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Idee di investimento - Obbligazioni - 6 aprile 2020

Le decisioni adottate da Fed e Bce rendono interessanti nell’immediato i bond investment grade, mentre gli high yield potrebbero risultare attraenti nel lungo periodo. Opportunità selettive nel debito emergente

di Leo Campagna 6 Aprile 2020 09:38

TRE OBIETTIVI CHIAVE


In un panorama caratterizzato dalla rapida diffusione della pandemia di covid-19 i mercati obbligazionari scontano soprattutto la scarsa liquidità. Nell’articolo AllianzGI: coronavirus, dove trovare valore sul mercato obbligazionario, Mike Riddell e Kacper Brzezniak, entrambi portfolio manager, e Jack Norris, associate portfolio manager di Allianz Global Investors, illustrano i tre obiettivi chiave del fondo Allianz Strategic Bond. Il primo è l’outperformance: il prodotto si pone l’obiettivo di sovraperformare l’indice Bloomberg Barclays Global Aggregate Index su un orizzonte di investimento di tre anni. Il secondo è la decorrelazione: il fondo punta a una correlazione 0 con l’indice MSCI World Equities, con un target massimo del +0,4 su un orizzonte di investimento. Il terzo obiettivo è cercare opportunità di investimento asimmetriche. Il fondo punta a essere uno strumento di vera diversificazione del portafoglio, con una correlazione con l’azionario bassissima o pari a zero; si tratta di una strategia con un mandato globale, che utilizza grande flessibilità attraverso i mercati e i prodotti con un focus sugli strumenti liquidi.

UN BUON PUNTO DI INGRESSO PER I CORPORATE BOND INVESTMENT GRADE


Intanto, i sostegni monetario e fiscale messi in atto dalla Fed e dal governo Usa fa tornare gli investitori a prendere in considerazione le obbligazioni societarie. Il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan AM, nel’articolo J.P. Morgan AM: il sostegno Usa fa tornare interessanti i bond aziendali, parte da un punto fermo: i due pilastri di sostegno costruiti da Fed e governo Usa sono oggi realtà. Tuttavia, le incertezze permangono in vista dei dati macro molto brutti e di difficoltà che ancora investono il quadro tecnico. Gli investitori hanno iniziato a selezionare i corporate bond, con particolare riferimento alle emissioni societarie investment grade, ma per quelli con un orizzonte temporale lungo, le valutazioni attuali potrebbero rendere interessanti anche alcune emissioni high yield di elevata qualità con rating BB. La volatilità proseguirà, ma le prospettive di rendimento a lungo termine cominciano a sembrare allettanti.

OBBLIGAZIONI, MEGLIO L’INVESTMENT GRADE DELL’HIGH YIELD


Anche Esty Dwek, Head of Global Market Strategy, Natixis IM Solutions, nella sua analisi della situazione nel reddito fisso, segnala una certa calma nei mercati grazie agli interventi della Federal Reserve e della Bce. La prima ha annunciato misure praticamente illimitate per combattere la crisi, mentre la banca centrale europea si è detta pronta ad investire oltre 1.000 miliardi di euro per acquistare quest’anno bond sul mercato. “Il contesto ci ha spinto ad incrementare la duration ai portafogli (aumentando la scadenza media dei titoli), con un’esposizione più neutrale nei confronti dei governativi statunitensi ed europei. Inoltre, per il momento, abbiamo ridotto la nostra esposizione all’high yield” specifica Dwek nell’articolo Azioni, reddito fisso, valute e materie prime: cosa aspettarsi. Una scelta quest’ultima che l’esperta motiva con il fatto che il crollo del prezzo del petrolio penalizza gli emittenti energetici Usa ad alto rendimento mentre le banche centrali sono più inclini a tutelare il segmento dell’investment grade.

IL CREDITO ORA SEMBRA PIU’ ATTRAENTE DELL’AZIONARIO


In tema di investment grade, nella sua analisi sui mercati, Bruno Rovelli, chief investment strategist di BlackRock Italia, spiega come in questo momento sia più interessante guardare al corporate investment grade, mentre investitori con orizzonti temporali di medio-lungo termine possono considerare le obbligazioni high yield. L’alta volatilità sui mercati di queste settimane impone cautela. “Ritengo che il mondo del credito sia più attraente di quello azionario, soprattutto la parte corporate investment grade”, è l’analisi del chief investment strategist di BlackRock Italia che vede anche le obbligazioni high yield interessanti, ma “solo per investitori con orizzonti temporali adeguati”, ossia di almeno dodici mesi. Nell’azionario, il comparto che sta soffrendo maggiormente il nervosismo dei mercati, ci sono eccezioni come “la tecnologia e il settore farmaceutico, in grado di stare in piedi senza la necessità di interventi governativi”, commenta nell’articolo BlackRock: “Il mondo del credito più attraente di quello azionario Rovelli, che conclude la sua analisi con “maggior cautela” sul debito emergente.

I PROBLEMI DI LIQUIDITÀ POTREBBERO DIVENTARE RISCHI DI SOLVIBILITÀ


A questo proposito, è vero che gli asset dei paesi emergenti presentano valutazioni apparentemente convenienti, tuttavia la ricetta di Raiffeisen Capital Management raccomanda una selezione estrema per i rischi legati a possibili fughe di capitali e al calo delle materie prime. Per il momento, secondo il team di gestione di Raiffeisen Capital Management, il dollaro dovrebbe rimanere forte, non contribuendo così ad allentare le tensioni. La casa d’investimento ritiene che nell’attuale crisi, inq eusto segmento di mercato come per quasi tutti gli altri, valga il concetto che “Più a lungo dura l’attuale situazione eccezionale, più i problemi di liquidità si trasformeranno in problemi di solvibilità”. La conclusione, com’è illustrato nell’articolo Mercati emergenti, Raiffeisen CM: opportunità da selezionare con cura, è che, anche se la pandemia dovesse placarsi abbastanza rapidamente, nei prossimi trimestri ci potrebbero essere default delle obbligazioni in valuta forte dei Paesi emergenti, non solo delle emissioni corporate, ma anche a livello di governativi. La raccomandazione è adottare una selezione accurata.

IMPORTANTI SEGNALI DI RIPRESA DALL’ASIA


Restando in tema di Paesi in via di sviluppo, Jeremy Cunningham, investment director per il reddito fisso di Capital Group, nell’articolo Paesi emergenti alla prova del coronavirus: i fattori da tenere d’occhio afferma: “Liquidità e solvibilità sono gli aspetti chiave da valutare per i paesi emergenti per comprendere quali potranno cavarsela meglio e quali avranno la peggio nella profonda recessione globale che vedremo nei prossimi 6-12 mesi”. Secondo l’esperto, pur in presenza di una persistente volatilità sul mercato con i tassi di default in aumento, i gestori attivi potranno sfruttare una prospettiva di lungo termine e un approccio bottom-up accurato (scelta rigorosa dei singoli titoli). A questo proposito vale la pena ricordare quanto sia importante l’andamento dell’economia mondiale sulla crescita di molti mercati emergenti: i segnali di ripresa dall’Asia, in particolare dalla Cina, sono pertanto incoraggianti. Non sono poi da sottovalutare le decisioni adottate nell’ambito della politica monetaria e fiscale da parte dei singoli Paesi in via di sviluppo .
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