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La recessione che non c’è fa rientrare anche i tassi negativi

La paura, infondata, di recessione aveva spinto i tassi in picchiata. Ma poi il mercato ha corretto l’anomalia ed è tornata la propensione al rischio, con la montagna di debito globale a tassi sottozero ridotta di oltre un terzo in meno di 6 mesi

di Redazione 24 Dicembre 2019 11:00
financialounge -  debito recessione tassi negativi

Il rally di fine anno delle azioni globale, guidato da Wall Street, ha anche un altro lato della medaglia, che si specchia nel mercato globale del debito. I capitali che sono andati sulle azioni infatti sono in parte quelli usciti dai bond, soprattutto il debito sovrano, il porto sicuro in cui si erano rifugiati ad agosto spinti dalla paura che fosse in arrivo una recessione globale segnalata dall’inversione della curva dei tassi americani. Tutto sbagliato, e alla fine il mercato ne ha preso atto. Secondo i calcoli pubblicati dal FT la montagna di debito globale, soprattutto sovrano ma non solo, che rende meno di zero si è ridotta di ben $6.000 miliardi dal picco di oltre $17.000 toccato la scorsa estate. La doppia schiarita sul fronte della guerra dei dazi e della Brexit ha sicuramente contribuito.

I TASSI SOTTOZERO NON SONO IL PASSATO, DURERANNO SOPRATTUTTO IN EUROPA


Questo non vuol dire che i tassi sottozero siano ormai una storia del passato, soprattutto in Europa, dove la Bce a guida Lagarde prosegue sulla linea Draghi dei tassi negativi e dello stimolo monetario fatto di acquisto regolare di bond, che fa salire i prezzi e ovviamente spinge i rendimenti verso Sud. In Giappone è più o meno la stessa storia, che invece è un po’ diversa in America dove la Fed ha deciso di mettersi in pausa a tempo indeterminato dopo tre tagli di un quartino ciascuno per mettere in sicurezza il ciclo di espansione dell’economia che ormai dura da un decennio, con passo lento ma sicuro da montanaro.

LA SPECULAZIONE HA GUADAGNATO SUI TASSI NEGATIVI E ORA RIENTRA


A far risalire i tassi globali non è stata solo la corsa alle azioni del rally di Natale combinata all’allentamento delle tensioni geopolitiche. Hanno giocato anche le notizie e i dati decisamente meno brutti che vengono dal fronte delle economie reali e il venir meno della speculazione che giocava su tassi sempre più depressi per lucrare su prezzi in rapida ascesa dei bond. Bisogna ricordare infatti che i tassi sottozero vogliono dire che detenere debito ha un costo invece che un rendimento, ma anche che più i tassi sprofondano in negativo più i prezzi salgono, e offrono opportunità di guadagno in capital gain a doppia cifra in pochi mesi, se il movimento è abbastanza veloce.

LA CORSA AI BOND POTREBBE TORNARE, MEGLIO TENERE UN PO’ DI LIQUIDITA’


Proseguirà il trend nel 2020? Tutto dipende dalla volatilità di economie e mercati. Se arrivasse qualche sussulto, possibile dopo un 2019 eccezionale, potrebbe anche ripartire la corsa ai bond, privilegiando quelli considerati un porto sicuro, come i governativi. Ma sono possibili sorprese anche sul versante opposto, da un fronte che si chiama inflazione e che non manda segnali di vita da una decina d’anni. Per questo molti gestori raccomandano di non lasciarsi spaventare da eventuali storni dell’azionario, soprattutto quello che ha corso di più come Wall Street, ma anche di detenere una liquidità sufficiente a cogliere opportunità se si dovessero presentare.
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