proprio perché legate all’andamento del ciclo economico”, conclude l’analisi. Quello che è successo in passato non dà alcuna garanzia sul futuro, ma se la storia ha qualcosa da insegnare, meglio studiarla per cercare di seguire, in momenti di crisi, più la testa, rispetto all’emotività.
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