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Airbnb, più tasse sugli affitti brevi. Ecco tutti i dettagli

Il ministro del Turismo, Franceschini: “Non è possibile che ci sia chi finge di avere Airbnb e invece sono attività d’impresa mascherate”. I proprietari che affittano più di tre case saranno tassati come un’impresa turistica

di Fabrizio Arnhold 13 Febbraio 2020 15:06
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“Il tema Airbnb va governato in modo intelligente”. Secondo il ministro del Turismo, Dario Franceschini, il fenomeno degli affitti brevi ha aumentato il turismo, irrinunciabile per l’Italia, ma va regolamentato. Il governo, quindi, è pronto ad introdurre delle nuove norme più stringenti: chi affitterà più di tre case sarà tassato come un’impresa del settore turistico. 

LE MANI DEL FISCO SUGLI AFFITTI BREVI


I proprietari di immobili che affittano su Airbnb, quindi, si devono preparare a pagare più tasse. “Non è possibile che ci sia chi finge di avere Airbnb e invece sono attività d’impresa mascherate”, ha spiegato il ministro Franceschini. “Stiamo lavorando su una norma che vorremmo inserire nel collegato turismo in queste settimane. Presto porterò una norma in Consiglio dei ministri”. Si sta discutendo di fissare la soglia massima di tre appartamenti in affitto per non essere considerati impresa. Superato il limite dei tre immobili, la tassazione aumenta. 

QUANTO PAGANO DI TASSE I PROPRIETARI


I proprietari che affittano fino a tre case, non sono considerati impresa e pagano il 21 per cento con cedolare secca sui ricavi, grazie alle norme introdotte nel 2017. Se le unità immobiliari, invece, dovessero essere più di tre, ecco allora il discorso cambia. In questo caso scattano i vincoli e gli obblighi che gravano sulle imprese del settore turistico. 

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SMASCHERARE CHI MASCHERA ATTIVITÀ DI IMPRESA


In questo maniera, secondo Franceschini, sarà possibile distinguere tra “chi affitta nello spirito originario di Airbnb e chi invece maschera una normale attività di impresa”. La stretta del governo, che nei giorni scorsi aveva creato tensioni tra il Pd e Italia viva, non risparmia nessuno. La norma, infatti, riguarderebbe i contratti stipulati tramite agenzia di intermediazione ma anche quelli dei “soggetti che gestiscono portali telematici mettendo in contatto persone in cerca di un immobile con persone che dispongono di unità immobiliari da condurre in locazione”. Come Airbnb e Booking, tra gli altri.

TASSA DI SOGGIORNO


Le nuove gabelle potrebbero non finire qui. Tra le proposte su cui starebbe ragionando il governo, c’è anche quella di estendere la tassa di soggiorno a tutti i Comuni, con un tetto massimo di 5 euro a notte. Fino ad oggi riguardava solo i capoluoghi di provincia e le località turistiche.
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