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''Senza una data per riaprire il sistema fieristico muore''

A Financialounge.com parla Pietro Piccinetti il numero uno di Fiera di Roma. “Il nostro settore è un motore importante dell’economia italiana, produce un giro d’affari di oltre 60 miliardi di euro, ma le fiere sono le grandi escluse da ogni decreto del Governo”

di Redazione 9 Giugno 2020 14:51

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Tutte ferme, in stand by. Dal Salone del Mobile al Vinitaly da Macfrut a Sana per non parlare, a livello internazionale, dell’Expo di Dubai che doveva partire a ottobre ed è stata spostata al prossimo anno, se tutto va bene. Le Fiere, vere vetrine del made in Italy, sono le grandi “dimenticate” nella fase di ripartenza del post pandemia. “Siamo le grandi escluse da ogni decreto e provvedimento. Possiamo giocare un ruolo molto strategico per la ripartenza del Sistema Paese e dell'export ma il governo continua a dimenticarsi di un settore che fa grande l’Italia nel mondo - spiega a Financialounge.com Pietro Piccinetti, direttore generale e amministratore unico della Fiera di Roma - Pena la nostra stessa sopravvivenza, deve essere fissata al più presto una data certa di riapertura anche per noi e previsto lo stanziamento di sussidi concreti. Diversamente significherebbe lasciare che il Covid uccida anche il sistema fieristico italiano”. Una presa di posizione importante, che viene all’indomani del Patto per l’Export voluto dal Ministro degli Esteri Luigi Di Maio che ieri ha riunito alla Farnesina le principali società attive nell’internazionalizzazione.

LE FIERE MOTORE DEL MADE IN ITALY, DA LORO 50% EXPORT


“Il settore fieristico è un motore importante dell’economia italiana, produce un giro d’affari di oltre 60 miliardi di euro, genera più del 50% dell’export nazionale e crea un indotto lavorativo ed economico imponente” ricorda Pietro Piccineti amministratore unico della Fiera di Roma. “Pensiamo al Congressuale, ogni anno nel nostro Paese vengono organizzati quasi un 1 milione di piccoli e grandi eventi, che occupano il 40% delle stanze degli alberghi, garantendone la sopravvivenza. Tutto questo ora è fermo”, spiega.

NON SOLO SGRAVI FISCALI, SERVE RISTORO PER EVENTI CANCELLATI


“Al di là degli sgravi fiscali, non sufficienti in un momento in cui non vi è fatturazione – ha proseguito Piccinetti - il comparto chiede un aiuto concreto, magari tramite l’utilizzo dei fondi europei, come avvenuto in Danimarca con il ristoro diretto degli eventi cancellati. In particolare abbiamo richiesto l’istituzione di un fondo di 600 milioni per sostenere il sistema fieristico quale piattaforma di internazionalizzazione del sistema produttivo italiano, ristorando, almeno in parte, le perdite per gli eventi annullati”.

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I NUMERI DI UN SETTORE CHE GENERA NEL BUSINESS EVENT 65,5 MILIARDI DI EURO


Secondo una ricerca di Oxford Economics l’Italia rappresenta la sesta nazione al mondo per impatto economico generato dal settore dei business event. Un indotto che genera 65,5 miliardi di euro con un impatto diretto sul PIL di 36,2 miliardi di euro/anno, attraverso 569mila addetti (agenzie, service audio video luci, allestitori, catering, artisti e tutte le maestranze connesse). Un settore strategico per il Paese che vede la partecipazione agli eventi di 56,4 milioni di persone all’anno. “Le ripercussioni negative sull’economia italiana e sulla vita delle persone non possono essere sottovalutate” incalza Piccinetti. “Se non sta a noi dire quando riaprire, sul come però siamo preparatissimi. Abbiamo stilato dei meticolosi protocolli con regole, precauzioni e misure di sicurezza per la ripartenza di congressi, manifestazioni fieristiche e concorsi. Da parte nostra siamo pronti a ricominciare con i grandi eventi anche subito, senza pericolo di contagio”.

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