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Helicopter money vs Quantitative easing: pro e contro delle due politiche monetarie

Per Keith Wade (Schroders) la Teoria Monetaria Moderna (alla base dell’helicopter money), che sostiene che i governi dovrebbero creare moneta per finanziare direttamente le spese pubbliche, presenta svantaggi non trascurabili

di Leo Campagna 16 Aprile 2020 17:00
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L’emergenza sanitaria, economica e finanziaria scatenata dalla diffusione del coronavirus nel mondo, ha riaperto il dibattito sull’opportunità, o meno, dell’helicopter money. Con questa espressione, coniata dall’economista americano Milton Friedman e basata sulla Teoria Monetaria Moderna (MMT), si sostiene che i governi dovrebbero creare moneta per finanziare direttamente le spese pubbliche o i tagli fiscali, piuttosto che far stampare denaro alle banche centrali per acquistare asset finanziari.

LA TEORIA MONETARIA MODERNA POTREBBE PENALIZZARE L’AZIONARIO


L’adozione di politiche associate alla MMT richiede una rigorosa disciplina fiscale, in assenza della quale le aspettative di inflazione sarebbero più alte. A cascata, gli investitori richiederebbero un compenso più elevato, per colmare i maggiori prezzi al consumo previsti, e i rendimenti sui Titoli di Stato crescerebbero in misura notevole. Una dinamica sfavorevole agli asset rischiosi come le azioni che, con l’aumentare dei rendimenti obbligazionari, vedrebbero il rapporto prezzo/utili (p/e) scendere”, fa sapere Keith Wade, Chief Economist & Strategist di Schroders.

IL QE TENDE AD AUMENTARE LE DISUGUAGLIANZE


L’esperto ammette che, in questo contesto, l’idea di finanziare la spesa pubblica stampando denaro piuttosto che emettendo obbligazioni risulta molto attraente. Tuttavia vanno analizzate bene le diverse conseguenze tra la MMT e il quantitative easing (QE). Nel primo caso la banca centrale stampa denaro che viene iniettato direttamente nell’economia, attraverso tagli fiscali o aumento della spesa pubblica mentre con il QE la banca centrale procede all’acquisto sul mercato di obbligazioni cedute dalla banche commerciali che utilizzano il denaro della vendita per finanziare imprese e famiglie. Il QE tende ad aumentare le disuguaglianze in quanto offre un supporto alle quotazioni degli asset detenuti dai più ricchi.

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UN MECCANISMO CON UN POTENZIALE INFLAZIONISTICO


La MMT, invece, ha un effetto più immediato nel sostenere la domanda: gli impatti sull’economia sono evidenti senza aspettare che i prezzi degli asset aumentino. Per contro, tuttavia, si tratta di un meccanismo che ha un potenziale inflazionistico maggiore. “Questo sia perché gli effetti sull’attività economica sono più diretti e sia, soprattutto, perché i governi non si assumono responsabilità future – come la restituzione dei bond alla scadenza – minando quindi la responsabilità fiscale”, spiega Wade.

RISCHIO DI DOWNGRADE DEI RATING E TASSI DI INTERESSE PIÙ ALTI


Il quale ricorda come, non a caso, la MMT sia una politica spesso adottata da Stati vicini al fallimento mentre viene evitata dalle economie sviluppate. Occorre stabilire precisi limiti negli importi e considerarla di carattere temporaneo, pena il downgrade dei rating sul debito del governo in questione e maggiori costi legati ai tassi di interesse. In estrema sintesi, è una questione di dimensioni: “La MMT in Germania ha portato all’iperinflazione negli anni ’20. Tuttavia gli importi di moneta stampata ammontavano a multipli del Pil, in un contesto in cui la posizione fiscale del Paese era già compromessa”, conclude Wade.
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