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La CNA a Financialounge.com: "Commercianti con acqua alla gola, vogliamo riaprire"

La Confederazione nazionale dell’artigianato è preoccupata per la fase 2 che esclude la gran parte delle aziende a dettaglio. Parrucchieri ed estetisti sono allo stremo: "Ci stanno condannando a morte” spiega Laura Cipollone, responsabile Benessere e Sanità

di Redazione 28 Aprile 2020 15:08
financialounge -  cna commercio coronavirus fase 2

Tutti ricordano il video del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che rivolgendosi al suo portavoce, Giovanni Grasso, si lamentava di non poter avere i capelli in ordine per via della quarantena e per l’impossibilità di poter andare dal barbiere. Un divieto che adesso si allunga ancora: almeno fino al primo giugno, secondo quanto riferito durante la conferenza stampa del 26 aprile dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Per questo i parrucchieri si dichiarano “sconcertati e arrabbiati” e temono che se non riapriranno al più presto sia a “rischio la tenuta sociale perché la disperazione può trasformarsi in rivolta”.

SETTORE DA 135MILA IMPRESE E 260MILA ADDETTI


Sconcertati e arrabbiati. Parrucchieri, estetisti e, in genere, tutti gli artigiani specializzati nei servizi alla persona sono rimasti molto delusi dall’ultimo Dpcm del 26 aprile che li costringe a stare fermi altri 40 giorni. “Rimandare ulteriormente la loro apertura significa condannare a morte un settore che conta 135mila imprese con circa 260mila addetti” spiega a Financialounge.com la responsabile della CNA Benessere e Sanità, Laura Cipollone.

COMPARTO GIÀ IN CRISI: A RISCHIO 2 IMPRESE SU 3


“Il nostro comparto è già in profonda crisi. È stato il primo a essere sottoposto alla chiusura, con il decreto dell’11 marzo, e ancora non vede la fine del tunnel - spiega ancora la responsabile della CNA - Nessun documento ufficiale, peraltro, prevede la data definitiva di riapertura”. Il termine più probabile sembrerebbe quello del primo giugno ma è una data che, paventano gli operatori, è troppo in là con il tempo e loro si dicono pronti ad aprire subito, adottando tutte le norme di sicurezza possibili, altrimenti ci saranno molte imprese – si calcola 2 su 3 – che avranno serie difficoltà ad aprire. “Queste imprese – sottolinea Laura Cipollone – hanno costi fissi molto alti, dagli affitti alle forniture annuali, che incidono sui loro bilanci per cifre che vanno dai 2mila ai 6mila euro mensili. Ormai sono con l’acqua alla gola”.

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A RISCHIO TENUTA SOCIALE, DISPERAZIONE PUÒ TRASFORMARSI IN RIVOLTA


L’esecutivo teme per la sicurezza di personale e clienti. Ma dal punto di vista della sicurezza, assicura CNA Benessere e Società, le imprese sono pienamente coscienti e informate degli obblighi di legge e rispettose delle indicazioni governative, pronte a riaprire garantendo l’incolumità di personale e clienti, oltre che dei titolari stessi. “Scelte scellerate come una chiusura così prolungata – alza il tono Laura Cipollone – sono tanto gravi da destare preoccupazione perfino sulla tenuta sociale. Al governo chiediamo chiarezza e rapidità. Messaggi immediati e rassicuranti sulla prossima, e certa, riapertura. La disperazione, infatti, rischia di trasformarsi in rivolta”.

NEGLI ALTRI PAESI I PARRUCCHIERI HANNO GIÀ RIAPERTO


Il paradosso è che mentre in Italia la serranda dei negozi resta abbassata considerando la categoria a rischio contagio, proprio per la prossimità su cui devono operare, negli altri Paesi barbieri e parrucchieri hanno riaperto le loro attività: dalla Croazia alla Grecia, dalla Svizzera alla Germania, e a breve anche la Francia. "Stiamo ghettizzando la categoria che invece potrebbe ripartire già dal 4 maggio, magari in modo scaglionato nella penisola in base alla diversa diffusione del Covid”, ha fatto sapere Lino Fabbian, Presidente Camera Italiana Acconciatura.
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