Contatti

Attese & Mercati – Settimana dal 25 novembre 2019

Archiviate bene le trimestrali di Wall Street ma bisogna prepararsi ad attese sull’economia sempre più influenzate dalla politica, con le presidenziali in arrivo. Intanto i guru si preparano a cavalcare l’anniversario della bolla di Internet. Dall’economia però non arriva nessun segnale di stress finanziario

di Redazione 25 Novembre 2019 09:53

WALL STREET ARCHIVIA BENE LE TRIMESTRALI MA LA POLITICA PESA SEMPRE PIU’ SULLE ATTESE


Lo S&P 500 ha interrotto una serie positiva di sei sedute consecutive chiudendo la settimana al 22 novembre con una perdita (!) di 10 punti base, sempre a una manciata di punti dai massimi di sempre. Intanto è finita con Walmart la stagione delle trimestrali, che hanno battuto le attese in termini di utili per azione quasi nel 65% dei casi, sostanzialmente in linea con i risultati degli ultimi anni. A sostenere il mercato non ci sono solo i risultati societari ma anche dati macro che continuano ad essere robusti e una guerra dei dazi che sta facendo meno danni di quello che raccontano i titoli di giornali e tv. Che nei mesi a venire, entrando nell’anno delle presidenziali, tenderanno a essere sempre più inclini a drammatizzare. Un sondaggio recente della CNBC mostra che due terzi degli americani si aspettano un rallentamento dell’economia nel 2020, ma andando a scomporre per appartenenza politica si scopre che solo il 46% repubblicani vede una possibile recessione all’orizzonte, mentre l’84% dei democratici si dice certo che una recessione sia imminente.

INTANTO I GURU SI PREPARANO A CAVALCARE L’ANNIVERSARIO DELLA BOLLA DI INTERNET


Cominciamo a prepararci. Il 10 marzo 2020 sarà il 20simo anniversario del picco della bolla di Internet, quando il Nasdaq finì la sua corsa partita nel 1994 andando a sfiorare i 5.000 punti, per poi imboccare una ripida discesa fino a poco sopra 1.000 a metà del 2003 e da lì imboccare la lenta risalita, interrotta dalla Grande Crisi, che lo ha portato oggi a superare gli 8.500 punti.

[caption id="attachment_148230" align="alignnone" width="367"]Il picco toccato dal Nasdaq a marzo del 2000 Il picco toccato dal Nasdaq a marzo del 2000[/caption]

Abituiamoci al grafico qui sopra, man mano che il 10 marzo si avvicina ce lo faranno vedere sempre più spesso. Un’occasione sicuramente ghiotta per tornare a parlare di bolla che sta per scoppiare con schiere di guru che consigliano di vendere tutto e magari profittare dell’occasione con qualche scommessa al ribasso. E infatti abbiamo già cominciato, con lo scoop poi rivelatosi non proprio uno scoop secondo cui Bridgewater, il più grande hedge fund del mondo, avrebbe fatto una scommessa al ribasso su Wall Street da 1 mld di dollari con un pacchetto di opzioni e derivati con scadenza, guarda caso, marzo 2020. Poche ore dopo il numero uno del fondo, Ray Dailo, ha smentito lo scoop spiegando che Bridgewater non aveva fatto nessuna scommessa sul crollo della Borsa. Il fondo, che è basato nel Connecticut a un’ora da Manhattan, gestisce 150 mld di dollari, e ci sta che magari si copra da una sovraesposizione sull’azionario americano impegnandone meno dell’1%. Magari nel frattempo qualcuno abbocca e tra gennaio e febbraio rivende le opzioni e i derivati guadagnando un bel po’ di bigliettoni.

MA DALL’AMERICA NESSUN SEGNALE DI STRESS FINANZIARIO DELLE FAMIGLIE


E’ opportuno ricordare a questo punto che le differenze con la bolla delle dot.com e quella dei subprime oggi sono enormi, soprattutto in termini di stress finanziario del sistema. In America i mutui immobiliari incagliati, il principale detonatore della crisi del 2007-2008, sono ai minimi da 25 anni, mentre sul fronte del credito al consumo i dati indicano una situazione del tutto sotto controllo, con un utilizzo stabile delle carte di credito senza gli strappi ricorrenti nelle fasi di stress finanziario delle famiglie.

[caption id="attachment_148231" align="alignnone" width="456"]Utilizzo in % del credito disponibile da parte delle famiglie americane 2003-2019 (Fonte: Bespoke) Utilizzo in % del credito disponibile da parte delle famiglie americane 2003-2019 (Fonte: Bespoke)[/caption]

Intanto gli indici dell’attività manifatturiera, la componente più debole dell’economia USA, continuano a stabilizzarsi, mentre gli indicatori di fiducia dei consumatori viaggiano ai massimi da 4 mesi. Anche sul fronte del mercato immobiliare non si vedono segnali di recessione imminente. L’indice elaborato dalla National Association of Home Builders ha segnato un lieve arretramento a novembre ma resta vicino ai massimi toccati a febbraio 2018, con segni di buona tenuta sia sul mercato delle case esistenti che su quello del nuovo.
Share:
Read more:
Trending